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Immigrati, cardinal Martino: “non si inciti alla xenofobia”

Il monito del presidente del Pontificio Consiglio della Pastrolare per i Migranti nel congresso in corso a Nairobi

di Chiara Sirna

Affrontare il tema dell’immigrazione in modo serio e complesso, senza ricorrere ai soli metodi repressivi, che incitano a “reazioni sociali violente xenofobe”. A condannare le scelte del governo e ribadire la contrarietà espressa in questi giorni dal Vaticano contro le nuove misure introdotte dal pacchetto sicurezza (ancora da trasformare in legge dal Parlamento) è il presidente del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, il cardinal Renato Raffaele Martino.
“Troppo spesso – ha detto il cardinale Intervenendo oggi al congresso che si svolge a Nairobi, in Kenya, dedicato alla Pastorale dei migranti – soprattutto nelle politiche dei paesi occidentali, e nelle agende dei corpi legislativi dei governi stessi i fenomeni legati alla migrazione non sono considerati nella loro complessità, così quello che si presenta come un ‘dramma sociale e umano’ viene gestito fino a provocare ‘conseguenti reazioni sociali violente o xenofobe legate alle migrazioni stesse”.
“I politici e l’amministrazione pubblica – ha incalzato il cardinale – concentrano la loro attenzione quasi esclusivamente sulle strategie e sui meccanismi di controllo e di arresto, con i mass-media che ne fanno da megafono”.
La ricetta da metere in campo secondo Martino sarebbe invece di tutt’altra natura. E a ribadire che “l’integrazione dei migranti diventi un valore di civiltà”, ci ha pensato anche l’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario dello stesso Pontificio Consiglio per i migranti.
A patto che ”l’integrazione non diventi assimilazione, non assorbimento, non ghettizzazione, non siviluppo separato, non apartheid, nemmeno metaforico”.


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