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Benedetto 5 per mille! Grazie al successo più fondi alla ricerca

Airc: il peso della raccolta fondi

di Daniela Verlicchi

Benedetto 5 per mille. Grazie ai proventi delle firme sulla dichiarazione dei redditi 2006 (quasi 32 milioni e mezzo di euro), Airc potrà investire di più in ricerca (393 i progetti finanziati l’anno scorso). Quanto e come lo deciderà un Advisory board scientifico con esperti internazionali che si riunirà dal 3 giugno a settembre. «Sarà un periodo entusiasmante: il Board delineerà gli orizzonti di ricerca sui quali investire per i prossimi cinque anni alla luce dei progressi scientifici fatti in Italia», racconta il direttore generale di Airc, Nicolò Contucci. La novità nel bilancio 2008 dell’associazione per la ricerca sul cancro, in comune con la Firc, la gemellata fondazione, è proprio il 5 per mille: grazie alle donazioni del 2006, incassate ad agosto 2008, le entrate sono cresciute del 28%. Bel colpo per un’associazione che si regge al 99% sul fundraising. «Gli unici contributi pubblici arrivano dalla Regione Sicilia che contribuisce alle nostre iniziative fornendoci le arance per la nostra raccolta di piazza: 500mila euro in tutto», quantifica Contucci.
Sul fronte fundraising Airc è tradizionalista. Due i pilastri della raccolta fondi per l’associazione diretta da Contucci: direct mail e iniziative di piazza, cioè l’offerta delle arance della salute e delle azalee della ricerca in cambio di contributi. Dalla prima, l’associazione ha ricavato nel 2008 quasi 28 milioni di euro, con un incremento del 7% rispetto al 2007; dalla seconda, sommando anche i proventi delle raccolte dei comitati regionali, oltre 20 milioni. Ricavi in crescita anche in un settore ormai molto affollato come quello del marketing postale: come è possibile? «Il direct mail è un cantiere sempre aperto. Negli anni abbiamo sviluppato professionalità nel comunicare ai soci i contenuti giusti al momento giusto». Sono 59 le persone che lavorano al fundraising di Airc. Tradizionale il canale ma innovativo lo stile di comunicazione.
L’associazione, spiega il direttore, cerca di utilizzare la posta tradizionale un po’ come quella elettronica: nella maniera più interattiva possibile. Ovviamente si investe anche sul sito («Non si può esser distratti sul mondo del web») ma le lettere a casa permettono di essere «vicini» a tutti i donatori, indipendentemente dall’età e dal livello di alfabetizzazione informatica. Meno sviluppata invece la raccolta fondi rivolta alle aziende. «Abbiamo alcuni grandi sostenitori: Unicredit, Banca Intesa, le compagnie telefoniche», dice Contucci, «che ci aiutano offrendoci i loro servizi gratuitamente (come nel caso delle telefoniche), con contributi liberali (anche da parte dei dipendenti) e con donazioni al posto delle strenne natalizie».


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