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“A’ plus, mon pot”, è morto Claude Nougaro

Aveva 74, Claude Nougaro, uno fra i cantautori più amati in Francia e non, e' morto oggi, 4 marzo, a Parigi

di Riccardo Bagnato

Era nato 74 anni fa, nel 1929, il 9 settembre. Il padre era baritono d’opera lirica e la madre pianista. Giornalista prima, cabarettista nel frattempo, il suo successo come cantante arrivò negli anni ’60. Claude Nougaro è morto oggi, 4 marzo 2004, nella sua casa di Parigi, dopo essere stato ospitalizzato la settimana scorsa. Sicuramente meno conosciuto in Italia di quanto lo siano stati, e lo siano tuttora, Jacques Brel, Léo Ferré e Georges Brassens (trio indelebile nella memoria dei francesi come in quella di chi ama la musica e la canzone popolare), Claude Nougaro, sguardo da guitto, originario di Tolosa, dalla profonda provincia francese aveva portato nella capitale la samba, il jazz, la “connerie du sud” sconosciuta ad altri. Più di lui poté soltanto Gainsbourg, Serge, ma in altri modi, ed affidandosi viceversa al genere reggae o al rock. Di Claude Nougaro rimangono indimenticabili canzoni come “Toulouse”, dedicata alla sua città; “Cécile, ma fille”, che gli diede il successo, insieme a “Une petite fille en pleurs”, censurata per aver inserito nel testo la parola “con” (coglione), era il 1962; , “Le jazz et la java”; “Tu verras” celebre traduzione della canzone brasiliana “Que sera”; o ancora “A’ bout de souffle”, testo straordinario intarsiato sul ritmo di “Blue Rondo a la Turk” del Dave Brubeck Quartet, o “Je suis sous” in cui prendeva in giro sé e il suo grande amico/nemico: l’alcool. O “Bidonville”, in collaborazione con Baden Powell, in cui racconta la speranza che, malgrado tutto, si può riavere nella poverà delle periferie (di cui vi proponiamo il testo a seguire). E infine, fra le tante colloborazione e contaminazioni, non si può scordare la sua traduzione di “Estate” di Bruno Martino in francese, con il titolo didascalico “Un été”. Lo swing, il jazz, il blues, uno stile unico e scapestrato. Nella sua musica e nel suo personaggio, l’amore di un cantautore francese (diversamente da tutti, ad eccezione di Johnny Hallyday) che amava gli Stati Uniti, in cui riconosceva alcune affinità di spirito, e nel mentre, rimanendo così attaccato alla propria terra, al sud della Francia, “dove un corno di Spagna sembra spingere la sua forza”. Per lei, due anni fa, Claude Nougaro aveva partecipato a un concerto di beneficienza. In occasione della strage in fabbrica accaduta a ottobre del 2001 nella città guascona (“Per Tolosa: grande spettacolo di solidarietà“). Una messa verrà celebrata a Notre-Dame-de-Paris, lunedì prossimo alle 10:30. Bidonville Parole: Claude Nougaro. Musica: B. Powell Regarde là, ma ville. Elle s’appelle Bidon, Bidon, Bidon, Bidonville. Vivre là-dedans, c’est coton. Les filles qui ont la peau douce La vendent pour manger. Dans les chambres, l’herbe pousse. Pour y dormir, faut se pousser. Les gosses jouent, mais le ballon, C’est une boîte de sardines, Bidon. Donne-moi ta main, camarade, Toi qui viens d’un pays Où les hommes sont beaux. Donne-moi ta main, camarade. J’ai cinq doigts, moi aussi. On peut se croire égaux. Regarde là, ma ville. Elle s’appelle Bidon, Bidon, Bidon, Bidonville. Me tailler d’ici, à quoi bon ? Pourquoi veux-tu que je me perde Dans tes cités ? A quoi ça sert ? Je verrais toujours de la merde, Même dans le bleu de la mer. Je dormirais sur des millions, Je reverrais toujours, toujours Bidon. Donne-moi ta main, camarade, Toi qui viens d’un pays Où les hommes sont beaux. Donne-moi ta main, camarade. J’ai cinq doigts, moi aussi. On peut se croire égaux. Serre-moi la main, camarade. Je te dis : “Au revoir”. Je te dis : “A bientôt”. Bientôt, bientôt, On pourra se parler, camarade. Bientôt, bientôt, On pourra s’embrasser, camarade. Bientôt, bientôt, Les oiseaux, les jardins, les cascades. Bientôt, bientôt, Le soleil dansera, camarade. Bientôt, bientôt, Je t’attends, je t’attends, camarade.


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