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Attivismo civico & Terzo settore

E ora la politica smetta di barare

Il portavoce del Forum del Terzo settore, lancia una sfida. «Nelle ultime finanziarie ci hanno chiuso la porta in faccia. Ma vediamo chi fa i conti giusti...»

di Giuseppe Frangi

Fosse per lui, sul biglietto da visita, scriverebbe una cosa sola: Edo Patriarca, professore di chimica. Non per falsa umiltà, ma per passione. Passione per la scuola, per quei ragazzi che riesce a entusiasmare anche insegnando la materia più noiosa del mondo, e passione anche per formule, atomi e molecole. Invece sul biglietto ci sta scritto che è presidente dell’Agesci insieme a Grazia Bellini, dal 1997, e portavoce, con Giampiero Rasimelli, del Forum del Terzo settore, l’organismo che raduna e rappresenta, dal 1996, quasi un centinaio di associazioni e di coordinamenti italiani («Una scommessa vinta: erano 45 all’inizio, oggi siamo a 97»), puntualizza con soddisfazione . Alla vigilia di Civitas, in cui il Forum giocherà un ruolo da protagonista, e soprattutto, alla vigilia della tornata elettorale, Vita lo ha intervistato. Vita: La prima domanda al professore di chimica. Perché la scuola le manca così tanto? Edo Patriarca: Perché è il più bel mestiere che ci sia. Vedere i ragazzi, crescere, imparare, stupirsi. Non c’è nulla di paragonabile. Sinché ho potuto ho mantenuto il mio posto al liceo di Carpi. Oggi confesso di averne nostalgia. Vita: La seconda domanda è al presidente dell’Agesci. Come si fa a tenere un’istituzione così storica e confessionale al passo con i tempi? Patriarca: Il segreto è nello spirito della formazione scout: la concretezza di chi è stato educato soprattutto al fare. E in quest’ottica concreta vedo negli scout anche una grande risorsa per la Chiesa. Sulla nostra strada arrivano sempre più ragazzi da famiglie secolarizzate, che aderiscono alla nostra proposta misurandola sulla qualità, sul percorso educativo così ampio nel tempo. Vita: Quindi, l’essere cattolici non è più una precondizione… Patriarca: Infatti, l’Agesci ha sempre più spesso compiti di prima evangelizzazione. Vita: E se un ragazzo di famiglia musulmana vuole iscriversi, che gli dite? Patriarca: L’ultimo patto associativo ha previsto l’apertura a bambini di altre religioni. Per ora i casi sono limitati: una cinquantina su 190 mila iscritti. Si è trovato un modus vivendi rispettoso, ma se, com’è presumibile, le richieste cresceranno, dovrà nascere, come in Francia, uno scoutismo anche per i musulmani. Vita: Per passare alla politica. Quanti sono i parlamentari con un passato da scout? Patriarca: Una quarantina, in ogni formazione. Ma l’associazione non ha nessun coinvolgimento a quel livello. Vita: Non c’è un po’ di disprezzo per la politica in queste sue parole? Patriarca: Affatto. Come portavoce del Forum in questi anni ho lavorato con parlamentari bravissimi, seri, molto preparati. Mi sono fatta un’idea del cosiddetto Palazzo molto diversa da quelle in voga. Vita: Eppure la campagna elettorale non trasmette simili sensazioni… Patriarca: Perché prevale la politica gridata. Conta solo l’immagine e l’apparire sui giornali. Di contenuti, che sono il lavoro principale della politica, si è sentito parlare poco o nulla. Vita: Provi lei a indicare dei contenuti in base ai quali scegliere il prossimo 13 maggio. Patriarca: In testa alle priorità, metterei la formazione permanente delle persone. È la scommesa per superare un modello scuolacentrico, che ormai è inadeguato ai tempi. Un modello più articolato e più flessibile che venga incontro alla varietà delle domande e dei bisogni. Non ci sarà sviluppo se non verrà sciolto questo nodo. Vita: Seconda priorità? Patriarca: Lo sviluppo dell’economia sociale. Non vogliamo privilegi, ma che le imprese non profit non siano trattate in modo punitivo. Quindi che abbiano almeno le stesse agevolazioni fiscali di medie e piccole imprese. E poi che venga data forma giuridica e dignità normativa a questo mondo. Vita: Qualche esempio pratico. Patriarca: Una famiglia che investe nei corsi d’inglese per i propri figli deve avere possibilità di deduzioni fiscali. Abbiamo fatto i conti precisi, in occasione delle precedenti finanziarie, per dimostrare che le minori entrate fiscali sarebbero state compensate da altri gettiti generati dai nuovi posti di lavoro creati. Vita: Con quale risultato? Patriarca: Nessuno. Il governo ci ha detto che non era possibile. Non è vero. Vita: Perché il Terzo settore fa così fatica ad affermare le proprie ragioni? Patriarca: Perché porta un modello di sviluppo diverso e questo rompe abitudini e poteri consolidati. E poi perché da parte nostra non abbiamo ancora a imparato a fare rete in senso davvero moderno. C’è sempre la tentazione del particolarismo e della nicchia. Invece basta guardare il successo di popolo, del tutto spontaneo, che suscita un’iniziativa come Civitas, per capire che la domanda oggi è molto più grande.


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