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Attivismo civico & Terzo settore

Di chi è la Raitivù?

Nuccio Iovene, coordinatore del Forum, e Franco Marzocchi, portavoce, chiedono al Presidente Roberto Zaccaria segnali concreti di attenzione alla società civile.

di Alessandra Camarca

P arlare bene del Terzo settore, oggi va addirittura di moda. Sono milioni le persone impegnate attivamente nell?universo del non profit e ormai il riconoscimento del loro lavoro e del peso che l’economia sociale ha per il Paese è un dato di fatto. Eppure le realtà associative stentano a trovare lo spazio adeguato nei mezzi d?informazione, privati o pubblici che siano. Per rilanciare visibilità e diritto alla rappresentanza di un mondo ancora troppo sommerso come quello del volontariato e dell?impresa sociale il Forum del Terzo settore lancia una sfida alla Rai. Dopo qualche attesa di troppo (a un anno dalla nomina) il presidente Rai Zaccaria e il suo staff hanno ricevuto la rappresentanza del Terzo settore. «La Rai, se vuole dare senso al suo essere servizio pubblico alle soglie del Duemila, ha nei confronti del Terzo settore, del volontariato e dell?associazionismo un?occasione da cogliere, o almeno da non perdere». Così Nuccio lovene, segretario generale del Forum, ha aperto il suo intervento all?incontro del 29 settembre tra i rappresentanti del Terzo settore e il presidente dell?azienda pubblica Roberto Zaccaria. «L?occasione», ha dichiarato lovene, «è quella rappresentata dalla possibilità di dare voce e spazio a una larga fetta di cittadini e di conseguenza per la Rai un modo nuovo di relazionarsi alla società. Un servizio pubblico, al di là dell?ossessione dell?audience, ha un dovere verso gli spettatori, che, non dimentichiamo, pagano un canone: quello di fare anche informazione sociale, utile al cittadino». Nel contratto di servizio che l?azienda pubblica ha rinnovato quest?anno con il ministero delle Poste sono stati fissati impegni precisi sui temi dell?informazione e della comunicazione sociale, come la formulazione di un protocollo aggiuntivo per l?istituzione di una sede permanente di confronto tra azienda, consiglio consultivo degli utenti, e realtà del Terzo settore. Impegni che sino ad oggi non sono stati evasi. «Una porta d?accesso per il Terzo settore, ammette Nuccio lovene, «è rappresentata dalla presenza alla Rai del segretariato sociale, che ormai da un paio d?anni è stato un primo tramite tra l?azienda e la società civile. Fino a poco tempo fa era davvero complicato per le realtà del Terzo settore entrare in contatto con il servizio pubblico. Il segretariato sociale è stato dalla sua istituzione almeno una porticina, talvolta stretta e scomoda, dalla quale è stato possibile dialogare con la Rai e incidere in qualche modo sui suoi meccanismi». Per questo sono state chieste garanzie che almeno il patrimonio accumulato con il lavoro del Segretariato non vada perso, anzi, sia implementato. I rappresentanti del Forum sperano che, con una dirigenza Rai che più di una volta s?è dimostrata sensibile al mondo dell?associazionismo occupandosi personalmente dei diritti dei cittadini e degli utenti e che ha redatto una carta dei diritti dei cittadini nei confronti del servizio pubblico, verrà dato più spazio al segretariato e quindi al suo potere di migliorare la qualità e lo spazio dell?informazione sociale all?interno dei palinsesti tv. È il momento quindi per la Rai di rendere concreti tutti gli obblighi che derivano dal contratto di servizio, come la realizzazione di trasmissioni mirate per le fasce svantaggiate e una sensibilizzazione delle professionalità presenti nell?azienda che le aiuti a capire il mondo del terzo settore. «Spesso», afferma Franco Marzocchi, portavoce del Forum «mancano proprio le competenze da parte degli operatori del servizio pubblico, per capire il mondo del voloritariato o per parlare di esso. Una delle proposte fatte dai rappresentanti del Forum è stata di realizzare una convention cui partecipino tutti gli operatori Rai e i rappresentanti del Terzo settore, per discutere i palinsesti e per vedere quante trasmissioni trattano questi temi o potrebbero trattarli, sia tra le testate giornalistiche sia tra le trasmissioni cosiddette contenitori». Al termine dell?incontro è stata fissata un?agenda di lavori per dare concreta attuazione in particolare al rilancio del Segretariato sociale, e all?applicazione della regolamentazione per la raccolta fondi televisiva e la programmazione di attualità sociale. La sfida alla Rai del Terzo settore ha avuto, a pochi giorni di distanza, un secondo appuntamento: un incontro pubblico in collaborazione con il sindacato dei giornalisti Rai (Usigrai) dal titolo significativo: «Di chi è la Rai? Servizio pubblico, pluralismi e diritti dei cittadini». Vertenza in sei punti

    Ecco cosa chiede il Forum alla Rai
  1. L?istituzione di un gruppo di lavoro tra Rai e concessionaria per stendere il protocollo aggiuntivo previsto dal contratto di servizio per la creazione di una sede stabile di confronto tra Rai, consiglio consultivo degli utenti e le realtà del Terzo settore.
  2. La piena attuazione degli attuali strumenti previsti dal contratto di servizio, ad esempio il Televideo dove è previsto esplicitamente uno spazio riservato alle realtà del Terzo settore, l?attuazione di trasmissioni di servizio sia radiofoniche che televisive, e tutte le misure previste per l?informazione diretta alle fasce svantaggiate.
  3. La costruzione di un?osservatorio che faccia un monitoraggio annuale sull?informazione sociale.
  4. Verificare insieme alla commissione parlamentare di vigilanza e le modah?tà con cui si attua la normativa sull?accesso delle realtà sociali nell?azienda pubblica.
  5. Rilancio del Segretariato Sociale come interfaccia tra Rai e società civile organizzata.
  6. Strumenti operativi per l?applicazione della regolamentazione sulla raccolta fondi e la programmazione di pubblicità sociale.


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