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G8, si alza il sipario

Da oggi a venerdì i leader del mondo si sono dati appuntamento all'Aquila. Ma il presidente cinese è già tornato a Pechino

di Redazione

Al via il g8 dell’Aquila. Quindi le reazioni all’enciclica di Benedetto XVI. Sono questi i due argomenti portanti della rassegna stampa di oggi.



LA REPUBBLICA
apre con la “fuga” della Cina: “G8, Hu Jintao lascia il vertice”. Ieri sera durante una cena a Firenze, con il neosindaco Renzi e il governatore Martini il leader cinese ha ricevuto una telefonata, si è alzato e senza dare spiegazioni ha lasciato, con i suoi 150 accompagnatori, il desco per l’aeroporto dove lo aspettava un aereo. Era arrivato a Roma domenica. Al G8 ci sarà una sua delegazione. Il motivo lo spiega Federico Rampini a pagina 3: “Quella spina nel fianco del regime-caccia al musulmano nel nuovo Tibet”. Dopo la strage compiuta dalle forze dell’ordine (156 morti) ieri nella provincia di Xinjiang è scattata la caccia al musulmano. Per vendicarsi contro gli attacchi degli uiguri, centinaia di cinesi etnici (gli han) sono scesi in piazza armati di bastoni e machete. Una situazione esplosiva. Per riprendere il controllo di Urumqi, il governo ha deciso il coprifuoco dalle 9 di sera alle 8 del mattino. Nelle retate sarebbero scomparse più di 1.500 persone.  In tutto lo Xinjiang, spiega Rampini, cinesi e musulmani vivono in mondi a tenuta stagna. Sul fronte Usa – Russia, buone notizie. L’incontro Obama-Putin è durato più del previsto segno di un disgelo avviato. Obama in un incontro con gli studenti ha detto: «non siamo più antagonisti, la vecchia logica dei blocchi si è rivelata sbagliata». A l’Aquila intanto i preparativi fervono: oggi l’avvio del summit. Da segnalare la polemica tra Berlusconi e il Guardian (che ha pubblicato ieri un articolo in cui si sostiene che l’Italia va espulsa dal G8). Il premier ha replicato secco: «una colossale cantonata di un piccolo quotidiano». Un momento delicato insomma: secondo Claudio Tito l’obiettivo di Berlusconi è superare il summit (mentre Bossi preme: serve una svolta, magari con un rimpasto).

Prosegue la serie di interviste pre G8 del CORRIERE DELLA SERA. Questa settimana tocca al premier britannico Gordon Brown che nel titolo dice: “Sì alle regole italiane”. Intanto «il quotidiano inglese Guardian spara a zero sull’organizzazione del summit: vertice nel caos, l’Italia uscirà presto dal G8. Dura replica di Berlusconi: colossale cantonata di un piccolo giornale. Dodici arresti fra i black block». Al vertice sono dedicate le prime nove pagine. “Brown: «Non possiamo sbagliare. Per la ripresa ci vuole più moralità», è il titolo dell’intervista di pag 3: «La lezione che abbiamo imparata da questa crisi è chiara: irresponsabilità ed eccessi non sono consentiti. Si sbaglia una volta non due». Di fatto un sostanziale via libera alle 12 tavole dei global stantards fondate sulle idee italiane per un’economia etica. A pag 5 i temi del vertice: questione iraniana, armamenti nucleari, crisi economica, clima e ambiente, commercio mondiale, l’Africa e l’acqua. A Roma, Torino e L’Aquila intanto si registrano i primi scontri. Il CORRIERE da rilievo al commento del sindaco pd di Padova Zanonato: “«I no global come mafiosi»”.

“I grandi del mondo all’Aquila”  è il titolo in prima pagina. LA STAMPA richiama nel sommario l’articolo del Guardian, secondo il quale «c’è una pressione crescente da parte di altri Stati membri perché l’Italia sia esclusa dal gruppo» dei grandi. A sostituire l’Italia dovrebbe essere la stampa, secondo il giornale britannico. Paolo Mastrolillli intervista Bill Emmot, già direttore dell’Economist, e che nel 2001 dedicò a Silvio Berlusconi una copertina definendolo “inadatto” a governare l’Italia. Questa volta però il giornalista inglese boccia l’articolo del Guardian, definendolo un pezzo non bene informato e non credibile. «Il problema è il G8» dice «si tratta di un grande evento, seguito da migliaia di giornalisti, che in genere non dà notizie. Ma i quotidiani devono riempire ogni giorno le loro pagine, e quindi non gli pare vero di avere per le mani uno scandalo a sfondo sessuale che coinvolge l’ospite del vertice». LA STAMPA riferisce anche dei primi arresti di manifestanti: cinque francesi sono stati fermati all’Aquila, otto nella capitale. Ieri a L’Aquila si è tenuto un forum di associazioni e movimenti, riferisce l’inviato Ruotolo, durante il quale gli aquilani anno voluto sintetizzare il loro manifesto programmatico in uno slogan: «Ascolto e dialogo. Vogliamo poter decidere e contare nella ricostruzione delle nostre città».

