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Azzurro: La salute mentale dei bambini e degli adolescenti israeliani e palestinesi

Istituzioni, esperti di salute mentale, mondo associativo, cooperazione a confronto per definire modelli e strategie di intervento comuni sul trauma, con particolare riferimento al conflitto arabo-isr

di Telefono azzurro

Si è tenuto oggi presso la Provincia di Roma l?incontro del gruppo ERICE, promosso da Fondazione Child in collaborazione con l?Assessorato alle Politiche Sociali e per la Famiglia della Provincia di Roma, sul tema della salute mentale dei bambini e degli adolescenti israeliani e palestinese. Il gruppo ERICE (Empowerment and Resiliance in Children Everywhere), costituito al termine di un workshop che si è tenuto ad Erice (Sicilia) nel 2005, è composto da esperti nell?ambito della salute mentale infantile provenienti da Israele e Palestina, interessati a misurare gli effetti del conflitto sulla salute mentale di bambini e adolescenti, quindi a mettere in atto strategie d?intervento che aiutino questi ultimi a migliorare le loro condizioni di vita. L?esperienza traumatica può produrre conseguenze psicopatologiche di diversa natura: paure, sintomi dissociativi, disordini depressivi, disturbo dell?adattamento, disturbi d?ansia, disturbi della condotta, disturbi dell?attenzione, abuso di sostanze. Il PTSD (Disturbo Post-Traumatico da Stress) è la patologia che più frequentemente si associa ad un?esperienza traumatica. Questa patologia interessa maggiormente i paesi e le regioni coinvolte in conflitti bellici o minacciate dal terrorismo. Come evidenziato questa mattina da Ruth Feldman, la guerra e gli atti di violenza alterano lo sviluppo fisiologico, emotivo e cognitivo di bambini ed adolescenti. Sebbene un numero relativamente limitato sviluppi una vera e propria patologia PTSD, Feldman ha sottolineato che il 70% dei bambini israeliani e palestinesi in età prescolare (fino a 7 anni) presentano sintomi quali: aggressività, perdita del sonno, ansia e disturbi alimentari. All?incontro di Roma, moderato dal Prof. Caffo, Presidente della Fondazione Child, e dal Prof. Leckman, Direttore del Child Study Centre dell?Univeristà di Yale, hanno partecipato l?Univeristà di Telaviv, l?Università di Al-Quds, il Ramallah Mental Health Centre e altri istituti di riferimento per la salute mentale di bambini e adolescenti nel territorio palestinese ed israeliano. Obiettivo del workshop è stato quello di prendere in esame i casi clinici e discutere alcuni progetti già attivi o in progress, quindi verificare l?opportunità del loro finanziamento attraverso i fondi dell?Unione Europea destinati al conflitto arabo-israeliano. Ad illustrare le politiche dell?Unione, c?erano il Prof. Stefani, Direttore Onorario Generale della Commissione Europea e il Dott. Calaprice, membro del Centro Europeo di Studio e Documentazione. ?Il gruppo ERICE, afferma Mustafa Qossoqsi del Almadina Institute of Psychotherapy di Nazareth, è un laboratorio di idee e progetti di intervento tesi a proteggere i bambini e gli adolescenti dagli effetti devastanti della guerra, uscendo dalla logica di ?competizione? rispetto al numero delle vittime. L?attenzione si sposta sui bambini e gli adolescenti vivi, promuovendo verso di loro un?azione preventiva e di supporto che tuteli la loro salute mentale, quale elemento fondamentale per costruire un futuro di pace?. ?La Fondazione Child?, come evidenziato dal Prof. Ernesto Caffo, ?è impegnata in prima linea nella tutela della salute mentale di bambini ed adolescenti coinvolti nel conflitto israeliano-palestinese attraverso la promozione di incontri tra Università, Istituzioni italiane, europee ed internazionali, per un impegno comune a sostegno di progetti di intervento in questi territori. Occorre trovare risposte e nuovi strumenti per costruire percorsi di tutela e di prevenzione rivolti alla famiglia e che mettano in primo piano il bambino come soggetto di bisogni e di diritti?. ?E? fondamentale lavorare con la famiglia?, ribadisce il Professore James Leckman, Direttore del Child Study Centre dell?Università di Yale. ?Nell?esperienza traumatica della guerra il ruolo dei genitori è centrale: lo stress e il disagio psicologico che spesso si ripercuotono nell?ambiente familiare incidono fortemente sulla vita del bambino, il quale nella crescita matura rabbia, odio verso culture differenti dalla propria per mancanza di strumenti. Spesso questa distanza nasce da un problema di comunicazione provocata dai mass media e dalla comunità?. ?La partecipazione all?incontro di oggi,? afferma il Professore Umberto Stefani Direttore Generale Onorario della Commissione Europea, ?non può non rientrare nello spirito che ha animato e anima l?attività comunitaria a sostegno di Palestina ed Israele; ?per la Commissione è prioritario rendere protagonisti dei programmi di sostegno i destinatari stessi dell?aiuto, quindi gli esperti della salute mentale, provenienti dai territori coinvolti nel conflitto?. Per informazioni Ufficio stampa Fondazione Child Novella Pellegrini ? Simonetta Di Miele Tel. 06/58320492 Cell. 348/7908070 Fax: 06/5817547 Email:novella.pellegrini@azzurro.it


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