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Fusione fredda: l’annuncio è vicino. Benvenuto Elio 4

Quando ne parlò, il grande Giuliano Preparata venne deriso da tutti. Invece ora nei laboratori dell’Enea si sta mettendo a punto l’esperimento che confermerebbe le sue teorie.

di Aldo Daghetta

Se la fusione fredda funzionasse, vorrebbe dire che Dio è stato molto, molto buono con noi. Carlo Rubbia Siamo a un passo da un annuncio molto importante: possiamo riprodurre il fenomeno della fusione fredda e poi misurare la produzione di eccesso di calore in celle elettrolitiche con catodo di palladio». Ad anticipare la notizia, che verrà ufficializzata alla prossima Conferenza sulla fusione fredda di Pechino, è Emilio Del Giudice, ricercatore dell?Istituto nazionale di Fisica nucleare. Con l?équipe dell?Enea di Frascati guidata da Antonella De Ninno, Antonio Frattolillo e Francesco De Marco, Del Giudice sta iniziando l?ultima serie di esperimenti del progetto «Nuova energia da idrogeno». Obiettivo: verificare la presenza di elio4 all?interno della cella elettrolitica con la spettroscopia di massa ad alta risoluzione, così da avere la prova dell?avvenuta fusione nucleare. In sintesi, sarebbe la dimostrazione che la teoria sperimentata e brevettata da Giuliano Preparata a metà degli anni 90 era vera, e non la ?bufala del secolo?, come alcuni scienziati la liquidarono. Ma cosa significa questo esperimento? La sperimentazione «Il risultato della fusione tra due nuclei di deuterio all?interno della materia, come stiamo facendo noi, è la produzione di elio4 che non è radioattivo e non si spezza, perché scarica l?energia nella materia circostante. È un processo diverso da quello della fusione nucleare classica, che avviene nello spazio vuoto e rende il nucleo di elio, generato con la fusione, instabile cosicché o perde un protone producendo trizio radioattivo, oppure lascia libero un neutrone che rende radioattivi gli elementi circostanti». Quello che aveva trovato giustificazione teorica nelle scoperte del grande fisico Giuliano Preparata, insomma, è anche sperimentalmente valido. Emilio Del Giudice è stato il più stretto collaboratore e amico di Preparata, scomparso nel 2000. Preparata, dopo l?annuncio di Martin Fleischmann e Stanley Pons del 23 marzo 1989, che dichiararono di essere riusciti a compiere un esperimento in cui si produceva calore attraverso una semplice elettrolisi di acqua pesante con due catodi di palladio e platino, si mise in contatto con i due elettrochimici per approfondire i loro esperimenti alla luce della sua teoria di meccanica quantistica, creando una giustificazione teorica degli esperimenti di fusione fredda. Come ogni onesto scienziato, Preparata sentì la necessità scientifica di verificare sperimentalmente le sue teorie, ma trovò le porte dei finanziatori sia pubblici, Enea e Infn, che privati chiuse sino al 1996 quando, dopo un rapporto burrascoso con la Edison, grazie all?intercessione di Milly Moratti, nacque una società, la Leda srl, che lo vede socio del petroliere Massimo Moratti e della Pirelli dell?amico Marco Tronchetti Provera. «Per noi», ricorda Flavio Fontana, direttore del laboratorio di Ricerca avanzata della Pirelli, «si trattava di un?operazione di venture capital scientifica. Una scommessa che avrebbe potuto portare l?azienda in posizione di vantaggio sul mercato dell?energia: purtroppo non avvenne così perché Preparata non mantenne gli impegni e i nostri tecnici non poterono appurare i risultati promessi. Ci era stata prospettata la possibilità di triplicare l?energia immessa, ma i nostri calorimetri non misurarono questi valori. Per questo, nel 1997 la Pirelli decise di ritirarsi». Dopo pochi mesi le attività sperimentali della Leda cessano, anche se la società viene tenuta in vita da Moratti. Racconta Del Giudice: «La Pirelli decise di ritirarsi. I motivi? Certamente non c?erano fallimenti degli esperimenti. Forse volevano continuare da soli gli studi nei loro laboratori». Fontana conferma: «La Pirelli, su mio suggerimento, decise di continuare gli esperimenti. Dal 1998 è stato avviato un laboratorio alle mie dipendenze in cui otto ricercatori hanno replicato gli esperimenti di Preparata, confermandoli; in particolare, nel 10% dei casi abbiamo registrato un sensibile aumento di calore. Al momento la Pirelli, anche se sta cercando di ottenere finanziamenti statali, continua a finanziare con 100mila euro l?anno questo laboratorio in cui si sta ora cercando di accertare la presenza di atomi diversi da quelli presenti prima del processo». Una linea di ricerca che involontariamente, ma forse non troppo, segue quella dell?Enea di Frascati, dove Preparata approda alla fine del 1999 con l?appoggio dell?inizialmente scettico presidente Carlo Rubbia: l?ultima spiaggia per un uomo, che era riuscito a sfruttare il periodo della Leda, per compiere un ulteriore perfezionamento tecnico, brevettando una macchina in grado di far assorbire a una matrice metallica di palladio isotopi dell?idrogeno così da produrre calore a basso costo. Da qui si è partiti, e in questi ultimi due anni si è appurato che la produzione di calore è un fenomeno ?a soglia?, ovvero che perché avvenga la fusione è necessario che ci sia almeno la stessa quantità di atomi di deuterio e di palladio. Inoltre, le misure compiute sinora all?Enea indicano che in alcuni casi si misurano eccessi di calore addirittura superiori al 100% della potenza immessa. L?applicazione La portata di queste ricerche è enorme, come conferma a Vita, Martin Fleischmann: «Sarò a Roma per seguire l?ultima tranche di verifiche e credo che si avrà un?ennesima conferma di ciò che sosteniamo». Se sarà vero, chi parlò della fusione fredda come del «più grande imbroglio della storia scientifica» dovrà ricredersi, e la parola passerà agli ingegneri che dovranno renderla applicabile. Info: www.frascati.enea.it Roberto Germano, Fusione fredda, saggi Biobliopolis, 2000 Chi era Giuliano Preparata Nato a Padova nel 1942, Giuliano Preparata, fisico teorico e ideatore della via italiana della fusione fredda, è morto a Frascati il 24 aprile 2000. Nella prefazione al testo di Roberto Germano, Fusione fredda, Preparata ricorda: «Quando mi sono imbarcato in questa avventura intellettuale e umana sapevo che mi avrebbe procurato non poche amarezze e delusioni, allontanandomi e alienandomi dal mondo accademico, ma ciò è stata poca cosa rispetto alle gioie che il dipanarsi di questa nuova realtà reca a me e ai miei colleghi». Al momento della morte, era professore ordinario all?università Statale di Milano dove insegnava Teoria delle interazioni subnucleari, culmine di una carriera iniziata con la laurea in Fisica all?università di Roma, nel 1964, e proseguita all?università di Firenze con Raoul Gatto, con cui lavora sulla Fisica delle interazioni forti. Va poi a studiare negli Stati Uniti dove, nel 1967, è nominato research associate all?università di Princeton; dal ?68 al ?69 è all?università di Harvard come research fellow, l?anno successivo è assistant professor alla Rockfeller University quindi dal ?70 al ?72 all?università di New York come associate professor. Tornato in Italia, è nominato staff member della Divisione teorica del Cern-Centro europeo per la ricerca nucleare dove lavora fino al 1980. Quindi si trasferisce definitivamente a Milano.


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