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Siniscalco: Kyoto costerà all’Italia 3 miliardi di euro in 7 anni

Il ministro dell'Economia è intervenuto a un'audizione sull'argomento alla commissione Ambiente della Camera

di Redazione

Il costo per l?attuazione del protocollo di Kyoto è per l?Italia ”ragionevolmente contenuto”. Lo ha detto il ministro dell?economia, Domenico Siniscalco, durante una audizione sull’argomento alla commissione Ambiente della Camera. Il ministro ha ricordato, che secondo le stime del dicastero dell’ambiente, da qui al 2012 si parla di 2,5-3 miliardi di investimenti”. In ogni caso, l?attuazione del protocollo ”non è un fatto amministrativo – ha aggiunto – ma un processo. Ci sono voluti cinque anni per arrivare al protocollo, non si tratta ora di prendere troppo letteralmente gli obiettivi. E? una direzione di marcia e tra 50 e 100 anni si parlerà ancora di questo problema, anche se con target ben diversi da quelli di adesso”. In ogni caso, secondo il ministro, ”in questo campo e’ meglio prevenire che curare, perche’ ripristinare le cose e’ impossibile”. Siniscalco ha quindi ricordato che ”noi siamo impegnati a ridurre le emissioni del 6,5% nel periodo 2008-2012 rispetto al ’90. Questo vorrebbe dire un’emissione di 475 milioni di tonnellate di carbonio. Se invece non ci fosse nessun intervento il ‘tendenziale’ sarebbe di 613 milioni di tonnellate al 2010, ovvero 138 milioni di tonnellate in piu’. Con gli interventi che abbiamo previsto, e un prezzo del petrolio a 30 dollari, si stimano 576 tonnellate. Quindi bisogna o scendere a 475 tonnellate oppure avvalersi delle flessibilita’ che il protocollo di Kyoto consente”. Parlando inoltre della strategia del Governo per centrare questi obiettivi il ministro ha poi indicato un ‘mix’. Secondo il ministro occorre infatti ”accoppiare misure di natura fiscale a misure che spingano verso una tendenza ‘risparmiosa’ di energia. Servono investimenti privati ma anche pubblici”. Questa strategia ”presenta dei vantaggi non soltanto dal punto di vista ambientale e dei costi che il degrado del clima puo’ creare. Ma e’ anche una strategia economica in se: quando c’e’ stato quest’anno il rincaro dei prodotti petroliferi l’impatto e’ stato piu’ forte nei paesi piu’ intensivi di energia. In un’area poco intensiva come l’Europa l’impatto, con il petrolio a 50 dollari per tre anni, era di 0,5%. Mentre per paesi molto intensivi e in via di sviluppo come la Cina l’impatto sulla crescita era di 2-3 punti”. Quindi ”avere tecnologie che risparmiano energia e’ in un certo senso anche un’assicurazione contro gli shock economici che provengono da questi tipi di rincaro. E la strategia del Governo si basa su queste premesse tanto che nel provvedimento sulla competitivita’ che stiamo mettendo a punto c’e’ proprio, tra le priorita’, l’obiettivo della valorizzazione dell’ambiente”.


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