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Attivismo civico & Terzo settore

Gli interrogativi a cui la tv non può rispondere

L'intervento del coordinatore nazionale di Exodus

di Franco Taverna

Davanti all’indigestione di reazioni provocate dalla sparata di Morgan, molte persone con un po’ di buon senso si sono fatte alcune domande. Ma era così necessario intervenire con grandi titoloni spiegando al diretto interessato che la cocaina fa male? Era indispensabile dire con enfasi che non merita la galera, poverino, e che bisogna dargli un’altra chance? Era utile scandalizzarsi per il clamore concesso alla vicenda da giornali e tv, e invocare il silenzio continuando a chiacchierarci sopra? Sono intervenuti anche i pezzi grossi per ripetere tante banalità e senza di fatto scalfire il problema.
È un fatto che il tema droga ci mette sempre davanti un interrogativo, è la domanda mai esaurita che riguarda il nostro rapporto con noi stessi e con il mondo, la nostra adeguatezza. Sono all’altezza? È una domanda che prima ancora di dividere in schieramenti di destra o di sinistra, proibizionisti o anti, educatori o clinici, si insinua nella coscienza di ognuno. Anzi no, solo in quelli che lasciano aperte le orecchie! È la domanda esigente che chiede di distinguere quello che è autentico dalle finzioni, dalle contraffazioni, i fatti e gli incontri veri da quelli di plastica. E la gente se ne accorge, e gli interessa, eccome! Checché ne dicano i giornali.
La droga è un segno di questo nostro tempo e, come tutti i segni che si rispettino, è un segno di contraddizione. E basta un Morgan qualsiasi per rimettercelo davanti, inquietante, tanto che vorremmo presto nasconderlo. Questa era poi di fatto la malcelata intenzione di certo urlato giornalismo, complice più o meno consapevole di quella parte di politica e di istituzioni che abbaiano solo per lasciare la droga al suo posto.
Allora lasciamo perdere i buoni consigli e le facili morali sulle teste degli altri, attraversiamo la contraddizione con le capacità e con i ruoli nostri proprio alla ricerca di quello che ci fa essere e diventare sempre più uomini. E se davvero, senza troppa spocchiosità, ci metteremo su questa strada, troveremo il bandolo della matassa. Tra le cose semplici e concrete. Non nelle analisi, nelle statistiche. Meno che meno nei commenti televisivi.


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