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Famiglia & Minori

Il (family) day after dei fini

Dopo Berlusconi e Casini, anche Gianfranco Fini decide di divorziare dalla moglie Daniela. Separazioni che però non mettono in imbarazzo politici che pure sostengono...

di Fabrizio Tonello

E così Daniela e Gianfranco non stanno più insieme. Per farcelo sapere hanno ?aspettato tanticchia?, come direbbe Camilleri, visto che già un paio d?anni fa il gossip su Gianfranco (Fini) e Stefania (Prestigiacomo) riempiva le trasmissioni del pomeriggio, oltre che le colonne di quotidiani e settimanali. Certo, la notizia è arrivata a un mese dal Family Day, di cui Fini è stato un grande sostenitore.

A dire il vero, neppure Pierferdinando e Roberta stanno più insieme. Anche in questo caso si è atteso parecchio prima di scoprire che l?ex presidente della Camera Pierferdinando (Casini) aveva lasciato la moglie Roberta (Lubich) per la più giovane (e ricca) Azzurra Caltagirone. La nuova coppia ha aggiunto una figlia, Caterina, alle due che Casini aveva avuto nel precedente matrimonio, regolarmente celebrato con il rito cattolico.

Per chi avesse perso qualche puntata della love story di Silvio, possiamo ricordare che dopo il divorzio da Carla si è risposato (in municipio) con Veronica, dalla quale ha avuto tre figli. Ultimamente, i rapporti fra Silvio (Berlusconi) e Veronica (Lario) sono alquanto freddi e, in gennaio, c?è stato un simpatico scambio di fax tra moglie e marito, ampiamente illustrato dai giornali. Vicende personali? Casi della vita? Certo, ma servono efficacemente a ricordare due cose: primo, la divisione nell?atteggiamento ?pro? o ?anti? famiglia non corre fra destra e sinistra, ma piuttosto tra élite e classi popolari; secondo, i tre principali leader politici che hanno mobilitato le loro organizzazioni per il Family Day hanno idee alquanto confuse in materia di rapporti fra comportamenti privati e scelte politiche.

Cominciamo dall?ovvio: qualsiasi leader è tale perché convince molte persone a seguirlo in una determinata direzione. Prima delle guerre mondiali e della nascita degli eserciti burocratizzati, il comandante era colui che stava davanti a tutti, a rischiare la pelle, non nelle retrovie. In politica, malgrado le contorsioni degli interessati per giustificare i loro privilegi, è assolutamente ovvio che Mandela ha avuto un potere ineguagliabile in quanto ha sperimentato direttamente il carcere come molti militanti, mentre i presidenti che vivono in palazzi sfarzosi hanno una credibilità proporzionata al loro stile di vita.

A partire dagli anni 70 la famiglia è diventata un tema politico, prima negli Stati Uniti e oggi anche in alcuni Paesi europei. è bene ricordare, tuttavia, che l?America è molto più esigente in fatto di integrità personale dei propri dirigenti. Un generale che aveva ?abbellito? il proprio curriculum con una decorazione mai ricevuta si è suicidato anziché venire invitato a Porta a porta. Bill Clinton, coinvolto in una effimera relazione con una stagista, non solo ha chiesto scusa mille volte, in pubblico e in privato, ma ha rischiato la rimozione dalla carica. Benché l?impeachment contro di lui fosse una vendetta politica, costituzionalmente insostenibile, la procedura minacciava di concludersi con la sua destituzione perché era accusato di aver dichiarato il falso, un altro peccatuccio che i nostri dirigenti politici non comprendono bene cosa sia.

Poiché i tre leader italiani di cui sopra non perdono occasione per citare gli Stati Uniti come modello, sarebbe interessante sapere se intendono adeguarsi anche agli standard di moralità politica che gli Stati Uniti ci propongono. Se così fosse, l?appassionata difesa della famiglia tradizionale condotta da Fini, Casini e Berlusconi non potrebbe che provocare una scelta drastica: nel momento in cui, per legittime ragioni personali, essi scelgono di mettere fine al primo matrimonio devono anche abbandonare i tentativi di convincere milioni di italiani che esso è la base insostituibile di una società civile e, coerentemente, abbandonare la politica per rispetto di chi ha creduto in loro fin qui.

In realtà Fini, Casini e Berlusconi non lasceranno affatto la politica e rimarranno con le seconde o terze mogli. Denaro e potere sono sempre stati associati, nel pregiudizio popolare, alla possibilità di fare cose che al resto del mondo erano negate. Nelle società monogamiche, i re, i cardinali, i primi ministri erano considerati per definizione lascivi e corrotti, ragione non ultima dei rancori nei loro confronti.

Oggi non serve essere così potenti per avere il diritto di divorziare, o di farsi l?amante, ma è ovvio che tra la gente normale la famiglia goda di una considerazione e una cura ignota nelle élite. Il motivo è semplicissimo: i poveri hanno poche risorse e poter contare su qualcuno al tuo fianco, su dei figli, dei fratelli, dei cugini è una ricchezza. Talvolta è tutto ciò che ci separa dalla miseria e dalla solitudine quando si perde il lavoro, o un lutto ci colpisce. Credenti e non credenti, nella misura in cui sono confrontati alle asprezze del mondo e alle tragedie della vita, hanno ben poca difesa se non quella costituita da chi ti è vicino oggi, lo è stato ieri, lo sarà domani.

Appartenere alle élite (politici o star del cinema e della televisione, giornalisti) significa invece avere risorse garantite, proprietà, pensioni d?oro, tutte cose che fanno pensare di poter sfuggire alla noia della monogamia, così come alla certezza dell?invecchiamento.


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