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Riabilitare la vista giocando: nasce il social che valuta le app migliori

Si chiama Sharehab ed è una piattaforma online per la condivisione e valutazione delle risorse digitali dedicate a bambini e ragazzi disabili visivi, ideata dall’Istituto David Chiossone con l'Istituto per le Tecnologie didattiche del CNR di Genova e il sostegno di Fondazione Vodafone Italia

di Sara De Carli

Quello delle app è un mare magnum. All’interno ci sono anche tante risorse digitali dedicate a bambini e ragazzi disabili visivi, che aiutano la riabilitazione. Da sempre genitori, terapisti, ortottisti si scambiano esperienze e consigli, ma ora è nato “Sharehab", una piattaforma online per la condivisione e valutazione delle risorse digitali dedicate a bambini e ragazzi disabili visivi, ideata dall’Istituto David Chiossone onlus con la partnership scientifica dell’ Istituto per le Tecnologie didattiche del CNR (Consiglio Nazionale per le Ricerche) di Genova e il sostegno della Fondazione Vodafone Italia (Sharehab è uno dei vincitori di “Digital for Social”, il bando promosso da Fondazione Vodafone Italia e realizzato in collaborazione con Gruppo 24 ORE, fra più di 450 progetti pervenuti).

«Dopo 12 mesi di progettazione e ricerca, sviluppo di modelli di valutazione delle app e test del servizio, Sharehab è pronto oggi per essere utilizzato e diventare un guida valida per chi cerca app, strumenti e indicazioni appropriate per rispondere alle esigenze particolari di ciascun bambino», spiega Silvia Dini, responsabile del progetto Sharehab per l’Istituto Chiossone. «L’obiettivo è anche offrire spunti e modelli per produrre nuovi materiali funzionali agli specifici bisogni dei bambini ipovedenti, ma soprattutto creare uno spazio di confronto per riconoscere le caratteristiche delle app accessibili e più adatte alle diverse necessità».

Si tratta di una vera e propria community che mette in rete le esperienze (Sharehab sta perShare Rehabilitation Resources) e nasce dalle buone pratiche e dai consigli del “passaparola” basato sull’esperienza diretta: raccoglie “link” a materiali informatici (app, video) non espressamente pensati per la riabilitazione ma comunque idonei a bambini fino a sei anni, ne studia l’usabilità con i bambini ipovedenti e li classifica, rispetto alla finalità di esercizi di riabilitazione visiva… La classificazione che ne deriva non è un giudizio di merito sui prodotti menzionati ma un “aggregatore” di software, giochi, video, risorse autoprodotte, link e informazioni, accessibile da tutta la numerosa comunità di figure professionali e familiari che si impegnano quotidianamente per migliorare le abilità e le capacità di ogni bambino con disabilità visiva, dandogli la possibilità di crescere e realizzarsi appieno.

Per favorire la maggiore diffusione del progetto e la sensibilizzazione dei più giovani sui temi della disabilità visiva e delle barriere digitali, nell’anno scolastico 2017/18 verrà lanciato anche il concorso “Strabuzzagliocchi”, dedicato agli studenti delle scuole secondarie: i ragazzi saranno chiamati a mettersi in gioco e realizzare strumenti (app, video, slide show, storie animate) per stimolare ed esercitare il residuo visivo dei bambini ipovedenti da 0 a 10 anni, da utilizzare per la riabilitazione, durante momenti ludici e per attività scolastiche ed extrascolastiche.

Foto F. Florin/Getty Images


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