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Attenzione a come si rappresentano le persone grasse

di Noria Nalli

Nello spazio di “sclerotica” normalmente mi occupo di tematiche e situazioni strettamente legate alla disabilità. Questa volta farò una piccola eccezione. Esprimerò  infatti le mie personali riflessioni da sclerotica, sulla polemica riguardante il manifesto della mostra di arte LGBTE, che si aprirà l’8 settembre all’ex Manifattura Tabacchi. L’immagine che campeggia in primo piano, con la violenza di un pugno allo stomaco, rappresenta una donna nuda che calpesta la riproduzione di una antica icona cristiana.Tralasciando la polemica di carattere strettamente religioso, parlando di questa foto di Mauro Pinotti, mi soffermerò sugli aspetti che hanno colpito di più la mia sensibilità non solo di malata di sclerosi, ma anche di persona sovrappeso. Nel manifesto viene rappresentata una donna obesa, con uno sguardo trionfante di disprezzo. Intorno a lei il paesaggio e’ squallido, davvero deprimente, lei stessa appare poco curata e le scarpe bianche, quasi nuziali, ai suoi piedi, stridendo con il contesto, rendono la situazione ancora più avvilente. La mostra vuole descrivere, in forma dissacratoria i sette vizi capitali. Capisco l’intento artistico di colpire al cuore le convenzioni sociali, che continuano a ghettizzare l’omosessualità e tutti gli atteggiamenti non omologati, ma usare una donna fortemente sovrappeso per impersonare il vizio, circondata dallo squallore, mi turba e mi provoca un po’ di ribellione. Le persone obese subiscono ingiustizie e pregiudizi in ogni settore e, per le loro difficoltà sono omologabili ai disabili ed è importante rispettare le immagini di donne e uomini grassi in modo da non fomentare ulteriori discriminazioni.


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