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Il territorio parla, la banca si sintonizza

Intervista a Riccardo Della Valle, Unicredit

di Giorgio Fiorentini

Come può una banca stabilire un rapporto diverso con il territorio? Unicredit da qualche anno ha varato un progetto innovativo, elaborato da Aldo Bonomi: quello dei comitati territoriali, veri ?gruppi di ascolto?, per recepire i problemi, le domande che vengono dal basso. Ma anche per intercettare e far crescere potenzialità inespresse. Decine di tavoli di confronto aperti in tutt?Italia, tavoli attorno ai quali anche il non profit è stato chiamato a sedere e a dire la sua. L?elenco è lungo ma significativo. Qualche esempio: al comitato territoriale di Verona è stata chiamata l?Opera don Calabria, a quello marchigiano la Lega del Filo d?oro, a quello della Pedemontana lombarda la Fondazione Banco alimentare. Le dinamiche di ogni tavolo di confronto sono differenti. In alcune i processi sono più lenti, in altri hanno già prodotto risultati concreti. Come spiega Riccardo Della Valle, responsabile per la csr e per il Coordinamento territoriale di Unicredit. «A Treviso, nell?ambito di un progetto Equal al quale partecipavamo insieme a tutte le organizzazioni del territorio, è stato messo a punto un prodotto finanziario per sostenere l?impresa sociale. L?idea è nata nell?ambito del locale comitato territoriale, ed è stata presentata con un evento pubblico ad aprile scorso: in sala c?era gente assiepata anche in piedi tanto era l?interesse». Ora quel prodotto pensato sul territorio di Treviso è stato esportato su scala nazionale. Ma ci sono altri esempi di ?investimenti? sul sociale suggeriti dal dialogo nei comitati. Come il caso di Verona dove il tema dell?alfabetizzazione informatica degli anziani, messo sul tavolo da tutti i soggetti del territorio, è stato affrontato con una proposta di formazione all?uso dei pc e di internet che ha avuto un successo clamoroso. «C?è una lista lunghissima di persone che si sono prenotate per questi corsi», garantisce Della Valle. Ai tavoli dei comitati insieme ai rappresentanti di industriali, artigiani e commercianti, e ai professori delle università locali siedono spesso anche i rappresentanti delle diocesi e in particolare della Caritas: un modo per recepire quali siano i bisogni più urgenti e le emergenze del territorio. «Al fondo del nostro tentativo c?è una specie di utopia: quella di costruire una rete tra soggetti che hanno avuto sempre difficoltà a rapportarsi tra di loro. Con la banca in funzione costruttiva di supporto. È un?utopia: ma il tessuto è talmente vivo che possiamo aspettarci ogni tipo di sviluppo». Sempre a Verona, per esempio, dall?ascolto delle esigenze condivise da imprenditori e non profit è nata l?idea di costruire una casa per immigrati che la banca si è detta disponibile a finanziare e che verrà gestita dall?Opera don Calabria. «Credo che l?aspetto più interessante di queste esperienze», conclude Della Valle», sia il ribaltamento del metodo: la banca, e l?impresa più in generale, si abituano a cogliere i valori e le esperienze che nascono dal basso. è una metodologia molto moderna mutuata dal non profit». Che quindi fa scuola agli sportelli…


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