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Politica & Istituzioni

Governare l’immigrazione non solo è possibile. Si può

Il commento di Livia Turco sulla politica del governo in merito a questo delicato tema.

di Livia Turco

Come decifrare il recente scontro Bossi – Pisanu sull?immigrazione? Certamente si è palesata una profonda differenza di approccio culturale, ma è stato anche l?ennesimo caso di uso politico e strumentale dell?immigrazione. Unico aspetto positivo di tale scontro è che è apparso chiaro che per governare l?immigrazione ci sono solo due scelte possibili. Due non dieci. La scelta dell?immigrazione regolata, basata su una politica estera di cooperazione, di accordi bilaterali, di apertura all?ingresso regolare per lavoro, di integrazione dei cittadini stranieri: quella avviata dal centrosinistra. Oppure, l?opzione zero, la chiusura, che inevitabilmente si accompagna alle crociate contro gli immigrati. Il governo attraverso il ministro Pisanu dice di aver scelto la prima. Quella già avviata dal centrosinistra. Però tale scelta è contraddetta dalla Bossi – Fini che si basa su una politica di chiusura nei confronti degli immigrati regolari e il cui esito, non a caso, riscontrato dai fatti, è la restrizione degli ingressi regolari. Ventimila ingressi annui censiti a fronte di una domanda da parte dei datori di lavoro di 150mila. Pesa, inoltre, l?inefficacia dell?azione di governo: nessun accordo bilaterale stipulato (sono in vigore solo i tre accordi con la Tunisia, il Marocco e l?Albania realizzati dal centrosinistra), solo tre accordi di riammissione a fronte dei 24 del centrosinistra, scomparse le politiche di integrazione degli immigrati, scomparso il diritto d?asilo. La domanda che sentiamo il dovere di rivolgere al ministro Pisanu è: perseguirete nei fatti una politica di apertura, di cooperazione, di accordi, di aumento dell?ingresso regolare, di integrazione degli immigrati? Se sì, dovrete prima o poi modificare la Bossi – Fini. Anche perché il recente vertice di Salonicco ha rilanciato la politica europea globale e integrata dell?immigrazione. Non ci interessano le abiure o le andate a Canossa. Ci interessa capire quale sarà realmente la politica del governo su un tema così cruciale. Ci interessa sottolineare che il governo dell?immigrazione non è dato dall?insieme del bastone e della carota. Sono convinta che il governo dell?immigrazione abbia bisogno di stabilità, di severità, di dialogo e di accordi. Così come, mi chiedo e chiedo, fino a quando la politica resterà sorda rispetto al tema di fondo che è: quale convivenza costruiamo? Quale rapporto tra noi e loro? Quale patto di cittadinanza? Eppure, i fatti incalzano come, per esempio, la presenza sempre più numerosa di ragazzi di seconda generazione che vivono qui assieme a noi con due identità diverse e che richiedono un progetto di società futura.


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