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Economia & Impresa sociale 

Assicurate o tassate? Il trucco c’è e si vede

«La solita legge all’italiana, un affare solo per lo Stato». E ancora: «Un’imposta travestita da conquista sociale».

di Giampaolo Cerri

Il consenso c?è, ma solo sul principio: gli infortuni domestici sono una piaga, è bene quindi prevedere una copertura assicurativa. È il metodo a raccogliere le critiche più dure. Il Movimento italiano Casalinghe, l?altra storica associazione di settore, denuncia clamorose incongruenze. «Il rischio morte», osserva la vicepresidente Concetta Fusco, «non è neppure preso in considerazione e sono fuori copertura anche gli incidenti di entità media, ossia i più frequenti». «La solita legge all?italiana», conclude sconsolata la Fusco, «un contentino». E tra le associazioni dei consumatori, il Codacons minaccia esposti all?Antitrust, alla Commissine Europea e denunce ?per truffa? contro la presidente di Federcasalinghe. L?assicurazione obbligatoria sarebbe ?inutile?? e poco conveniente per le interessate che pagando un importo di 25.000 lire l?anno riceverebbero un vitalizio di 300.000 lire solo ?a fronte di incidenti gravi quali, la perdita di un braccio, un occhio o sei dita delle mani??. «Il decreto prevede un prelievo », spiega il Codacons, «calcolato in 182 miliardi di lire (25.000 lire per 7,3 milioni di casalinghe). Questa enorme somma sarà versata all?Inail». Se ogni anno si verificano 1.200 incidenti con un?invalidità superiore al 33% , continua l?associazione, la spesa dovrebbe ammontare a 22,8 miliardi: quindi gli altri 159,2 miliardi finirebbero nelle casse dell?istituto con una «clamorosa fregatura per le casalinghe». Critiche che non scalfiscono la soddisfatta certezza di Federica Gasparrini: ?Il numero degli incidenti domestici è in aumento costante», osserva, «oltre 4 milioni nel ?93. Sarà il Servizio sanitario nazionale a studiare il modo di prevenire gli infortuni dentro casa, a determinare l?assistenza per la prevenzione, l?individuazione e la valutazione dei rischi». Gasparrini è categorica anche sulla scelta dell?assicuratore-Inail: «Sarebbe stato singolare se avessimo imposto compagnie private, il lavoro domestico non è un?automobile». G.C.


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