In cerca di strategie comuni

Il terzo settore è pronto a essere una dorsale strategica di questo paese. È pronto a essere protagonista del suo sviluppo, all?insegna di un?innovazione sociale che va di pari passo con l?innovazione scientifica e la competitività economica. E’ questa la spinta venuta dalla due giorni di Siena; una spinta importante per affrontare i grandi temi che riguardano il nostro futuro. Quello, ad esempio, di un welfare che vada di pari passo – e non in contrapposizione – con la competitività del paese. Abbiamo una grande fiducia nella relazione positiva tra l?impresa sociale e l?impresa profit: un?alleanza che si può stabilire con il paradigma della responsabilità sociale e che potrà condurci a uno sviluppo più attento alle persone e, nello stesso tempo, perfettamente capace di stare sul mercato. D?altra parte, la capacità del terzo settore di produrre beni relazionali interessa ogni settore del paese. Con il sindacato la strada percorsa è già tanta: basti pensare al protocollo d?intesa sui temi del welfare e alla creazione dell?Osservatorio sul welfare, con Forum del terzo settore, sindacati, Regioni e Comuni. Con l?imprenditoria è invece necessario consolidare i legami, fare cultura, superare il tradizionale àmbito del sostegno tramite donazioni per varare strategie comuni. Come altrimenti sarà possibile, infatti, promuovere la rinascita dei distretti industriali, di quelli scientifici o di quelli culturali, se non attraverso una collaborazione che metta insieme chi produce ricchezza e chi, come noi, si occupa di ?ingegneria sociale? attraverso reti di solidarietà e di cittadinanza attiva? Penso al Sud – dove il Forum del terzo settore sta lavorando con Acri per un grande progetto di infrastrutturazione sociale – che può realmente diventare un luogo di alleanza tra i protagonisti della società civile e dell?economia sugli obiettivi della legalità, della buona amministrazione, della sostenibilità.

Edoardo Patriarca portavoce del Forum del terzo settore