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Giornata Europa

Appello per un futuro europeo non armato

Nel giorno che celebra la pace e l’unità in Europa la Conferenza nazionale enti per il servizio civile - Cnesc invita i candidati alle prossime elezioni europee perché nei loro programmi si impegnino concretamente alla costruzione della pace in modo non armato e nonviolento. Tra le proposte: un Servizio civile europeo e il potenziamento del Corpo europeo di solidarietà

di Antonietta Nembri

Un impegno concreto per la costruzione della pace in modo non armato e nonviolento. È quello che chiede la Conferenza nazionale enti per il Servizio civile – Cnesc in un appello ai candidati alle prossime elezioni europee del 8 e 9 giugno.

«Il 9 maggio si celebrano l’unità e la pace in tutta l’Europa» dichiara la presidente Cnesc, Laura Milani «e noi vogliamo fare nostre le parole di Robert Schuman “La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano”». 

La guerra non è la soluzione alla guerra

«In questo momento storico caratterizzato dall’imperversare di guerre e violenze, cui l’Europa sta rispondendo con l’aumento esponenziale delle spese militari, con il ripensare la leva obbligatoria in alcuni Paesi, e con l’ipotesi di un esercito europeo per fronteggiare le minacce esterne, noi chiediamo a tutti i candidati di fare uno sforzo creativo» affermano alla Cnesc.

«Dopo secoli di storia che ci hanno insegnato che la soluzione alla guerra non può essere la guerra e che la violenza non si può contrastare con mezzi violenti, chiediamo ai candidati di scegliere la via alternativa e creativa della nonviolenza e di investire sui giovani quali protagonisti di un’Europa che concretizzi i sogni dei suoi fondatori e che positivamente costruisca pace e solidarietà».

Recuperare lo spirito di Ventotene

Nel documento (qui il testo completo dell’appello) si utilizzano le parole di David Sassoli per ricordare che l’Europa è nata come progetto di pace: «Dobbiamo recuperare lo spirito di Ventotene e lo slancio pionieristico dei Padri Fondatori, che seppero mettere da parte le ostilità della guerra, porre fine ai guasti del nazionalismo dandoci un progetto capace di coniugare pace, democrazia, diritti, sviluppo e uguaglianza». 

Invece di mettere da parte lo spirito ostile, ricorda l’appello: «Sembra riaffermarsi la vecchia logica che per costruire la pace occorra prepararsi alla guerra». Un approccio ben esemplificato dalle parole del presidente del Consiglio europeo Charles Michel «Se vogliamo la pace dobbiamo essere pronti alla guerra». In pratica l’antichissimo motto latino “Si vis pacem para bellum”.

La scelta della nonviolenza

Nonviolenza come scelta politica da perseguire con azioni concrete perché, si legge nel documento, «la nostra Europa sia protagonista di una fase di dialogo e di costruzione di un futuro più equo, basato su principi di solidarietà e giustizia sociale», questo l’invito diretto ai candidati.

Inoltre nell’appello si ricordano anche la proposta di un Servizio Civile Europeo, il potenziamento del programma dei Corpi europei di Solidarietà -Esc perché sempre più sia un’esperienza volta a costruire la pace e l’istituzionalizzazione di un Corpo Civile di Pace Europeo. Tre strumenti che, si riafferma: «rappresentano una risposta concreta che il nuovo Parlamento Europeo è chiamato a realizzare per essere fedele al sogno di pace che è alla base della nascita dell’Europa». 

I corpi civili di pace

«A chi ci taccia di essere sognatori, rispondiamo con i fatti» conclude la presidente «ovvero con i 150 volontari impegnati nella sperimentazione dei corpi civili di pace in corso in Italia, con i quasi 50mila volontari che attraverso il Servizio Civile Universale si adoperano per favorire la coesione sociale e l’inclusione nelle nostre comunità, con le migliaia di giovani che già praticano la solidarietà attraverso l’Esc in tutta Europa, con tutte le organizzazioni impegnate per la costruzione della pace e lo sviluppo sostenibile. Testimoni di pace che chiedono all’Europa politiche di pace».

Abbiamo dedicato il numero di VITA magazine “L’Europa da rifare” ai più rilevanti temi sociali da approfondire in vista delle elezioni europee del prossimo giugno. Se sei abbonata o abbonato a VITA puoi leggerlo subito da qui. E grazie per il supporto che ci dai. Se vuoi leggere il magazine, ricevere i prossimi numeri e accedere a contenuti e funzionalità dedicate, abbonati qui.

In apertura photo by Guillaume Périgois on Unsplash


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