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Venezia: via le mense dal centro, il sindaco vuole «la cittadella dei poveri»

Il primo cittadino Luigi Brugnaro vuole creare un «polo unico dell’assistenza» fuori dal centro di Mestre, in cui trasferire le tre principali strutture caritative veneziane. Ma la Chiesa si oppone

di Gabriella Meroni

Via i poveri dal centro di Mestre. È questa l’idea del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, annunciata ufficialmente ai cittadini e riportata dal Gazzettino. La proposta del primo cittadino è creare un «polo unico dell’assistenza» fuori dal centro cittadino, in cui trasferire le tre principali strutture caritative veneziane: Ca' Letizia (mensa per poveri della San Vincenzo), la mensa dei Cappuccini e quella della parrocchia del Cuore Immacolato di Maria ad Altobello. L'assunto da cui parte il sindaco è che i quartieri dove operano le mense sono più colpiti di altri dal degrado, perché «i piccoli criminali, i mendicanti di professione e gli sbandati si mescolano con i bisognosi per mimetizzarsi meglio».

Immediata la reazione della curia, che per bocca del patriarca Francesco Moraglia teme una replica delle balie parigine, e quindi di fatto la creazione di ghetti. «Capisco i disagi di certi quartieri e credo che ci sia bisogno di disponibilità a organizzare meglio, a volte molto meglio, l’aiuto che viene dato», ha detto l’alto prelato. «Il rischio però è di ripetere l'esperienza francese con gli immigrati. Mi sembra analogo al concentrare tutto in uno spazio, così come concentrare masse di persone rifugiate in caserme o hotel. Credo che la risposta che dà una città sia legata fortemente ai valori sociali che caratterizzano questa comunità». Per la città lagunare, quindi, l'augurio è che «recuperi la sua dimensione umana».


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