Sette pagine dedicate al G8. Oltre all’agenda della tre giorni e l’annuncio dell’accordo sul commercio atteso da otto anni, IL GIORNALE dà voce agli aquilani. A pag. 4 la cronaca dai cantieri dove lavorano i «veri grandi». «A Bazzano già pronto l’81% delle piastre antisismiche e a Onna si stanno costruendo le prime case delle 91 in programma e realizzate dalla collaborazione fra Provincia di Trento e Croce Rossa». E la cronaca da Coppito,  paese terremotato a qualche km  sia dalla  sede del G8 che dall’aeroporto di Pretura e quindi super vigilato. L’inviato Emanuela Fontana ha raccolto le opinioni di alcuni suoi abitanti che sono pronti a dare battaglia ai manifestanti. «Se ci toccano qualcosa qui si scatena il putiferio», dicono. La cronista si sposta poi all’Aquila dove  bar e  negozi sono chiusi, chiuse anche le banche. E anche qui  fra gli abitanti  lo stesso pensiero «Se sfiorano L’Aquila scendo in piazza a difendere al città da persone senza rispetto». E ancora «Basta che qualcuno scriva su un muro e qui scoppia la guerra».

Il titolo d’apertura de IL MANIFESTO è affidata ad una vignetta di Vauro, sotto la scritta “G8 al via, L’Aquila blindata” un disegno delle tende chiuse con il lucchetto. L’editoriale di Giampaolo Calchi Novati, “Il gioco del mondo” sottolinea le difficolta del governo italiano e del Premier Berlusconi nel gestire il summit. Calchi Novati sottolinea come il G8 si terrà «nel momento peggiore, con un capo di governo azzoppato da vicende imbarazzanti e in sofferenza su pressochè tutti i temi oggetto della discussione». Poi il giornalista porta l’attenzione sul fatto che «nel bel mezzo di un periodo storico all’insegna della carenza di potenza» sarebbe una regressione «il ritorno alle arti della superpotenza» ritenendo cioè anacronistico l’atteggiamento di auspicare che gli Usa imprimano una sterzata positiva alla politica mondiale. Fatto per altro di cui il presidente Barak Obama è pienamente cosciente, tanto da andare, prima che al G8, a Mosca. Proprio l’uso delle relazioni bilaterali è «una tentazione se i consessi internazionali perdono colpi». Infine il giornalista sottolinea la regia occulta del Papa, che con l’enciclica ha introdotto nel summit «quei principi etici a cui l’età della globalizzazione non da molto credito».
All’interno due pagine sono dedicate agli scontri romani tra manifestanti e forze dell’ordine. “Una giornata di repressione” è il titolo dell’articolo. 36 gli studenti dell’Onda fermati 9 dei quali si sono tramutati in arresto. Proprio l’arresto è la nuova strategia di repressione.

“Speranze e tensioni due fronti per il G8” è l’apertura di AVVENIRE. “Sul tavolo dei grandi le emergenze mondiali”, una pagina dedicata ai temi in gioco, con le priorità di ciascun paese riassunte in punti in un’infografica. Il primo piano di pag. 6 è tutto per per l’Onda e i black bloc: 24 manifestanti, 8 arrestati di cui tre italiani.La protesta per il il G8 si somma a quella per ottenere il rilascio degli studenti di Torino. E anche “l’Aquila teme ondate di violenza”. Sono stati fermati cinque francesi: nel furgone avevano spranghe e mazze da baseball. Crescono i controlli ma anche la paura che finisca come a Genova. E molti all’Aquila hanno preferito lasciare la città per i giorni del vertice. Diversi negozi, «anche lontani dalla “zona rossa”, da oggi a venerdì, hanno preferito abbassare le saracinesche… La paura si chiama non global. Ne parlano come un’orda che sta per calare sulla città». In un boxino, Alex Zanotelli usa parole forti per scuotere gli aquilani, invitandoli a diventare protagonisti della ricostruzione: «Qui vedo già tanti avvoltoi che stanno facendo business su una sciagura, come successe a New Orleans dopo l’uragano Katrina. Gli aquilani si devono organizzare in una rete sociale e dire che cosa vogliono veramente, per evitare che questa città, diventi terra di conquista». Nella conferenza stampa di ieri sera, convocata per presentare il programma del G8, il premier ha escluso che le «calunnie» (la «colossale cantonata di un piccolo giornale», con riferimento all’ipotesi lanciata dal The Guardian di una Spagna al posto dell’Italia) ed eventuali scosse possano rovinare la festa: «Ho un rapporto continuo e costante con gli altri colleghi che conoscono bene i giornali e sanno valutarli: andiamo al G8 preparatissimi, con serenità e tranquillità», ha detto rispondendo alla domanda di un cronista di Repubblica, approfittando «per togliersi un sassolino dalla scarpa: Mi stupisco che la domanda venga da lei, che fa parte di un gruppo editoriale che prima mi butta addosso delle calunnie e poi se la prende con me perché queste calunnie fanno male all’Italia. Complimenti». Passa poi in rassegna i temi sul piatto, dall’accordo raggiunto su lotta al terrorismo, sicurezza alimentare, medio oriente, Afghanistan, Pakistan, crisi economica. Le incognite, clima e Iran.      

