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Fundraising

Dieci anni di Comitato testamento solidale: cosa è cambiato?

Cresce la raccolta fondi da lasciti: oltre il 70% delle organizzazioni registra un aumento. Più inclini al lascito sono le donne e le persone che già donano per cause sociali. La survey del Comitato testamento solidale tra le sue 28 aderenti, per i dieci anni dalla sua fondazione

di Sara De Carli

Il testamento solidale è donna per sette organizzazioni su dieci. E otto volte su dieci viene da una persona che ha già una forte abitudine alla donazione: fra loro, il 53,4% dona abitualmente alla stessa organizzazione che poi decide di inserire nelle sue ultime volontà, mentre il 26,9% sceglie di fare un lascito anche a enti di cui non era già sostenitore. Oltre il 70% delle organizzazioni (il 73,1%) negli ultimi dieci anni ha registrato un deciso incremento della raccolta fondi da lasciti, con la metà di tali realtà che ha visto una crescita delle entrate da testamenti solidali proprio negli ultimi tre anni, segnati da grandi stravolgimenti socio-politici come la pandemia e lo scoppio della guerra in Ucraina. Il testamento solidale è diventato uno strumento sempre più importante per la realizzazione dei progetti delle non profit: per più di una organizzazione su due (53,8%), nell’arco degli ultimi 10 anni la raccolta da lasciti ha rappresentato tra il 5 e il 10% della raccolta fondi generale ma un altro 19,2% il peso è stato tra l’11 e il 25%. In generale, quasi 9 organizzazioni su dieci si aspettano che nel prossimo decennio aumenterà la quota di italiani disporrà un lascito con finalità solidaristiche.

I dati arrivano dall’indagine che il Comitato Testamento Solidale ha promosso tra i suoi aderenti, in occasione dei suoi primi dieci anni. Erano sei i fondatori a giugno 2013, sono 28 oggi le organizzazioni aderenti: già questo un bel segnale di quanto la cultura dei lasciti solidali in Italia sia cambiata.

«Sono ormai dieci anni che, con il Comitato Testamento Solidale e le organizzazioni che ne fanno parte, ci impegniamo per far sì che il lascito a favore di una causa benefica sia sempre più conosciuto e scelto dagli italiani», dichiara Rossano Bartoli, portavoce del Comitato Testamento Solidale e presidente della Lega del Filo d’Oro. «Lo scenario globale incerto degli ultimi anni ha reso gli ambiti dei nostri interventi ancora più decisivi. Il sostegno che le Organizzazioni Non Profit possono dare a tante cause sociali, dal contrasto alla povertà alla lotta alla fame, dalla cura delle persone con malattie degenerative e disabilità alla ricerca scientifica, dalla salvaguardia dell’ambiente alla difesa dei diritti umani, è oggi ancora più rilevante. I dati che emergono dalla nostra survey lasciano ben sperare per il futuro: è evidente che le campagne di informazione e sensibilizzazione sul tema del lascito solidale stanno dando significativi risultati, ma il lavoro da compiere è ancora tanto».

Un atto di fiducia

Il testamento solidale è per definizione un atto di fiducia nei confronti del beneficiario scelto. Una fiducia a 360 gradi, se è vero che la quasi totalità del campione (92,3%) ha ricevuto lasciti destinati in generale alla mission dell’organizzazione e non vincolati alla realizzazione di uno specifico progetto/azione. È un segnale importante, che conferma la credibilità di cui godono presso i donatori queste organizzazioni che sono lasciate libere di utilizzare i fondi per gli interventi più importanti, più urgenti o magari per cui è più difficile trovare risorse da bandi e finanziamenti.

Un gesto alla portata di tutti

Il testamento solidale? Roba da ricchi. Il cliché è un po’ questo, ma in realtà non occorrono patrimoni importanti o una posizione sociale di privilegio per decidere di lasciare una piccola eredità in favore di una causa benefica. Quasi la metà delle organizzazioni intervistate (46,2% del campione) dichiara che i lasciti ricevuti hanno un valore tra i 50mila e 100mila euro, un altro terzo (34,6%) riceve lasciti tra i 10mila e i 49mila euro. E se il 26,9% del campione dichiara lasciti oltre i 100mila euro, c’è anche un 3,8% che riceve donazioni di piccola entità, a conferma del fatto che il lascito è un gesto alla portata di tutti.

Cominciare prima a fare cultura

L’età media di chi pensa e si informa sul lascito solidale è – come è naturale che sia – alta: sopra i 60 anni. In particolare, metà stanno nella fascia 60-70 anni e metà sono over70. Le organizzazioni però stanno iniziando a muoversi per sensibilizzare a questo importante gesto anche una platea un po’ più giovane, quella degli over50: il 46,2% delle organizzazioni dice di aver messo in atto campagne di comunicazione e strategie per portare il tema dei lasciti ad un target più giovane e il 26,9% del campione si dichiara di essere fortemente intenzionato a farlo. Un altro 26,9% invece non lo considera un obiettivo a breve termine.

Clicca qui per scaricare il numero speciale di VITA dedicato al testamento solidale e realizzato in collaborazione con il Comitato Testamento Solidale, con le storie di chi ha già fatto questa scelta.

Oggi aderiscono al Comitato Testamento Solidale Ail, Aism, Fondazione Don Carlo Gnocchi, Fondazione Lega del Filo d’Oro, Save the Children, Airalzh – Associazione Italiana Ricerca Alzheimer, Aiuto alla Chiesa che Soffre, Amref, Associazione Luca Coscioni, Cbm Italia, Centro Benedetta d’Intino, Comitato Italiano per l’Unicef Fondazione Ets, Coopi – Cooperazione Internazionale, Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, Fondazione Humanitas per la Ricerca, Fondazione Mission Bambini, Fondazione Operation Smile Italia Ets, Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica, Fondazione Progetto Arca, Fondazione Telethon Ets, Fondazione Umberto Veronesi, Greenpeace, Istituto Pasteur Italia, Smile House Fondazione ETS, Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Ets-Aps, Università Campus Bio-Medico, Vidas.      

Foto di Danilo Garcia Di Meo per il Comitato Testamento Solidale”, parte della mostra “Fare la differenza” realizzata in occasione del decennale del Comitato


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