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Economia & Impresa sociale 

Impatto sociale: la legge inglese verrà rivista, «il governo non la applica»

Nuova revisione per il Social Value Act, la normativa che dal 2013 ha introdotto l'obbligo per la Pubblica Amministrazione di tenere conto del valore sociale prodotto nell'aggiudicazione di bandi di gara al non profit. A rendere necessario il "tagliando" è la bassa applicazione della norma a livello centrale, mentre due terzi degli enti locali la sfruttano con successo

di Gabriella Meroni

Nuova revisione in vista per il Social Value Act, la legge inglese che ha introdotto la misurazione dell’impatto sociale tra i criteri di aggiudicazione dei bandi pubblici. L’annuncio è arrivato dal ministro per la Società civile Rob Wilson nel corso della seduta plenaria di apertura del Summit sul Valore Sociale tenutosi lo scorso 8 Febbraio.

Il Social Value Act, approvato nel 2012 ed entrato in vigore nel gennaio 2013, è già stato rivisto nel 2015, quando una Commissione governativa guidata dall’ex consigliere del primo ministro Lord Young aveva provato a misurare i progressi della normativa, monitorandone l’effettiva attuazione. Un lavoro che aveva portato alla richiesta, da parte di organizzazioni come Social Enterprise UK e il National Council for Voluntary Organisations, di varare misure atte a rafforzarlo dato il basso tasso di implementazione da parte di molti enti pubblici. Le conclusioni della Commissione Young erano state chiare: l’effettiva attuazione delle norme del Social Value Act era stata «relativamente bassa» e non esisteva una sufficiente prassi su come applicarle. Al Summit appena concluso, inoltre, Hazel Blears – ex esponente del governo Brown e oggi a capo del Social Investment Business – ha sottolineato come l’Atto abbia «solo sfiorato» il governo centrale, mentre è stato recepito dal 75% delle amministrazioni locali. «Se prendiamo in considerazione il ministero della Giustizia o quello della Sanità, vediamo che le risorse impegnate sono esigue. Non hanno recepito i Social Value Act. I funzionari del governo centrale hanno una mentalità piuttosto antiquata». Colpa anche della scarsa informazione e della mancanza di esempi concreti che, già nella legge, potessero guidare le prassi. Ma tant’è. Sempre nel corso del Summit, sono anche emerse proposte per rendere più appetibile la normativa, come per esempio l’idea di poter recuperare parte della tassazione sottoforma di credito di imposta per quelle charities che dimostrano un maggior valore sociale prodotto.


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