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Cooperazione & Relazioni internazionali

È terminato il viaggio di Vita in Niger

La cronaca giorno per giorno, a cura di Daniele Biella, del suo viaggio con cui ha seguito i lavori preparatori di Caritas Italiana e Unhcr per la selezione delle persone vulnerabili che nei prossimi mesi saliranno su un aereo speciale per arrivare in modo sicuro in Italia

di Redazione

Daniele Biella, giornalista, formatore e scrittore, ha raccontato per il sito di Vita il suo viaggio in Niger, che oltre a lottare con le dure condizioni ambientali è diventato anche uno Stato cruciale del continente africano nella lotta al terrorismo e al traffico internazionale di esseri umani. Il suo Diario ci ha accompagnato per alcuni giorni raccontandoci i lavori preparatori di Caritas Italiana e Unhcr con cui saranno selezionate le persone vulnerabili che nei prossimi mesi saliranno su un aereo speciale per arrivare in modo sicuro in Italia. Eccolo nella sua versione integrale


Giorno zero: si parte. Un viaggio per rendere sicure le migrazioni

«Il lavoro dell’equipe di Caritas Italiana, con la collaborazione in loco di Unhcr, che seguirò è volto ad annullare le problematiche delle migrazioni forzate di questi anni: il rischio di morire nel deserto del Sahara, nelle prigioni libiche o nel Mar Mediterraneo, il guadagno illecito dei trafficanti»

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Giorno uno: Niamey, sulle sponde del fiume Niger

«L’immagine numero uno che mi rimane dell’inizio la carrellata di occhi delle prime persone intervistate dagli operatori di Caritas e dalla fondatrice dell’ong Gandhy Charity, l’attivista Alganesc Fessaha».

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Giorno due: Agadez alle porte del Sahara

«Incontro Oumarou Ibrahim, il Sultano del Air, massima autorità della città vicino cui sorge un campo profughi che ospita migliaia di persone e che grazie al Sultanato nonostante la povertà endemica, sono tollerate dalla popolazione locale»

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Giorno tre: ad Agadez nell'intimità delle persone rifugiate

«Sono stato portato a vedere la struttura in cui, con la collaborazione dell’ong italiana Coopi sono attualmente ospitati 77 rifugiati. Gli sguardi di queste persone sono insostenibili mentre mi raccontano le loro storie»

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Giorno quattro: come si affronta il Covid

«Prima di partire dall’affascinante Agadez, che ammetto di avere lasciato a malincuore, ho chiesto di poter vedere dall’esterno l’ospedale più grande della regione, che si trova in città e cura ogni malattia compresi i pochi casi di Coronavirus»

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Giorno cinque: il viaggio ormai volge al termine

«La chiave di volta mi è stata consegnata nell’ultima sera di questo breve ma straordinariamente viaggio: non c’è cambiamento o crescita senza un forte investimento nell’educazione. È il momento di riportare tutto a casa»

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Nella foto di copertina Daniele Biella in compagnia di Mohamed, il guardiano del minareto di Agadez


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