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Il sociale in Rai numero per numero

I dirigenti della radiotelevisione di Stato si promuovono: solidarietà e associazionismo più presenti nei programmi “contenitore”. Poca la programmazione specifica.

di Mariateresa Marino

Quale spazio è riuscito a ritagliarsi il ?sociale? nel palinsesto Rai? La risposta viene dal primo rapporto ?Palinsesto sociale e pluralismo associativo? che la stessa azienda ha elaborato, dopo un?attenta analisi di nove mesi di offerta editoriale (dal 1 settembre 1998 al 31 maggio ?99), articolata su quattro settori: televisione, radio, televideo, programmi dell?accesso. Il quadro finale, pure in assenza di confronti con gli anni precedenti e con i palinsesti delle televisioni europee risulta positivo. Non foss?altro perché permette di aprire un dibattito trasparente sul servizio pubblico. Assistenza e associazionismo, salute e solidarietà, ambiente e natura, associazioni sindacali e, ancora, i problemi del lavoro e l?immigrazione, il carcere, la povertà e la criminalità, sono piccoli frammenti di galassie di quel più grande universo definito dall?azienda pubblica ?palinsesto sociale?. Tutti ambiti scandagliati, analizzati ed esaminati, per scoprire eventuali ?buchi neri?, disattenzioni e marginalità che ancora possono annidarsi in un?informazione che ?vuole? privilegiare le categorie sociali più deboli e perciò meno appetibili a radio e televisione. Ed è proprio da quest?ultima che la ricerca parte. Chiarendo subito che il numero delle presenze sulle tre reti Rai di rappresentanti di associazioni e organizzazioni di settore che hanno trattato temi sociali, con interviste, dichiarazioni o interventi, si aggira intorno a 1.850. In un quarto dei casi sì è trattato di interventi durante i telegiornali, brevi e legati a fatti di cronaca. Un quinto delle presenze si concentra nell?ambito di programmi dedicati interamente ad argomenti sociali. Oltre la metà delle presenze, infine, è stata rilevata in programmi definiti ?omnibus?, rivolti a un pubblico più ampio, meno selezionato, e forse meno attento alle problematiche del disagio sociale. Se si sposta lo sguardo al di fuori dei telegiornali, la presenza di questi temi brilla un po? più di luce propria, non essendo legata giocoforza alla cronaca quotidiana. Infatti, il mondo del volontariato e dell?associazionismo conta ben 1.376 presenze tra le rubriche di attualità e i programmi dell?accesso, l?approfondimento giornalistico e i programmi settimanali di fascia. Da dicembre 1998 ad aprile ?99, si sono registrati dei picchi di presenza del ?sociale? nei programmi televisivi. Fenomeno che si spiega con eventi come Telethon, la presentazione del rapporto Unicef sull’infanzia, la Conferenza nazionale sul volontariato, il dibattito seguito alla pubblicazione dei decreto sull?immigrazione, la guerra in Kosovo e le iniziative umanitarie ad essa collegate. Ma anche nella programmazione delle fiction (25 produzioni originali), la ricerca ha messo in evidenza, nella metà dei casi, riferimenti più o meno diretti a situazioni sociali particolari. La programmazione radiofonica è l?altro importante protagonista nel rapporto elaborato dalla Rai. Nella programmazione settimanale, l?insieme delle trasmissioni a contenuto sociale rappresentano complessivamente il 17,6 per cento dell?intero palinsesto, diversificati in 27 programmi. Alcuni mirati su temi specifici, ma brevi e sporadici, cui spetta il primato dell?approfondimento. Tra le tre reti, Radiouno è quella con maggior interesse verso il sociale, fanalino di coda Radiotre. Lo confermano i numeri: dei 27 programmi selezionati, 20 vanno in onda su Radiouno, 6 appartengono al palinsesto di Radiodue e solo una al palinsesto di Radiotre. Su Televideo, sono state isolate 230 rubriche distinte, tra cui 64 (con 330 pagine-video) sono riconducibili a temi sociali. Nell?autunno del ?99, partirà con una nuova veste il telegiornale per i non udenti. Non più con il linguaggio dei gesti, ma sottotitolando le notizie. Servizi pilota andranno sul Tg1 delle 18 e il Tg2 delle 20,30, dal primo dicembre di quest?anno. L?opinione di Riccardo Bonacina Sotto le carte che c?è? Ho letto con grande attenzione la mole di fogli, numeri, relazioni, controrelazioni, resoconti di seminari e incontri bilaterali, o a numero chiuso, che da qualche mese i dirigenti Rai producono sui temi della solidarietà, dell?associazionismo e del pluralismo. Permettetemi un?osservazione e qualche domanda. L?osservazione: non è che il Cda della Rai si sia ammalato di buonismo e di sociale, tanta produzione di documenti è dovuta ad un dovere preciso del Contratto di servizio tra ministero delle Comunicazioni e la Rai, previsto all?art. 41 che chiede un rapporto sul Palinsesto sociale . Le domande: a) Non è che la mole di documentazione nasconda il vuoto di programmazione?; b) Il rapporto presenta cifre assolute ma non specifica la loro collocazione nelle fasce orarie. Avete provato a fare i conti di quante delle ore sociali vadano in onda di notte?; c) Tra le associazioni sono inclusi i sindacati: vogliamo provare a scorporare?; d) Non era meglio affidare la ricerca a una società esterna e imparziale? Così, sono i dirigenti Rai ad autopromuoversi.


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