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BRASILE. Nomadi amazzoni in fuga dal disboscamento

Survival International denuncia la condizione di una tribù nomade in Amazzonia, gli Awà, costretta alla fuga dal opera dei taglialegna, che nello Stato di Maranhão, avanza senza sosta

di Lorenzo Alvaro

Survival International ha lanciato una campagna urgente per la protezione degli Awá, una delle ultime autentiche tribù di cacciatori-raccoglitori nomadi del Brasile. Incalzati dai bulldozer, che stanno rapidamente distruggendo la loro foresta, trecento nomadi dell’Amazzonia orientale si sono dati alla fuga. Circa sessanta membri della tribù non hanno mai avuto alcun contatto con il mondo esterno.
Taglialegna, allevatori di bestiame e coloni stanno invadendo la terra degli Awá esponendoli a malattie e violenze, e cacciando la selvaggina che da sempre è la loro principale fonte di sostentamento. Un gruppo di taglialegna è al lavoro ad appena tre chilometri da una delle loro comunità. Negli anni Settanta, l’Unione Europea e la Banca Mondiale finanziarono un’enorme miniera di ferro nella regione richiamando sul posto ondate di coloni. Più di due terzi degli Awá contattati dal governo in quel periodo morirono. Molti degli Awá contemporanei sono i sopravvissuti di terribili massacri. Dopo aver assistito allo sterminio della sua famiglia, Karapiru, un uomo awá, ha vagato per dieci anni da solo nella foresta credendo di essere l’ultimo Awá rimasto. Si è ricongiunto con gli altri solo nel 1988. Pur avendo ufficialmente riconosciuto la terra degli Awá nello Stato di Maranhão, il governo brasiliano sta mancando al suo dovere di proteggerne i confini. Fiona Watson, attivista di Survival, ha incontrato alcuni degli Awá contattati: «Gli Awá sono dei cacciatori formidabili e degli esperti raccoglitori, ma hanno bisogno di ogni millimetro della loro foresta per poter provvedere a loro stessi. Contro ogni previsione, sono riusciti a sopravvivere fino al Ventunesimo secolo, ma se il governo non agirà velocemente, potrebbero non riuscire a vederne la fine.»


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