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Sanità & Ricerca

Emma Bonino e il presidente handicappato

di Noria Nalli

“Non sono mica un’handicappata!” ha esclamato offesa Emma Bonino in risposta alla sua possibile esclusione dalla lista dei candidati al Colle. Poco tempo fa l’esponente radicale aveva raccontato pubblicamente di essere malata di tumore e di doversi sottoporre ad un ciclo di chemioterapia. Era stata largamente apprezzata la sua sincerità ed il suo modo di dichiararsi “persona, prima che malata” come per dare speranza e appoggio a chiunque avesse problemi di cancro. Oggi sono invece arrivate le sue parole,  poco soppesate, buttate lì come in una chiacchierata informale,  in cui può scappare facilmente qualche gaffe. Ma un personaggio della sua portata, che si autocandida alla presidenza della repubblica non può parlare a caso. La sua espressione mi fa ripensare a quando ero ragazzina e, spesso,  per insultare qualcuno, saltava fuori l’ espressione “ma sei handicappato?”. Ne ha parlato tempo fa  in modo illuminante, il nostro compianto Franco Bomprezzi nel blog di Invisibili “L’handicap delle parole”. “Quante volte abbiamo sentito dire, in dialoghi grezzi, ma non solo da tamarri: “Ehi, sei un mongolo!”. Oppure: “Io non sono mica handicappato!”. Già! La forma usata da Emma Bonino e’ poco felice, non solo per la scelta linguistica, ma perché riporta ad un modo di concepire l’handicap come incapacità, esclusione, insuperabile limite fisico e mentale. La signora Bonino fa una distinzione tra lei “essere normale”, che deve solo curare una malattia e “gli altri” cioè i disabili, gli handicappati, che hanno dei limiti fisici e sensoriali inguaribili che (giustamente?) possono essere esclusi da una carica così importante. Queste parole ci riportano a una mancanza di cultura tutta italiana e cito nuovamente Bomprezzi “in Italia, più che altrove, la disabilità è connotata negativamente, come un fardello ingombrante, un peso, un carico di sfortuna, di sofferenza, di diversità, di dolore. Le persone con disabilità in Italia si dividono in due: eroi o vittime. La normalità non esiste, viene sacrificata sull’altare di una comunicazione fuori registro, spesso ignorante e superficiale, incapace di trovare la sintonia tra le parole e le cose”. No signora Bonino, forse lei non è adatta per rappresentare tutti gli italiani, compresi i suoi numerosi disabili.

 


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