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Immigrati, cittadinanza sportiva in rampa di lancio?

Mentre sono in arrivo semplificazioni dal Cdm per i bambini di seconda generazione la ministra delle pari opportunità e dello sport Josefa Idem ripropone l'idea di “sportiva” di Mario Pescante

di Marco Marcocci

Non è passato molto tempo da quando affrontammo il delicato argomento sul diritto di cittadinanza con un articolo dal titolo “Ius sanguiniis…anzi…ius soli”.

Ora, grazie alla ministra Idem ed alla ministra Kyenge, possiamo tornare sull’argomento con un nuovo approccio, quello della concessione della cittadinanza per meriti sportivi.

Ma andiamo per ordine. L’idea, lanciata verso la fine del 2012 dall’onorevole Mario Pescante (che di sport se ne intende!), è stata ripresa e rinfrescata ad inizio del corrente mese di giugno dalla ministra delle pari opportunità e dello sport Josefa Idem.

Nel suo programma di governo sullo sport nazionale l’ex campionessa di canoa propone l’acquisizione della cittadinanza per i minori, figli di immigrati regolari, che praticano sport con le varie federazioni italiane. Queste le parole utilizzate dalla ministra nel suo discorso alla Commissione Cultura della Camera: “L'Italia deve favorire l'acquisto della cittadinanza per gli atleti stranieri che si sono distinti per alti meriti sportivi”. Un messaggio, questo, chiaro e preciso.

Proprio qualche giorno fa, a margine del suo intervento al convegno dei giovani imprenditori di Confindustria, la ministra per l’integrazione Cecile Kyenge ha sostenuto la causa affermando che “Dobbiamo sostenere tutte le iniziative che portano a una visione diversa della cittadinanza, una visione che include e che riconosce il valore di una persona, in qualunque settore. Anche chi ha dei meriti sportivi, dà un contributo al Paese”.

Certo non sarà facile normare l’acquisizione della cittadinanza per meriti sportivi ma quello che è certo è che anche su questo fronte il dibattito è aperto.

Qualche esempio si sportivi illustri in attesa della cittadinanza? Ecco qua:
Eusebio Aliti, classe 1991, nato a Scutari in Albania. All’età di nove anni si trasferisce con la famiglia (che lui definisce “bellissima”) in Italia, a Zavattarello. E qui che inizia a fare sport, o meglio a giocare a calcio. Nel 2003 si trasferisce in Puglia, a Bisceglie, dove risiede tutt’ora ed inizia la sua avventura nell’atletica leggera che lo porta a conquistare il primo titolo italiano nel 2007 nei 400 metri ad ostacoli. Da allora una carriera inarrestabile;

Yassine Rachik, di origini marocchine parla un perfetto bergamasco a testimonianza del suo radicamento nel territorio. Yassine, quest’anno, è stato capace di scalare le liste under 20 correndo i 5 mila metri in 14’02’’, tuttavia non può rappresentare l’atletica azzurra per l’annosa questione della cittadinanza e la sua sofferenza è racchiusa in queste parole “Io al prossimo mondiale voglio gareggiare. Se riesco a rappresentare l’ Italia mi fa molto piacere, visto che vivo qua e mi sento italiano. Però non vedo collaborazione. In altri paesi basta un anno e se vai forte ti danno la cittadinanza subito. Qui invece…”.

Hassane Fofana, è nato nel 1992 a Gavardo (Brescia) da genitori originari della costa d’Avorio. Gareggia ad alti livelli con i colori della Atletica Bergamo 59 ed anche lui, ancorché campione italiano juniores nei 110 ad ostacoli, non può partecipare agli europei e ad altre competizioni internazionali per il solito angosciante motivo.

Razine Marouan, marocchino del CUS Torino, è un fondista di fama mondiale nonostante la sua giovane età, ventidue anni. Lo scorso anno vinse la dodicesima edizione della Mezza Maratona di Torino (1.500 partecipanti) coprendo i 21 chilometri del percorso in 1h07’54’’. Anche per lui, la musica non cambia.

E Mario Balotelli? Tranquilli, lui ha dovuto aspettare la maggiore età ma alla fine ce l’ha fatta ad ottenere la cittadinanza italiana  
 


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