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Economia & Impresa sociale 

Facciamo i conti in tasca all’euro

Ormai è deciso, daremo l’addio alle lire. Ma non è detto che nel passaggio ci tocchino soltanto dei vantaggi. Risparmi, conti correnti, titoli di Stato, bollette, acquisti di tutti i giorni: abbiamo c

di Gabriella Meroni

Siamo nell?euro. Ma possiamo stare tranquilli? Il passaggio dalla lira alla moneta unica come inciderà sui nostri soldi? Ci saranno solo vantaggi o anche qualche rischio? Per difenderci meglio da una rivoluzione molto vicina (il 1° gennaio 1999 l?euro diventerà la nuova divisa europea), abbiamo posto cinque domande fondamentali a quattro esperti di tutela dei consumatori: Vincenzo Somma (Altroconsumo), Fabio Picciolini (Adiconsum), Anna Bartolini (giornalista), Anna Ciaperoni (Federconsumatori). Ecco la loro guida all?euro sostenibile. 1. Il 1° gennaio 1999 l?euro diventerà la moneta ufficiale anche per l?Italia. Cosa succederà alle lire? Dovremo cambiare tutti i nostri soldi? Dal 1° gennaio 1999 l?euro circolerà anche in Italia in forma di ?moneta scritturale?, cioè come moneta ufficiale degli istituti di credito, ma potrà essere utilizzata anche da tutti noi per le transazioni che coinvolgono le banche. Potremo emettere e incassare assegni e bonifici in euro, e pagare con la carta di credito sempre in euro. Sarà la banca a convertire automaticamente l?importo in lire se il cliente deciderà (e può farlo fino al 30 giugno 2002) di mantenere il conto in lire. Ma qui sorge un problema, che riguarda i passaggi tra le due monete. «Le banche italiane non hanno ancora detto se applicheranno o no commissioni e spese nel cambio euro-lira» dice Picciolini. «Sebbene la commissione europea abbia raccomandato conversioni a costo zero le banche italiane non hanno ancora preso posizione. Se dovessero decidere, come sembra, di lasciarsi spiragli normativi per applicare le commissioni, ci rimetteremo pesantemente. Se pensiamo che in media la commissione sui cambi di valuta è del 2%, figuriamoci che volume di denaro finirebbe alle banche se applicassero questa commissione su tutti i conti correnti. Ma noi ci non ci stiamo: il passaggio lira-euro deve essere a costo zero per il consumatore”. 2. Come cambierà la situazione dei risparmi, titoli di Stato e mutui? «Con l?introduzione dell?euro anche il debito pubblico dovrà essere convertito» dice Vincenzo Somma. «Il che comporterà la conversione dei titoli di stato a partire dal 1° gennaio 1999. Il problema è come. Il nostro ministero del Tesoro ha scelto una modalità che non ci convince, perché crea delle spezzature nei titoli di stato. Si è stabilito che dal 1° gennaio ?99 i titoli sottoscrivibili in asta avranno un minimo di 1000 euro e si potrà compravendere solo per questa quantità (o suoi multipli). Chi oggi ha un Btp da 5 milioni, quindi, avrà 2 titoli e mezzo. Che se ne fa del ?mezzo titolo?? Lo può rivendere alle banche, dice il Tesoro, al prezzo di apertura del mercato. Restano le spese, che però raddoppiano quasi, dato che bisogna considerare tutti i ?mezzi? che avanzano. Perché non è stato accolto il suggerimento della commissione di fissare il lotto minino di negoziazioni a un centesimo di euro? si sarebbero evitate spezzature e costi”. 3. Come ci regoleremo nella vita di tutti i giorni? i prezzi aumenteranno o diminuiranno? stato accolto il suggerimento della Commissione di fissare il lotto minimo di negoziazioni a un centesimo di euro? Si sarebbero evitate spezzature e costi». Un euro vale circa 1950 lire, anzi, per la precisione 1949,19 lire. È in base a questo valore che dovremo ?trasformare? i prezzi di tutto ciò che compriamo nei negozi. A partire dal 1° gennaio 1999 i commercianti potranno (a loro discrezione) esporre il ?doppio prezzo? in lire e in euro, che sarà obbligatorio per i primi sei mesi del 2002. Quando scatterà la vera babele dei prezzi. «Oltre alle monete da 1 o 2 euro, saranno coniati pezzi da 1, 2, 5, 10, 20 e 50 centesimi» spiega Anna Bartolini. «Dallo shopping attuale, senza