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Terzo settore

Certificazione delle competenze dei volontari, la Liguria fa da apripista

La certificazione delle competenze acquisite nell’attività di volontariato e nell’anno di Servizio civile universale è un obiettivo previsto dalla riforma del 2017. Il decreto arriverà a inizio 2024, dice la viceministra Bellucci. Un’esperienza già esistente in questa direzione è quella di Aism: il lavoro fatto con il progetto “Cives ad Curam” è entrato nel repertorio ligure delle qualificazioni e nel sistema regionale di certificazione

di Antonietta Nembri

Competenze più ricche grazie al volontariato e al servizio civile: lo si sa da tempo, ma ora si va finalmente verso una certificazione delle competenze che le persone acquisiscono facendo volontariato, di modo che siano riconosciute e spendibili in ambito scolastico e lavorativo.

Decreto in arrivo a inizio 2024

Il decreto – previsto dalla riforma del Terzo settore del 2017 – arriverà a inizio 2024. Maria Teresa Bellucci, viceministra per il Lavoro e le Politiche sociali, l’aveva anticipato incontrando le organizzazioni del Comitato editoriale di VITA e l’ha ribadito ieri – mercoledì 22 novembre – intervenendo alla due giorni del Forum Terzo settore dedicata proprio a questo tema: «Stiamo finalizzando il testo del decreto interministeriale per la certificazione delle competenze del volontariato, entro fine anno lo presenteremo agli altri ministeri coinvolti (Istruzione, Università e Pubblica amministrazione) per poi vararlo a inizio 2024. Il decreto definisce i criteri per il riconoscimento in ambito scolastico e lavorativo delle competenze acquisite in attività di volontariato: è un bell’esempio di lavoro di scrittura collettivo con i ministeri, ma anche con i rappresentanti del Terzo settore e delle altre parti sociali coinvolte, per cui il testo non necessiterà di ulteriori revisioni e potrà essere approvato in breve tempo. Nell’anno europeo dedicato alle competenze questa è la dimostrazione di quanto crediamo nel volontariato e nelle potenzialità di tutto il Terzo settore, ma anche nelle competenze trasversali di cui questo mondo si fa portatore». 

Far compiere al nostro Paese dei passi in avanti sul piano del riconoscimento delle competenze trasversali di chi opera nel Terzo settore è da tempo uno degli obiettivi del Forum Terzo settore, che ora ha realizzato insieme a Caritas italiana l’indagine “Noi+. Valorizza te stesso, valorizzi il volontariato”. La ricerca, realizzata dal dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre, ha coinvolto circa 10mila volontari e documenta come i volontari italiani siano esperti  di quelle soft skills (competenze trasversali) che l’Europa indica come cruciali: la capacità di relazionarsi con gli altri in modo efficace, di gestire le emozioni, la consapevolezza dell’importanza della sostenibilità ambientale, la capacità di costruire reti o di trasformare un’idea in un’opportunità per gli altri.

La ricerca sulle competenze trasversali

Oltre il 50% dei rispondenti all’indagine mette in campo, spesso o sempre nelle proprie attività di volontariato, le 11 tipologie di competenze trasversali indicate. Le più agite sono le competenze sociali (92,5%), seguite dalla competenza di “apprendere ad apprendere” al’86,9%. Le meno agite sono quelle manageriali e di leadership, con il 43,4% del campione che ha risposto di utilizzarle qualche volta o mai. Le donne in 9 competenze su 11 “staccano” gli uomini, con una differenza che supera i dieci punti percentuali nelle competenze interculturali (+12,4% rispetto agli uomini).

L’associazione italiana sclerosi multipla – Aism ha fatto da pioniere, avviando fin dal 2019 il progetto “Cives ad Curam”, andando a rivedere la griglia di valutazione e le aree di competenza, rendendo più adeguata anche la nomenclatura: un lavoro che poi la Regione Liguria ha voluto inserire nella sua revisione del “Repertorio ligure delle qualificazioni”, così che oggi è parte integrale del sistema di certificazione di Alfa Liguria, l’agenzia regionale per il lavoro, la formazione e l’accreditamento. 

L’esperienza di Aism in Liguria

«Aism guarda alle competenze concependole come elemento abilitante e trasversale non solo per i volontari e i giovani in servizio civile, ma anche per i dipendenti e le stesse persone con sclerosi multipla. Ovviamente il problema era quello di validare le competenze, così che possano fare parte dei curricula», spiega Paolo Bandiera, direttore generale di Aism. L’associazione infatti ogni anno accoglie a livello nazionale 800 giovani in servizio civile universale, ma come misurare e valutare le competenze acquisite? Ecco allora l’idea di sperimentare dei modelli di certificazione.

Il progetto Cives ad Curam

Con Fondazione Prioritalia, un’organizzazione che raccoglie dirigenti e quadri, Aism nel 2019 mette in pista il progetto “Cives ad Curam”, una sorta di laboratorio di competenze civiche. «Il nostro obiettivo era quello di realizzare un modello agile, replicabile e sostenibile», ribadisce Bandiera. Non per nulla Marcella Mallen, presidente di Prioritalia è anche presidente dell’Alleanza per lo sviluppo sostenibile- Asvis. Nel percorso è stata coinvolta anche la Cnesc. Questa la cornice del gruppo di lavoro che ha ripensato la griglia di valutazione e le aree di competenza, «rendendo più moderna anche la nomenclatura», sottolinea Bandiera. 

Di questo lavoro si è accorta la Regione Liguria, che ha chiamato Aism al tavolo regionale. Così da inizio 2023 il lavoro di revisione entra a far parte del “Repertorio ligure delle qualificazioni” e quindi del sistema di certificazione di Alfa Liguria, l’agenzia regionale per il lavoro, la formazione e l’accreditamento: «Come Aism abbiamo lavorato su tre schede: “essere in grado di agire in modo sostenibile”; “essere in grado di incorporare e agire i valori” e infine “essere in grado di esercitare la cittadinanza attiva”», dice il direttore generale.

Soft skills spendibili anche al lavoro

«In particolare, in riferimento alla capacità di “incorporare i valori dell’ente”, non va dimenticato che ai ragazzi in servizio civile viene chiesto di conoscere i valori dell’ente sviluppando un senso di appartenenza che li renda capaci di plasmare essi stessi quei valori. Ed è qualcosa che poi viene chiesto ai giovani anche a livello lavorativo, molte aziende oggi lavorano sull’employer advocacy». 

Nell’Anno Europeo delle competenze, il Forum del Terzo settore sta ragionando non solo sui ritardi dell’Italia rispetto all’Europa sul loro riconoscimento, ma anche su quale possa essere il contributo del Terzo settore per colmare il divario, grazie alla luce dell’esperienza portata avanti con il volontariato, il Servizio civile e la formazione dedicata ai soggetti più fragili.

Un progetto nazionale

Del resto, ricorda Bandiera, “Cives ad Curam” di Aism nasce come progetto nazionale che la Regione Liguria ha recepito e che l’associazione porta non solo ai giovani in Servizio civile, ma anche ai volontari e ai dipendenti. «In Liguria le competenze sono state validate e Alfa Liguria ha rilasciato i primi attestati: il passaggio successivo è quello di portare questo percorso anche ad altre realtà, mettendolo a disposizione a livello nazionale». 

In apertura giovani volontari di Aism


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