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Politica & Istituzioni

Così la città che parla

Strisce pedonali in rilievo, semafori vocali, “pilot guide” negli aeroporti. Strumenti che consentono ai non vedenti di essere informati sulla propria posizione e sulla direzione da prendere. Soluzion

di Antonietta Nembri

Inon vedenti sono sempre più emarginati, nonostante le innovative tecnologie che potrebbero essere messe al servizio dell?handicap. E così, mentre davvero poco si fa per ridurre questa emarginazione, sono numerosi gli elementi che contribuiscono ad aumentarla: il linguaggio grafico, i buchi neri su Internet, le informazioni solo visive, o quasi, nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti, sui mezzi di trasporto, i semafori (già adattati in molte città europee, ma da noi ancora fantascienza), gran parte dei servizi automatici, le riviste e i libri superillustrati e basta, per non parlare della televisione sempre più ricca di immagini e povera di parole… E chi più ne ha più ne metta. Insomma, il progresso scientifico e tecnologico che potenzialmente potrebbe aiutare i ciechi a conquistare maggiori spazi di autonomia e migliore qualità della vita, nei fatti sfiora di striscio i minorati della vista. E anche qualche lodevole iniziativa che pure viene pomossa, si perde nell?infinito oceano delle necessità quotidiane. Manca un?adeguata e organica politica di intervento che tenga conto degli oltre duecentomila ciechi e degli innumerevoli ipovedenti italiani. Queste sono le principali considerazioni stanno alla base del Forum ?Per l?abbattimento delle barriere della Comunicazione nella civiltà delle immagini: iniziative legislative e di ricerca tecnologica a favore dei minorati della vista?, organizzato a Roma dall?Unione italiana ciechi. «Occorre avviare insieme una riflessione capace di progettare un futuro meno preoccupante per i ciechi», ha sostenuto Tommaso Daniele, presidente dell?Uic. E quando si parla di futuro non si può non parlare anche di tecnologie. Ma Enzo Tioli, coordinatore del Forum, mette in guardia dall?eccessiva semplificazione del problema: «È ora di finirla con le utopie tecnologiche e occorre anche dire che la tecnologia ha i suoi limiti e noi non possiamo più fingere di non saperlo». Eppure c?è anche una tecnologia amica dei non vendenti. Basti pensare a tutti gli strumenti di uso comune, come una semplice tastiera del computer, che sono già una realtà. E si potrebbe partire proprio da qui per realizzare città, stazioni ferroviarie, aeroporti e televisione senza più barriere e a misura di non vedenti. Le nostre città, per esempio, sono ricche di segnali soprattutto grafici, ma per i ciechi si tratta di segnali ?inutili?. Rarissimi sono infatti i semafori a segnalazione acustica e del tutto inesistente la pavimentazione differenziata in corrispondenza di incroci e negli edifici pubblici. Anche servirsi dei mezzi di trasporto è una vera e propria impresa per i non vedenti: le biglietterie automatiche, per esempio, non hanno iscrizioni in braille e tanto meno segnalazioni vocali. Nelle stazioni ferroviarie basterebbe tradurre in braille le tabelle degli orari e per gli ipovedenti le segnalazioni potrebbero essere colorate. Anche negli aeroporti a una segnalazione visiva non corrisponde mai un?uguale segnalazione vocale: al Leonardo Da Vinci di Roma, però, si sta sviluppando un sistema di guida basato su una serie di trasmettitori posti in ogni sala, che segnalano al non vedente la propria posizione e quella dei principali servizi e percorsi. E per la televisione basterebbe aumentare i servizi di audiodescrizione, per ora riservati a una percentuale minima di programmi di fiction. Insomma, semplici ma preziosi accorgimenti per rendere la vita più facile a tutti. L?opinione di Giancarlo Martella E noi ci proviamo Milano si doterà di una rete a fibre ottiche, in poche parole si va verso il cablaggio della metropoli. Questa operazione farà sì che si potranno realizzare tutta una serie di servizi a favore degli utenti, tra questi naturalmente anche i disabili con handicap di diversa natura. Ma è solo con la disponibilità di queste nuove tecnologie, con una Milano ?in rete?, che si potranno avere servizi mirati come il telelavoro, la teledidattica, la carta magnetica di identità e la tessera sanitaria che permetteranno a tutti i cittadini di avere la città a portata di mano. Il valore aggiunto di questa operazione è il considerare tutte le diverse necessità dei cittadini. In ultima analisi si cercherà di far utilizzare al meglio e da tutti i diversi servizi che si potranno realizzare una volta l?intera città sarà cablata. Anche un progetto come la carta d?identità elettronica, che partirà sperimentalmente a Milano e che permetterà al cittadino di avere sempre l?anagrafe a disposizione, va in questa direzione. È chiaro che quando una pubblica amministrazione pensa a un servizio lo progetta mettendo tutti sullo stesso piano, ma deve saper preparare la strada anche per poter progettare e organizzare servizi anche per i cittadini più svantaggiati. Quindi i diversi sportelli automatici verranno pensati per poter essere accessibili ai disabili e a quanti hanno delle difficoltà . Assessore ai Servizi civici del Comune di Milano


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