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Sanità & Ricerca

Carcere e Aids, primo problema per la Camera

La Camera ha inserito il provvedimento che prevede l’incompatibilità della detenzione in carcere per i malati di Aids conclamato e dei sieropositivi

di Redazione

Una buona notizia sul fronte della possibile scarcerazione dei malati di Aids conclamato e dei sieropositivi che non ricevono cure in carcere. La Camera ha infatti inserito il provvedimento che prevede l?incompatibilità della detenzione in carcere per questi pazienti nella prima seduta del nuovo anno, l?11 gennaio. La richiesta contenuta nell?appello di ?Vita? lanciato in occasione del 50° anniversario della Dichiarazione dei diritti umani (lo scorso 10 dicembre) a cui avevano aderito personalità e associazioni (tra cui Lella Costa, Maurizio Costanzo, Franca Rame, Vittorio Agnoletto e Lila, Rosaria Iardino e Anlaids) ha trovato una prima risposta dalle istituzioni. Soddisfatto Franco Corleone, viceministro della Giustizia ed estensore della proposta di legge da cui è stato tratto il documento in discussione: «Quest?intervento legislativo risponde alla sentenza della Corte Costituzionale del ?95 che ha dato luogo alla sostanziale cancellazione della norma che prevedeva il differimento della pena quando essa pregiudichi la salute del soggetto. Il nuovo testo risponde a criteri scientifici nella definizione della malattia e alle esigenze di sicurezza della comunità». Anche il detenuto più famoso d?Italia, Sergio Cusani, impegnato in difesa dei diritti dei carcerati, di recente ha criticato la sentenza del ?95: «Quando tempo fa tre sciammannati malati di Aids uscirono dal carcere a Torino e compirono dei reati», ha detto Cusani, «Ne pagarono le conseguenze 20 mila ragazzi». Speriamo che anche la sua voce serva a far finire questa ingiustizia. Per chiederlo, faxate le vostre proteste al ministro Diliberto, al numero 0668897778.


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