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C’è un camaleonte a fianco dei poveri

Il Bangladesh Rural Advancement Committee riesce a passare con facilità dai normali programmi di sostegno alle emergenze umanitarie.

di Paolo Giovannelli

Il Bangladesh Rural Advancement Committee (Brac) è fra le più importanti ong asiatiche, una vera e propria ?corazzata della solidarietà?: dispone di quasi 26 mila operatori, accanto ad altre 34 mila figure semiprofessionali, fra insegnanti e addetti a svariate attività. Con il Brac i governi mondiali stringono accordi diretti e molte altre associazioni umanitarie internazionali la additano ad esempio. Questa organizzazione infatti gestisce una buona fetta del welfare in Bangladesh, sovente al posto del governo, pur navigando in acque tempestose. Molti dei 125 milioni di abitanti dello Stato asiatico sono ciclicamente messi alle corde da violentissime calamità naturali (tifoni, alluvioni, cicloni), dai loro effetti (carestie e fame) e da malattie che imperversano in un clima nemico dell?uomo. Per far fronte a tutto questo e per organizzare velocemente interventi di emergenza, servono soldi. Non è un caso che nella capitale Dacca, la sede del Brac sia una sorta di ?Pirellone?? tutta in vetro, con un intero piano riservato al personale che si occupa delle attività di fund raising, ossia della raccolta dei finanziamenti. Il Brac ha fatto molti passi in avanti a partire dal 1972, anno successivo alla guerra di liberazione dal Pakistan. Allora il Brac era un piccolo e attivo comitato creato per aiutare le migliaia di sfollati che rientravano nel ?Bengala orientale?. Presieduta da Syed Humayun Kabir, la ong del Bangladesh ha oggi il suo ispiratore nel direttore esecutivo Fazle Hasan Abed. «Fra i programmi di aiuto di cui andiamo più fieri», afferma Abed, «c?è quello di sviluppo rurale (il Rural development programme), lanciato nel 1986, che cerca di favorire il progresso nell?organizzazione della vita sociale ed economica dei villaggi. Il programma fornisce finanziamenti diretti ai piccoli agricoltori e allevatori impegnati in attività che possono produrre reddito, come l?allevamento dei polli e dei bachi, di altre specie di bestiame e la costruzione di vasconi per la piscicoltura. A oggi beneficiano del Rural development programme», conclude Abed, «circa 3 milioni e 200 mila persone». Una caratteristica su tutte del modo di operare del Brac che spesso colpisce lo stesso personale umanitario occidentale, è quella dell?estrema facilità e velocità dal passare nella gestione a ritmi ?normali? dei progetti di sviluppo a quelli, realmente forsennati, delle emergenze. Nel 1998 il Bangladesh finì letteralmente sott?acqua a causa di un?alluvione che colpì oltre 30 milioni di persone, distruggendo 350 mila case, 4.390 scuole elementari, 11 mila chilometri di strade e 4 mila di argini, un milione di ettari di coltivazioni. «Quando mi recai là per partecipare all?organizzazione del primo aiuto», testimonia il coordinatore dei programmi d?emergenza del Cesvi, Luca Aiolfi, «rimasi sorpreso dalla funzionalissima ?camaleonticità? degli interventi e della versatilità del personale del Brac, allenato per necessità a rispondere agli attacchi improvvisi della natura». Altre iniziative più che degne di nota gestite dal personale umanitario del Brac sono il Programma per l?educazione, il Programma di salute e il Programma urbano. Il primo, in sigla Bep, è stato avviato nel 1985, con interventi che mirano a supportare scolasticamente i giovanissimi studenti non inseriti dalla scuola statale; oggi si avvalgono del Bep 34 mila 500 scuole per un totale di 1 milione e 100 mila studenti, di cui il 70 per cento sono ragazze. Il modello di insegnamento scolastico messo a punto dall?ong di Dacca è inoltre spesso replicato in molti altri Paesi del Sud-est asiatico e da altre ong dell?Asia, dell?Africa centrale e settentrionale vi hanno ricalibrato le loro iniziative di educazione primaria. Una parte specifica del Bep coincide di fatto con il Programma urbano, iniziato dopo il monitoraggio effettuato nove anni fa dal personale del Brac sul livello di istruzione di bambini e adolescenti delle baraccopoli delle grandi città del Bangladesh, specie di Dacca. Il Brac, nel 1992, aprì 10 scuole ?di città? che oggi, grazie al buon lavoro svolto nelle periferie urbane, sono diventate quasi 1.300. Il Programma di salute (Health and population programme) è incentrato, essenzialmente, sia sul controllo delle nascite sia sulla lotta alle più frequenti e pericolose malattie, quali la diarrea, le malattie veneree e l?Aids. Gli operatori sociali del Brac che lavorano nel settore informazione ed educazione allo sviluppo calcano come fossero importanti palcoscenici le piazze dei villaggi delle campagne del Bangladesh dando vita a vere e proprie pièces teatrali solidali. L?obbiettivo è quello di comunicare alla gente che abita le campagne più depresse, uomini e donne che raramente sanno leggere e scrivere, le problematiche sociali ed economiche causa delle profonde ingiustizie in cui si dibatte la società in cui vivono. Bangladesh Rural Advancement Committee (Brac) e-mail: brac@bdmail.net


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