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Media, Arte, Cultura

Bikila, una volata dall’altro mondo

Roma 1960 Piedi nudi sui sampietrini.

di Edio Costantini

L?immagine di Abebe Bikila che compie la sua fantastica e vincente galoppata tra gli antichi monumenti romani resta dunque uno straordinario simbolo di un?Olimpiade diversa, dove antico e moderno, storia ed attualità, potevano ancora mescolarsi armoniosamente. Temo, purtroppo, che tra qualche settimana l?immagine di atleti che sfileranno madidi di sudore con il Partenone di Atene sullo sfondo degli schermi tv non avranno lo stesso pathos, perché sicuramente spot pubblicitari e cartelloni disseminati ovunque ci suggeriranno che il vero protagonista dello sport è una bevanda gassata, una scarpa da jogging o una costosa tuta. E niente più poesia come fu ancora ai tempi di Bikila. Lo sport, visto nella sua interezza, e non soltanto quello olimpico, avrebbe invece un gran bisogno di riacquistare un po? della poesia e dell?umanità di cui era capace in quell?estate del 1960. Personaggi come lo stesso Bikila, il nostro Berruti, Wilma Rudolph e tanti altri che si imposero in quei Giochi erano gente semplice. E la gente lo capiva, ed anche per questo li amava subito, sentendo che tra il campione e lo spettatore, finita la gara, la distanza non era poi così incolmabile. Se il grande sport perde del tutto la capacità di affascinare e di conquistare la gente, soprattutto i giovani, offrendo loro esempi da imitare e valori da condividere, allora perde molto della sua funzione sociale. L?immagine dell?etiope Bikila avviato al trionfo è però segno anche di un altro cambiamento, di cui allora nessuno si rese perfettamente conto. Bikila era il primo atleta di nascita e di nazionalità africana a dominare in un?Olimpiade, e il suo successo avvenne sotto gli occhi di tutta la vecchia Europa, che quei Giochi li poteva seguire per la prima volta in diretta Eurovisione. La storia dello sport era stata costruita, fino ad allora, dagli atleti dei Paesi ?evoluti?, talvolta di colore come Jesse Owens, ma sempre di nascita e di nazionalità occidentale. Con l?impresa di Abebe Bikila era il cosiddetto Terzo mondo che si affacciava sul proscenio dello sport, per dire che aveva anch?esso un ruolo importante da recitare.


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