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Welfare & Lavoro

Bigiare il processo o la mia famiglia?

Lettere dal carcere / Scegliere tra due mali è un'alternativa?

di Redazione

Gentile redazione, vi ho mandato una lettera qualche settimana fa dal carcere di Opera per chiedervi un consiglio in merito alla mia situazione famigliare. Dopo essere stato arrestato in Romania nel ?96 dove vivevo con la mia compagna di nazionalità rumena e il nostro bambino di 27 mesi, sono stato portato in Italia per scontare una condanna per un reato di bancarotta fraudolenta, ma la mia famiglia non ha potuto entrare in Italia perché non potevo mantenerla. Ora sono stato trasferito a Genova per tre mesi di colloqui. In seguito alle mie proteste (e allo sciopero della fame), sono riuscito a ottenere il visto per la mia convivente rumena e così potrò rivedere il mio bambino per il quale tanto ho lottato. In breve saranno entrambi in Italia. Sto facendo le carte per sposarmi e chiedere così il ricongiungimento familiare; il visto, però, dura solo un mese e intanto sto aspettando di essere trasferito a Trieste per un processo, quindi ho il terrore di non farcela. Ho paura di non avere il tempo necessario a sposarmi perché non posso assolutamente mancare al processo. Si tratta di una condanna di due anni in contumacia contro cui ho fatto ricorso e, non avendo un avvocato, non posso far rinviare l?udienza. Qui, in carcere, si stanno dando tutti da fare per il mio matrimonio, ma se io non sarò presente la speranza di riavere la mia famiglia vicina che alla fine del mese dovrà tornare in Romania, sfumerà. Ora devo decidere se prendere due anni di condanna in più senza poter fare niente oppure perdere la mia famiglia. Che fare?

Ghio Attilio, carcere di Genova Marassi

Caro Attilio, mi fa piacere sapere che ha preso in considerazione l?idea del ricongiungimento familiare. Credo che sia l?unico modo per avere la sua famiglia accanto mentre finisce di scontare la condanna. Non vorrei tornare sul senso di impotenza che mi prende quando devo trovare le parole per quesiti così difficili. Cercare di avere la famiglia in Italia o due anni di galera? Un bel dilemma. Purtroppo non posso consigliarle altro che trovare subito un avvocato con il gratuito patrocinio e vedere con lui come aggirare l?ostacolo; non dovrebbe esserle impossibile. Le mie parole suonano un po? false, me ne rendo conto, anche perchè dall?altra parte del cielo tutto è più difficile, quando non impossibile. Soprattutto in agosto quando il silenzio del mondo esterno si fa ancor più pesante, i direttori degli istituti vanno in vacanza e i loro sostituti non sempre sanno come controllare le calure estive dei poliziotti penitenziari. Proprio in queste ore è giunta in redazione l?ennesima denuncia da radio carcere: vittima di un pestaggio un detenuto marocchino di san Vittore recluso nel raggio ?Bronx? ( dove gli italiani si rifiutano di andare) che aveva alazato troppo la voce.

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