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Grecia: il valore della tv pubblica nelle parole di un radioamatore italiano

di Marco Dotti

La chiusura dell’emittente radiotelevisiva greca di Stato ERT ha suscitato una reazione forse imprevista, anche da parte di chi pensava di poter mettere di punto in bianco la parola “fine” a un’esperienza importante per tutti, ascoltatori, telespettatori, ma anche ricercatori – pensiamo solo all’importanza dei suoi archivi, oramai digitalizzati.

Per ora tutto è in stallo e si attende l’imminente presa di posizione del Consiglio di Stato. «Abbiamo assistito a un colpo di Stato»: così si è espresso Alexis Tsipras, leader di Syriza, il partito di opposizione della sinistra radicale, presente alla protesta di ieri, davanti a 2000 persone riunite davanti alla sede della Er.

Ma la cosa più toccante, durante il presidio, è stata la lettura di un messaggio. Un messaggio inviato da un radioamatore italiano, Dino Masarà, che, proprio grazie  a ERT, ha imparato il greco e si è appassionato alla cultura greca. 

Ecco la lettera, che qui riproduco grazie alla traduzione fatta per noi dall’amico Simone Rho:

«Ai capi politici della Grecia e al signor presidente della Democrazia. Saluti dall’Italia. Scusate se vi disturbo ma vorrei raccontarvi una storia.

Negli anni ’80 l’opportunità di internet non era neanche un sogno, e così un sedicenne che voleva imparare la vostra lingua incontrava molte difficoltà.

Diciamo che era quasi impossibile…Ma questo ragazzo aveva in casa una vecchia radio, che riceveva le onde radio che si ascoltano nei paesi stranieri. Cosi, un estate l’accese e iniziò ad ascoltare voci sconosciute, rumori elettronici e altre strane cose. La radio aveva una targhetta in cui erano scritti i nomi delle più grandi città d’Europa.

E tra queste anche Bucarest. Guardando, senza farci caso, il ragazzo vide quanto fosse vicina Atene. Così iniziò  a girare la manopola delle stazioni vicino a Bucarest fin quando, per caso, sentì: “Qui Atene, la voce del quinto programma della Grecia.” Il ragazzo capì solo due parole, Atene e Grecia, e pensò che finalmente aveva trovato ciò che cercava da tempo.

Così cominciò ad occuparsi della radio, volendo ascoltare la sua Grecia “preferita”.

Dopo qualche mese comprò con I suoi risparmi una radio migliore ed iniziò a registrar I programmi per imparare la lingua.  Quel ragazzo sono io. E da quel momento non ho mai smesso di seguire ciò che accade in Grecia, le canzone greche, la voce greca.

Mi chiamo Dino Marasà (il mio cognome ha origini greche, pensate a Μαραθιάς –un paese della Grecia-), italiano, ma greco nel cuore.   ERT è stata fondamentale per me, mi ha aiutato a scoprire nuove cose, anche oltre il mondo Greco (la tecnica radiofonica e alter cose sulle telecomunicazioni). ERT mi ha aiutato ad arricchire il mio sapere. ERT mi ha fatto crescere. Quello che sono diventato lo devo anche a ERT. Non chiudete ERT. Toglierete a qualcuno la gioia di trovare un modo di arricchirsi. E questa, al di là del discorso economico e dei posti di lavoro, è un altra grande calamità.

PS: La cultura, come ERT, non ha confini. Aggiungo il mio numero di cellulare affinché abbiate, se la volete, la prova che esisto e che non sono uno scherzo.  Saluti,Dino Marasà».

Un messaggio importante, per chi aveva e ancora ha in mente il sogno di un’Europa fatta di incontri e scoperte e non di pure cifre.

 @CommunitasBooks


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