virgole, bisognerà adattarsi a listini con almeno 2 decimali. Un esempio: un litro di latte ci costerà circa 1,33 euro, una bottiglia di vino 3,94 euro, e così via. Ecco due problemi: il primo, familiarizzare con i centesimi, il secondo evitare gli arrotondamenti. Se le regole non saranno rispettate potrebbe verificarsi una speculazione con arrotondamenti verso l?alto. Per evitare ciò occorre che nei punti vendita i consumatori trovino calcolatrici numeriche per fare i conti e si abituino a contestare maggiorazioni ingiustificate». «Quello degli arrotondamenti è un problema enorme» prosegue Picciolini. “Come anche il rischio inflazionistico: dato che i prezzi diversi tendono a convergere verso una media, un prodotto che in Italia costava meno che negli altri paesi d’Europa tenderà a costare di più per effetto del mercato unico”. 4. Luce, gas, telefono: l?euro ci complicherà la vita? segue Picciolini. «Come anche il rischio inflazionistico: dato che prezzi diversi tendono a convergere verso una media, un prodotto che in Italia costava meno che negli altri Paesi d?Europa tenderà a costare di più per effetto del mercato unico». «Teoricamente no» risponde Anna Ciaperoni. «Gli importi delle bollette infatti sono già espressi in decimali anche per le lire, e poi dovrebbe valere la compensazione, per cui il mese successivo si recupera quanto è stato pagato in più». «Per i contratti delle utenze domestiche vige il principio della continuità fissato dal trattato di Maastricht», aggiunge Anna Bartolini, «Per cui tutti i contratti in lire dovranno tramutarsi in contratti in euro senza conseguenze per il cliente. Attenzione, quindi: se un contratto non è scaduto, nessuno potrà chiedere aumenti o revisioni perché si passa all?euro». Tutto bene, dunque? «Rimane il rischio dell?arrotondamento selvaggio» avverte Picciolini. «Prendiamo lo scatto telefonico: oggi costa 127 lire, cioè 0,6515526962 euro. Visto che però bisogna arrotondare al massimo a 2 decimali, chi mi garantisce che l?arrotondamento non sia fatto a mio danno? Telecom ha già annunciato che, almeno nei calcoli intermedi terrà conto, terrà conto di più di due decimali, in modo da avvicinarsi alla cifra esatta. Enel e Italgas ancora non si sono pronunciate. Ma anche qui chiediamo trasparenza. Non vorrei che ci facessero pagare con le bollette telefoniche la riconversione dei 100 mila apparecchi a moneta Italiana, da buttare”. 5. L?arrivo dell?euro sarà una rivoluzione senza precedenti. Come faranno gli anziani ad abituarsi alle novità? «Il cambiamento di moneta cui andiamo incontro è una rivoluzione epocale» dice Picciolini. «Possiamo immaginare quindi quanto tempo ci vorrà perché gli anziani italiani si abituino alla nuova moneta. Per loro, due raccomandazioni: diffidare degli pseudo promotori finanziari o consulenti di fondi pensione spuntati dal niente che promettono risparmi sensazionali nel periodo di transizione dalla lira all?euro. Secondo consiglio: nel dubbio, rivolgersi alle associazioni dei consumatori». E le pensioni, cambieranno? «Ovviamente gli importi non dovrebbero essere toccati», dice Anna Ciaperoni. «I problemi potrebbero riguardare le modalità di pagamento. Dal 1° gennaio 1999 avremo pensioni in euro? Dipenderà dal ministro del tesoro e dalle poste. Gia l’ Inps, a scanso di responsabilità, ha dichiarato che farà quello che gli consentiranno questi ultimi, che però non hanno ancora preso posizione”. Un ultima avvertenza, per gli anziani e non solo: sono gia in circolazione calcolatrici che “convertono” automaticamente le lire in euro. Ma per fare questi calcoli basta, ovviamente, una normale calcolatrice di casa: occhio, dunque, agli acquisti inutili. Per saperne di più L?Adiconsum ha messo a disposizione un numero di fax cui inviare richieste di informazioni o reclami. Il numero è: 06/44170230; telefono Adiconsum 06/4417021 Altroconsumo, telefono 02/668901. Federconsumatori, tel. 06/39736107 Auser 06/44481298 (centralino dedicato in particolare agli anziani)


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