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Accuse alla Fondazione Gates

Bill & Melinda Gates Foundation investirebbe in aziende responsabili di inquinamento. Il Los Angeles Times accusa il filantropo più famoso al mondo di doppio gioco. Intervista a Valerio Melandri

di Riccardo Bagnato

Dalle stelle alle stalle. Fino a ieri paladino della filantropia mondiale, e oggi additato dal Los Angeles Times come cinico affarista. Si tratta di Bill Gates e la sua fondazione.

Secondo l’inchiesta, infatti, la Gates Foundation ha investito 218 milioni di dollari in vaccini contro la poliomielite e il morbillo in varie parti del mondo, compreso il Delta del Niger. Ma allo stesso tempo, ha investito 423 milioni di dollari in società che il quotidiano accusa di essere tra i maggiori responsabili delle malattie respiratorie che affliggono i bambini dell’area: Royal Dutch Shell, Eni, Exxon Mobil, Chevron e Total.

Cosa che in Italia ha provocato la reazione della stessa Eni, citata nell’inchiesta americana, come responsabile diretta di inquinamento e di danni alle persone.

Sempre secondo l’inchiesta, la Gates Foundation ha scelto di fare investimenti “alla cieca”, senza cioè confrontarsi con le decisioni e le strategie delle società nelle quali riversa centinaia di milioni di dollari. Il risultato, è che il filantropo Gates si trova a sostenere finanziariamente società che figurano nelle liste dei peggiori inquinatori, come Dow Chemical e Tyco International, i maggiori enti petroliferi al mondo, e società farmaceutiche accusate di mantenere troppo alti i prezzi dei medicinali necessari alla cura dei malati di Aids.

Monica Harrington, uno dei manager della società di investimento che gestisce il patrimonio dei Gates, ha difeso la scelta di mantenere separate le attività di beneficenza dalle iniziative per far fruttare il patrimonio. Ma altri colossi della filantropia, tra cui la Ford Foundation, hanno imboccato strade diverse, scegliendo di avere voce in capitolo nelle società in cui investono, e considerando anche il loro impatto sull’ambiente.

A complicare la faccenda, il fatto che la società a cui è stata affidata la gestione degli investimenti della Fondazione è una certa Cascade Investment Llc di Seattle, incorporata nella BGI (Bill Gates Investment), guidata da Michael Larson, responsabile non solo degli investimenti filantropici della Fondazione, ma anche di quelli personali di Mr. Microsoft.

Di tutto questo ne abbiamo parlato con Valerio Melandri, fra i massimi esperti di fund raising in Italia, membro della commissione per la redazione di una legge quadro sul Terzo settore, presidente di Philanthropy Centro Studi, e profondo conoscitore degli Stati Uniti, dove ha vissuto a lungo.

E? tipico del modello anglosassone quello di separare investimenti e attività di beneficenza all’interno della stessa organizzazione, ma in questo modo la mano sinistra non sa cosa fa la destra e, come evidenzia l?inchiesta del Los Angeles Times, questo potrebbe creare cortocircuiti a dir poco imbarazzanti?

Innanzitutto bisogna chiarire una cosa: chi gestisce gli investimenti di una fondazione fa un lavoro completamente diverso da quello di chi si occupa delle attività benefiche della stessa fondazione. Sono due mestieri diversi. E quindi sono personalmente favorevole alla separazione dei due incarichi. Il problema è un altro. Il punto è che la direzione deve stabilire dei codici etici per la gestione di entrambe le operazioni. E una volta stabiliti gli standard etici, chi investe e chi dona deve attenersi a quanto deciso. Quindi non è una questione del modello giusto o sbagliato, ma di quali standard etici sono stati decisi. Nel caso della Gates Foundation, evidentemente, sono stati approvati standard che accettano quel tipo di investimenti. Io però non posso pensare che Bill Gates non abbia preso in considerazione il rischio a cui andava incontro?

E quindi cosa ne deduce?

Ne deduco che secondo Bill Gates è più importante aiutare determinate situazioni piuttosto che porre dei limiti enormi agli investimenti.

E il fatto che il portfolio personale di Bill Gates, così come quello della sua fondazione siano gestiti dalla stessa azienda non le sembra rischioso?

Ma, insomma, cosa deve fare una persona che si trova una montagna di soldi da investire? Si fa aiutare da chi si fida. E probabilmente quella è la persona, e quello è lo strumento che si è dato e che ha trovato per i propri investimenti. Anche qui, però, il problema non è chi o cosa, ma come. Gli investimenti che potrebbe fare Bill Gates non sono gli stessi che potrebbe voler fare la fondazione, e quindi sarebbe più opportuno separarli.

Se domani mattina le telefonasse Bill Gates per chiederle un consiglio su come uscire da questa situazione?

Dire che ha sbagliato. Dirlo pubblicamente. Io non so se lui lo ha fatto a posta o no. Comunque sia la cosa fondamentale è darsi uno standard etico e rispettarlo.

E se non viene rispettato, cosa si può fare?

E? la fine. Per cui si può solo dichiarare che di questa cosa non se n?era occupato direttamente e che da questo momento in poi se ne occuperà riformulando eventuali nuovi standard etici che rispetterà.


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