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Attenzione, siamo tutti sulla linea di confine

"Chi non vuole venire in questa parrocchia,è liberissimo di farlo.Il Padreterno non è un supermercato.Non ha bisogno di clienti.

di Erri De Luca

C? era una volta un?Italia di brava gente. Niente di speciale, però era usanza che riguardava tutti ed era un modo saggio e cordiale di essere poveri. Il forte cambiamento di censo ha procurato uno strappo nei comportamenti e si sono approfonditi due opposti: la buona volontà diventata nuova militanza per milioni di nostri e il rifiuto intransigente di essere disturbati dal disagio altrui. La brava gente si è trasformata in fervida, esemplare o in ostile, inasprita. Essere solidale è ?fare?, infinito del verbo più scomodo. Don Renzo Beretta di Ponte Chiasso ha fatto. Stava su un confine e vedeva sfilare l?umanità migratoria del mondo in cerca di un cantuccio per campare meno peggio. Questa è tutta la loro ragione e ce ne vuole di spinta e di bisogno per diventare pellegrini d?Europa. Non dev?essere così difficile ammetterlo, siamo per molti terra di meno peggio, vita dov?è possibile uno scampo e una fortuna. Non solo al valico svizzero, ma ovunque nel nostro territorio corre un confine e noi lo attraversiamo a ogni incrocio. Don Renzo Beretta ha fatto quello che poteva, era anziano ma pieno delle risorse che sputa fuori la vita quando è ben spesa. Uno dei mille che gli devono affetto e gratitudine lo ha ucciso. Uno di quei mille che gli devono affetto e gratitudine era scervellato e pericoloso. Ma l?amore, la carità sono cose pericolose. Non azzarda chi scala una parete, chi naviga in solitario, chi si lancia col paracadute, ma chi sta nella stiva della terra e prova a distribuire il carico. Strano in questo scorcio di tempo contare i caduti, i rapiti, i prigionieri tra i religiosi. Suore e sacerdoti in giro per il mondo compongono le cronache del sacrificio, loro più di altri. Il campo del servizio è stato sempre scomodo, ma ora si è indurito in trincea e la fanteria inerme e coraggiosa ha i ranghi di chi ha preso i voti e li ha portati per fedeltà a una parola sacra. Non so una spiegazione, solo registro la constatazione da ammiratore. La gente nostrana che scaricava invettive sui forestieri poveri e su chi li aiuta, aggiunge una spina alla corona che è finita sulla testa di don Renzo. La loro ostilità finge di prenderne le difese per maledirne l?opera. Non prevarranno. Nessuna polizia può bastare e chi l?invoca fa due sbagli: s?incanaglisce e s?illude. L?unica parola d?ordine praticabile è: aggiungi un posto a tavola, anzi due, uno da parte di don Renzo.


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