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Economia & Impresa sociale 

Dopo il rap si esamina la legge per cancellare i debiti dei poveri

È iniziato in Commissione l’iter del ddl per abbattere 3000 dei 60 mila miliardi di crediti che l’Italia vanta verso i Paesi in via di sviluppo

di Redazione

Camera: è finalmente iniziato l?iter del disegno di legge, n. 6662, che punta alla realizzazione di ?misure per la riduzione del debito estero dei Paesi a più basso reddito e maggiormente indebitati?. Il testo il cui iter parlamentare è iniziato in Commissione esteri era stato presentato alla fine dello scorso anno dal ministro del Tesoro Amato di concerto con il ministro per gli affari esteri Dini. Sei articoli che prevedono l?annullamento del debito per un valore di 3000 miliardi di lire. Dopo le parole, il rap e Sanremo, anche il parlamento si sta occupando della questione del debito estero dei Paesi in via di sviluppo. Avvenimenti non estranei se si considera che anche il relatore, l?onorevole Giovanni Bianchi, non ha mancato di rilevare nel suo intervento che grazie alle performance di Jovanotti e Bono l?esame del provvedimento si inserisce in un «momento nel quale si coglie un favore prima impensabile nell?opinione pubblica». Da qui anche l?invito a un esame approfondito, senza però allungare i tempi. Il provvedimento in pratica, all?articolo 1, mira a rendere operative le intese raggiunte dai Paesi creditori in ambito multilaterale in tema di trattamento del debito estero. Potranno essere oggetto di annullamento (totale o parziale) i crediti dei Paesi che appartengono a due categorie: i crediti concessi come crediti di aiuto a condizione agevolate concessi dall?Italia nell?ambito di programmi di cooperazione allo sviluppo. La seconda categoria riguarda invece i crediti commerciali assicurati in base alle leggi 955 del 1953, 635 del 1961, 131 del 1967 e 227 del ?77 e successive modificazione nella cui titolarità è succeduta la Sace (sezione speciale per l?assicurazione del credito all?esportazione). Si tratta di un istituto pubblico che assicura i crediti all?esportazione a breve e medio-lungo termine. Benché nel disegno di legge si preveda la somma di 3000 miliardi come limite massimo complessivo dei crediti annullabili, il relatore ha auspicato che questa cifra possa essere elevata a 6 mila miliardi, come ha del resto dichiarato anche il presidente del Consiglio, Massimo D?Alema, nel corso di una recente intervista. L?Italia, nei confronti dei Paesi in via di sviluppo ha un credito complessivo di oltre 60 mila miliardi di cui oltre 38 mila di privati-banche e oltre 22 mila pubblici. Per il seguito dell?esame del provvedimento, il relatore ha anche auspicato che la commissione proceda all?audizione degli ?addetti ai lavori?, cioè del «mondo laico, cattolico, ecologista, del mondo dei professionisti, delle Acli e dell?Arci».


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