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Protocollo di Kyoto, Greenpeace fa il punto

Benché il trattato non sia immune da difetti, l'organizzazione lo ritiene il primo passo per avviare un'azione globale contro il riscaldamento terrestre. E raccomanda che...

di Gabriella Meroni

La comunita’ internazionale ha finalmente mosso un secondo passo per combattere il riscaldamento globale, trovando un accordo sulle regole necessarie per attuare il Protocollo di Kyoto. Greenpeace ha rivolto un ulteriore appello a tutti i paesi coinvolti, in particolare a Giappone, Russia, Unione Europea, Canada, Australia, Nuova Zelanda affinche’ ratifichino in via prioritaria il Protocollo. In particolare, Greenpeace si rivolge al Giappone affinche’ onori il Protocollo di Kyoto e si impegni definitivamente alla sua ratifica sulle nuove basi dell’accordo di Bonn, anche senza gli Stati Uniti. Benche’ l’accordo contenga diversi aspetti problematici Greenpeace ritiene essenziale che entri in vigore al più presto e non oltre il Summit Rio+10 che si terra’ a Johannesburg, in Sud Africa, a settembre 2002. L’architettura legale del Protocollo, che formalmente impone ai Paesi aderenti la riduzione delle emissioni dei gas responsabili dell’effetto serra, e’ un gradino essenziale nell’avvio di un’azione globale per ridurre le emissioni dei gas serra. L’Unione Europea ed i paesi in via di sviluppo hanno svolto un ruolo di leadership nel salvare i negoziati di Bonn dal fallimento perpetrata dal Giappone dal Canada e dall’Australia. Molte parti dell’accordo sono state indebolite grazie agli sforzi di questi Paesi. “Se ci si domanda se questa versione annacquata del Protocollo possa essere veramente efficace, bisogna anche chiedersi chi e’ stato a combatterlo più violentemente” ha dichiarato Bill Hare direttore politico della campagna clima per Greenpeace “La risposta e’ l’OPEC, l’industria del petrolio e le sue associate, e naturalmente gli Stati Uniti. Questa volta il loro tentativo di far fuori il Protocollo di Kyoto e’ fallito, ma ci e’ mancato poco che riuscissero a centrare il loro obiettivo, e la versione di compromesso e’ più debole di quella approvata a Kyoto”. L’energia nucleare non rientra nel Protocollo di Kyoto. Il suo finanziamento non e’ previsto nelle sezioni del protocollo che riguardano il Clean Development Mechanism o il Joint Implementation. I tentativi dell’industria nucleare di sfruttare il problema dei cambiamenti climatici non ha portato a molto -un altro chiodo conficcato nella bara dell’industria nucleare. Greenpeace ha richiesto che adesso i Paesi non abusino delle scappatoie messe a disposizione dall’accordo di Bonn. L’organizzazione lavorera’ attivamente per evitare che i governi usino le scappatoie quali “l’aria calda” o i “pozzi di assorbimento” invece di ridurre le emissioni dei gas serra attraverso interventi nazionali.


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