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Bolzano, legge ammazzalupi operativa da settembre. Lav: non resteremo a guardare

Già ai primi di settembre potrebbe essere ucciso il primo animale. Il decreto provinciale dello scorso 17 agosto definisce l’istituzione di “zone pascolive protette”: una farsa e un pretesto per la Lega anti vivisezione-Lav per aprire la caccia al lupo. Gli animalisti preparano il ricorso al Tar

di Antonietta Nembri

La Provincia di Bolzano con un decreto provinciale pubblicato lo scorso 17 agosto definisce l’istituzione delle cosiddette “zone pascolive protette”. Questo atto, per la Lega anti vivisezione-Lav rende «chiara la strategia della politica altoatesina per poter uccidere quanti più lupi possibile su tutto il territorio provinciale, in spregio delle norme europee e nazionali di tutela».

Con tale documento, spiega una nota di Lav, la Provincia stabilisce che nel 98% delle malghe presenti sul territorio diventa legittima l’uccisione dei lupi. Ma ciò che lascia più sconcertati gli animalisti sono “gli assurdi criteri, adottati dalla Provincia con delibera dell’8 agosto, per definire quelle che sono “le zone pascolive protette”.

I criteri

Per rientrare tra il 98% delle malghe dove sarà possibile uccidere i lupi, infatti, è sufficiente che nel territorio della malga sia presente, ad esempio, un corso d’acqua o un sentiero, oppure la mancanza di una cuccia adeguata per il cane da guardiania.

E per rientrare in quella percentuale è anche sufficiente che il 10% del territorio della malga sia coperto da boschi o da terreni sassosi, se poi destinare un terreno sassoso al pascolo sia un’assurdità evidente anche ai non pastori, poco importa” chiosa la Lav “in quella malga si potranno comunque uccidere i lupi”. 

Mancano recinti anti-predazione

Nella nota si sottolinea che: le disposizioni provinciali di Bolzano sembrano scritte direttamente dagli agricoltori e allevatori locali, che da sempre rifiutano l’adozione delle misure di prevenzione dalle predazioni del lupo, come avviene invece in tutto il resto d’Italia. Nel 2022 tramite un accesso agli atti, Lav aveva potuto dimostrare che nelle 1.488 malghe attive in tutta la Provincia, gli allevatori avevano in carico solamente 33 recinti anti-predazione, evidenziando così le loro dirette responsabilità degli atti predatori compiuti dai lupi

«La Giunta provinciale bolzanina, evidentemente in pieno furore pre-elettorale e alla spasmodica ricerca di voti, sembra abbia solamente messo la firma ad atti scritti sotto dettatura dagli allevatori che non hanno alcuna intenzione di adottare le misure di prevenzione delle predazioni»,  dichiara Massimo Vitturi, responsabile nazionale Lav, Animali Selvatici «una vera e propria guerra scatenata da anni anche attraverso slogan e immagini truculente in tutta la provincia, giunge ora all’apice con la decisione dell’assessore Schuler di uccidere il primo lupo». 

Ricorso al Tar

La Lav conclude la nota ricordando che la Provincia dichiara di aver già chiesto il parere di Ispra per procedere con la prima uccisione, in caso di riscontro positivo, già dal 2 settembre i fucili dei forestali bolzanini potrebbero fare la prima vittima.

La Lega anti vivisezione quindi «sta già preparando il ricorso al Tar per bloccare questo vergognoso atto che per la prima volta in Italia potrebbe comportare l’uccisione di un lupo, colpevole solo di essersi cibato di animali che gli allevatori gli hanno lasciato a disposizione. Non resteremo a guardare e ci opporremo in ogni sede a questa deriva ammazzalupi, nonostante abbia il pieno sostegno del Governo, che si è ben guardato dall’impugnare la Legge provinciale».

In apertura photo by Josh Felise on Unsplash


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