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Attivismo civico & Terzo settore

Anche Newton può far decollare l’Africa

Un nuovo partner per Afronline

di Chiara Caprio

Un portale dedicato
al giornalismo scientifico
nei Paesi in via di sviluppo. SciDev.net, con oltre un milione di visitatori all’anno, è una scommessa vinta. Parla il direttore,
David Dickson: «Puntiamo
a far crescere
le competenze, facendo circolare le informazioni. Con un approccio totalmente non profit»
Dai fasti di Nature ai Paesi in via di sviluppo. David Dickson, direttore di SciDev.net, il sito dedicato all’informazione scientifica nei Paesi in via sviluppo, ha fatto il grande salto e vinto la scommessa. «Lavoravo a Nature, la bibbia del giornalismo scientifico», spiega a Vita, «ma avevo da tempo la passione per i Paesi in via di sviluppo, una vera sfida dal punto di vista scientifico». La sfida è stata vinta e oggi SciDev.net, che ha appena firmato un accordo di partenariato con Afronline (il sito d’informazione di Vita dedicato all’Africa), conta oltre un milione di visitatori l’anno, con un incremento del 48% rispetto al 2008, e un pubblico fedele proprio da continenti come America Latina e Africa, area da cui proviene oltre il 20% del traffico annuo.
Vita: Cosa l’ha spinta a creare SciDev.net?
David Dickson: La volontà di lanciare l’idea giusta al momento giusto. Nel 2001 internet ha spalancato le porte a nuovi progetti come il nostro, rendendo economicamente possibile la creazione di un servizio di news quotidiane che potessero essere distribuite gratuitamente in tutto il mondo. Abbiamo costituito una non profit, l’unica soluzione in grado di garantirci la sopravvivenza, e abbiamo raccolto fondi tra quelli che oggi sono i nostri finanziatori, le agenzie per lo sviluppo. In questo momento siamo finanziati, tra gli altri, dalle agenzie di Stato di Svezia e Svizzera, ma rimaniamo indipendenti. Siamo giornalisti, non esperti di marketing, il che mette subito in chiaro il rapporto che abbiamo con i nostri finanziatori.
Vita: Com’è organizzata la vostra redazione?
Dickson: L’ufficio centrale è a Londra, dove lavorano tre giornalisti. Ma Scidev.net può contare su un network che copre sei aree geografiche in via di sviluppo. Abbiamo sei caporedattori che commissionano i pezzi a giornalisti freelance sparsi in America Latina, Africa, Asia, Medio Oriente e Sud-Est asiatico.
Vita: Qual è la sfida maggiore per un giornalista scientifico in un Paese in via di sviluppo?
Dickson: In queste zone il giornalismo scientifico non è molto sviluppato e spesso manca una vera conoscenza della scienza e del giornalismo. Senza contare che bisogna sempre lottare per ottenere spazio sui giornali, fatto che diventa ancora più difficile quando pochi riescono a cogliere il peso delle notizie scientifiche. Ma stiamo cercando di aumentare le competenze scientifiche e giornalistiche in questi Paesi, organizzando workshop su temi specifici, come Hiv e malaria.
Vita: Pensa che i politici di questi Paesi siano in grado di gestire l’informazione scientifica?
Dickson: Il problema è che non c’è molta competenza, quindi si tende a fare affidamento sui pareri dei tecnici o degli esperti. Noi cerchiamo di fornire informazioni accurate e approfondite anche ai governi e, allo stesso tempo, facciamo informazione su quello che questi governi stanno facendo. Ad esempio, in Africa vogliamo mettere in comunicazione il continente. A causa delle distanze spesso le informazioni non arrivano o si perdono, ma con il nostro servizio di news un ricercatore sudafricano può conoscere il lavoro che stanno facendo i suoi colleghi in Marocco.
Vita: In questi Paesi c’è molta pressione da parte di grandi aziende o governi stranieri. Come riuscite a fare informazione in modo equilibrato su temi come gli ogm?
Dickson: Quando una grande corporation lancia un piano di sviluppo, noi diamo sempre voce anche ai critici. E facciamo lo stesso in caso contrario. L’obiettivo non è tanto garantire un equilibrio forzato, bensì dare ai nostri lettori la possibilità di conoscere tutti i punti di vista su un tema specifico. Noi non prendiamo una posizione forte, pro o contro. È compito della popolazione, dei lettori formulare un’idea e prendere le decisioni. A questa linea editoriale non sfugge la battaglia attorno agli ogm, una sfida aperta che seguiamo da molto vicino.
Vita: Quali sono i vostri piani per il futuro?
Dickson: Stiamo progettando un’espansione del nostro network in Medio Oriente e Sud-Est asiatico. Tra i nostri obiettivi c’è anche una nuova crescita in Africa, ma prima dobbiamo affrontare il problema dell’Africa francofona. È praticamente impossibile avere del buon materiale scritto in francese, siamo sempre costretti a spendere molto denaro per tradurre articoli inglesi in francese. Quindi la nostra priorità sarà la creazione di un bacino di giornalisti africani francofoni e competenti.


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