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Io leggo “Vita” perciò son viva

Lettera dall’Umbria: una giovane lettrice dopo averci letto parte per aiutare

di Redazione

Cara redazione di ?Vita?, vi voglio davvero ringraziare per la scorsa copertina, con quel titolo imprevviso, davvero imprevisto: ?A Pasqua tutti in Umbria?. Una copertina e un servizio con un appello a quattro voci, voci vibranti e insieme non piagnucolose, e poi, come spesso fate, i numeri di telefono e i riferimenti per chi avesse voluto fare qualcosa. È stato un numero e una copertina che mi ha svegliato dal sonno, da un?apatia davvero poco pasquale. Quella frase di don Lucio: “Il sisma qui non finisce ma l?impegno degli italiani, la loro solidarietà, il calore della loro presenza?” è stata come uno schiaffo paterno. Oggi vi mando questa missiva dal Centro operativo del volontariato a Casebasse, è il giorno di Pasqua e sono contenta di leggervi, di essermi mossa e di essere qui. Lo sapete che c?è anche un po? di sole? Quella vostra copertina con il vialetto lungo e vuoto tra i container mi aveva quasi fatto piangere, ecco oggi questi vialetti sono anche animati da decine di giovani e di volontari. In queste due giornate di permanenza ho davvero toccato con mano quanto da voi sottolineato: il rischio pazzesco che questo venga ricordato, oltre che come un terremoto senza fine, anche come il sisma degli anziani. Anziani spesso soli che vivono sulle pendici delle montagne, vicino alla loro vecchia casa lesionata o già distrutta, e che ormai, quando ce la fanno e quando le scosse pure lievi cessano, pensano al proprio futuro esattamente identico alle condizioni precarie in cui attualmente vivono. Sono anziani che hanno i figli lontano e che stanno per essere lasciati anche dai pochi giovani della zona. Un salutone da Nocera e un augurio sincerissimo a tutta la redazione, rimanete svegli per continuare a tenerci svegli. Grazie. Carlotta Iosti, Cremona


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