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Politica & Istituzioni

Manager pubblici italiani strapagati: guadagnano il doppio della media Ocse

Confermati dall'Ocse i peggiori stereotipi sugli "statali": in Italia quasi la metà dei dirigenti della Pubblica Amministrazione ha più di 55 anni e riceve stipendi medi di quasi 400mila euro l'anno contro una media di 200mila. Di contro, gli italiani sono al terz'ultimo posto per soddisfazione dei servizi pubblici

di Gabriella Meroni

Vecchi e strapagati. È questo l’impietoso ritratto dei dirigenti pubblici italiani secondo il recente rapporto Ocse “Government at a glance”. Secono l’organizzazione internazionale, la Pubblica amministrazione italiana è la più vecchia tra i Paesi che fanno parte dell’organizzazione, visto che quasi la metà degli statali supera i 55 anni. Inoltre, dal 2010 c'è stato un incremento dal 31% al 45% di questi lavoratori senior, mentre nell'intera area Ocse si registra in media il 24% di lavoratori sopra i 55 anni e il 18% al di sotto i 34 anni.

Non basta. L’Italia ha anche il record di premialità sulla seniority: il compenso medio dei dirigenti italiani della pubblica amministrazione nel 2015 è stato infatti di 395.400 dollari (circa 347.000 euro), il più alto dopo l'Australia nell'area Ocse, che registra in media 231.500 dollari (circa 203.000 euro). Alti anche i compensi per i ruoli di segreteria: 55.600 dollari all'anno contro i 52.700 della media nei paesi appartenenti all'organizzazione, mentre sono contenuti gli stipendi degli impiegati pubblici con competenze specifiche, che percepiscono in media 67.900 dollari all'anno, una cifra più bassa rispetto agli 88.700 dollari nella zona Ocse.

A tanta grazia non corrisponde però un pari livello di soddisfazione dei cittadini nei confronti dei servizi pubblici: nel 2016 solo il 49% degli italiani interpellati si dichiarava infatti soddisfatto dei servizi sanitari, un dato che relega l'Italia al sestultimo posto nell'Ocse (la media è del 70%) ed è in calo dal 56% del 2007. Tra scuole senza materiale didattico (in questo siamo i penultimi dell'Ocse), test di apprendimento deludenti, istituti poco accoglienti e insegnanti poco collaborativi secondo gli studenti, il nostro paese è quintultimo per soddisfazione nel sistema scolastico con il 55% contro il 67% Ocse. Penultimo posto, poi, per la fiducia nel sistema giudiziario, apprezzato solo dal 24% dei cittadini contro il 55% Ocse. Nel complesso, la fiducia nel governo nazionale, già scarsa nel 2007 (30%), nel 2015 è scesa al 24%: peggio di noi fanno solo Cile e Grecia.


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