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Bonelli, il verde fuori onda

Il leader ambientalista, dopo lo sciopero riprende la battaglia. Intervista

di Ettore Colombo

Per la casta dei conduttori tv non esiste. «Mai invitato a un talk show, di destra o di sinistra». La politica? «La sostanziale indifferenza mi ha molto colpito, anche sul piano umano». Chi glielo fa fare di remare così controcorrente? «Quei ragazzi che gridavano “Né di destra né di sinistra, vogliamo solo aria pulita”»
Dopo 34 giorni di sciopero della fame e un ricovero d’urgenza in ospedale, c’è voluto l’intervento diretto del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano perché il leader dei Verdi, Angelo Bonelli sospendesse il suo sciopero della fame. Solo per questo Bonelli – da una clinica di Pomezia, dove era stato ricoverato per gravi complicazioni alle vie urinarie – ha posto fine al suo digiuno. È ancora debilitato, parla con voce stanca, ma ha ripreso l’iniziativa politica secondo il suo stile: ha annunciato un quesito referendario per abolire la caccia. «È una cosa antistorica. Bisogna avere il coraggio di bandirla».
Vita: Bonelli, ne valeva la pena?
Angelo Bonelli: Forse non è stato né sarà risolutivo il mio sciopero della fame, ma almeno ha segnalato un’emergenza: la marginalità, nel dibattito politico, dei temi ambientali. Certo, anche dopo averlo finito, mi hanno detto «Ma chi te lo fa fare?», «Pensa alla salute». Il guaio è che le avevo tentate tutte. Avevo scritto per ben due volte ai principali direttori di rete e dei tg per chiedere attenzione sui temi ambientali e sul progetto politico dei Verdi. Risultati, zero. Eppure, dopo mesi di allarmismo sull’influenza A e 24 milioni dosi di vaccino anti influenzale comprati dallo Stato e rimasti invenduti, sui veri e grandi temi ambientali è sceso uno sconfortante silenzio. Pensa all’ipocrisia sull’emergenza smog: ogni anno sono 7.400 i cittadini italiani che muoiono a causa dell’inquinamento nelle nostre città, in assenza di provvedimenti di un governo che taglia i fondi per il trasporto pubblico, la mobilità sostenibile e il verde pubblico. Si tratta di un vero omicidio di Stato, ma non ne parla nessuno.
Vita: Eppure, i conduttori dei talk show protestano a loro volta, contro la par condicio ?
Bonelli: Il vero oscuramento lo subiamo noi Verdi, e da anni. Negli ultimi tre anni non un esponente Verde è stato invitato a Ballarò, ad Anno Zero, dalla Lucia Annunziata. Anche il mio sciopero della fame ha dato fastidio. «Ma cosa vuole, questo Bonelli?», dicevano i vari conduttori di talk show, «Gli elettori lo hanno escluso dal Palazzo, mica noi?». Il guaio è che se non sei dentro il circuito autoreferenziale che esiste e che governa il rapporto politica-informazione, di scioperi della fame ci puoi morire.
Vita: Solidarietà ricevute, tra mondo politico e gente comune?
Bonelli: Moltissime quelle dei cittadini, oltre che dei militanti e simpatizzanti Verdi. La pagina web che abbiamo messo sul sito dei Verdi ha ricevuto migliaia di contatti, di adesioni e testimonianze di solidarietà. Alcuni volti noti, come Giobbe Covatta e Mario Tozzi, hanno manifestato il loro sostegno. Tra le forze politiche, anche quelle di sinistra, molto meno. In particolare, si sono spesi Ignazio Marino e Roberto della Seta del Pd, il segretario del Prc, Paolo Ferrero. E pochi altri. La sostanziale indifferenza della politica mi ha molto colpito, anche sul piano umano. Si vede che davo fastidio.
Vita: In altri Paesi europei i Verdi invece vanno per la maggiore. Siete isolati solo in Italia?
Bonelli: Vede, alle ultime elezioni presidenziali in Francia i Verdi erano crollati all’1,6%, ma dopo due anni, alle Europee, hanno fatto il boom, salendo al 16%. Merito di un leader come Daniel Cohn Bendit, certo, ma anche del fatto che le loro proposte sono state ascoltate e discusse, nel Paese e sui media. In Italia, se non appartieni alla Casta, sei finito, sei morto, subisci un ostracismo totale. A questo mi sono ribellato.
Vita: È diventato presidente dei Verdi predicando la trasversalità dei temi ambientali. Ci crede ancora?
Bonelli: Sì, assolutamente. L’ambiente è un tema e un diritto universale, dunque trasversale. Quando un cittadino si ammala ai polmoni, non è di destra né di sinistra: è un uomo – e una società – che vanno aiutati. Ad una bellissima manifestazione contro l’Ilva, che si è tenuta a Taranto, centinaia di ragazzi reggevano uno striscione: «Né di destra né di sinistra, vogliamo solo aria pulita». La politica non lo capisce, ma la società sì: serve più giustizia sociale, rispetto della legalità, diritti ambientali, diritto al lavoro. I Verdi servono a questo: diffondere aria fresca e dare risposte ai temi ambientali.
Vita: Qualche esempio?
Bonelli: A Pomigliano e a Termini Imerese la produzione di auto deve essere riconvertita in produzione di mezzi pubblici non inquinanti (siamo sotto del 40%, sulla media Ue), per garantire il rilancio dell’occupazione e la decongestione del traffico urbano. Anche investire in energie rinnovabili produce più occupazione e migliora la qualità della vita dei cittadini. Il nucleare è costoso e pericoloso: la Germania della Merkel investe nelle energie rinnovabili ed è leader nella produzione del fotovoltaico, facendo crescere i posti di lavoro (300mila contro gli 8mila in Italia). Si può fare. Ma serve un vero e complessivo progetto di governo che abbracci lavoro, mobilità, traffico, diritti. Come pure, invece di parlare di inutili grandi opere come il Ponte sullo Stretto, bisognerebbe lanciare un grande piano per i trasporti pubblici: ogni giorno un cittadino romano perdere 135 minuti in auto, sottratti alla sua vita. Il fatto è che serve una svolta politica radicale, altro che discutere di anti berlusconismo!
Vita: Succedono anche cose curiose, come il netto no del ministro Zaia sugli ogm?
Bonelli: Benissimo la presa di posizione di Zaia e della Lega sul no agli ogm in Italia. Ma cosa ne pensa il resto del Pdl? In Italia non esiste una legge sugli ogm e non credo passerebbe perché il Pdl è contrario. Temo che quella di Zaia resti una voce isolata.
Vita: Va meglio il centrosinistra? Bonelli: No, perché sono fin troppe le giunte locali di centrosinistra che varano piani regolatori carichi di cemento e che tolgono vincoli paesaggistici e ambientali. Quante delle recenti frane sono dovute proprio a concessioni edilizie concesse a gogò?


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