ITALIA OGGI anticipa i temi e i messaggi principali che saranno discussi venerdì 10 quando i leader del G8 discuteranno di sicurezza alimentare globale, di misure contro il protezionismo e quelle che discordano il mercato agricolo mondiale. Il pezzo, “Ora, un G8 contro il protezionismo”, riferisce di un maxi piano tra i 12 e i 15  mld di dollari per aiuti alimentari e allo sviluppo. «La principale novità che filtra dalla bozza di documento che sta girando in queste ore riguarda l’intenzione di concentrare maggiori risorse sugli investimenti per lo sviluppo, piuttosto che sugli aiuti umanitari».
A dettare la nuova linea sono gli Stati Uniti, la cui visione è esplicitata nella bozza di documento finale nel cui passaggio principale è riportato chiaramente che «la sicurezza alimentare è strettamente connessa con la crescita economica e il progresso sociale, cosi come con la stabilità politica. I mercati devono rimanere aperti e il protezionismo dev’essere rifiutato». In altre parole, meno protezionismo e meno barriere nei confronti del libero mercato. Più specifiche le istanze degli agricoltori: adattamento dell’agricoltura ai mutanti climatici,individualizzazione di priorità legate alla disponibilità e all’uso efficiente dell’acqua, tutela dei redditi degli agricoltori, sono quelle di Cia-Confederazione italiana agricoltori. Coldiretti invece, ha espresso l’auspicio che il G8 raccolga l’invito di Papa Benedetto XVI «a realizzare profondi cambiamenti necessari per superare le attuali dinamiche economiche internazionali,caratterizzate da gravi distorsioni e disfunzioni». Il G8 non è solo un evento politico internazionale, il G8 è anche un’occasione di puro marketing per molte aziende italiane. È la tesi dell’articolo “Il G8? Fiera del made in Italy” pubblicato nella sezione Marketing di ITALIA OGGI. De Cecco è lo sponsor ufficiale a tavola. Frette invece ha preparato asciugamani e accappatoi personalizzati con le iniziali degli ospiti. Iniziali ricamate anche per l’omaggio di La Perla. E per il relax di Obama? Techogym ha fatto installare un tapis roulant di ultima generazione oltre al Kinesis personal disegnato da Antonio Citterio. Per la sicurezza c’è Finmeccanica.



E inoltre sui giornali di oggi:


ENCICLICA
AVVENIRE – Nel quotidiano, l’inserto con il testo integrale dell’Enciclica, che contende al G8 l’apertura della prima pagina. Secondo Francesco Botturi, che firma l’editoriale, sono «in gioco le categorie per ripensare il senso dell’umano», a partire dal concetto così distante dall’idea del papa di homo oeconomicus «ma il motivo primo dell’audacia papale è nella visione di fede che egli ripropone, rilanciando l’idea della dottrina sociale della Chiesa come sapienza; esercizio di un “amore ricco di intelligenza” e di “intelligenza piena di amore”». L’osservazione centrale è quella della questione «antropologica» che diventa «questione sociale». «Anche questo porre all’inizio “la carità nella verità” va contro corrente rispetto alla tendenza di trattare le questioni sociali nel modo meno confessionale possibile», eppure, «non è una limitazione di campo , ma al contrario spalancamento teorico e pratico, orizzonte entro cui lavorare con chiunque abbia a cuore le sorti storiche dell’uomo, sostenuti da un patrimonio di dottrina che ama la verità dell’uomo». In vetrina c’è poi la doppia intervista a don Mario Toso, consultore del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, e a Stefano Zamagni, che reagiscono sulla «catechesi» di Benedetto XVI sul contributo della Chiesa a un progresso sostenibile. Secondo il primo, proprio perché «impostato sulla carità nella verità», il cristianesimo, così come presentato dal Papa, è «intrinsecamente dotato di dimensione pubblica. Un cristianesimo intriso di carità senza verità si ridurrebbe a una riserva di buoni sentimenti, utili per l’ambito privato ma certamente marginali per convivenza sociale». Zamagni dice quello che va ripetendo da sempre: «la logica del dono entri nel mercato». Benedetto XVI si è reso conto che «la logica della massimizzazione del profitto sta portando all’affermazione del mito dell’efficienza. E chi non risulta economicamente efficiente viene emarginato». E cita una frase di Giovanni Paolo II: «la discriminazione in base all’efficienza non è meno disumana di quella per razza, religione o malattia».

CORRIERE DELLA SERA – “«Un’enciclica che resterà nella storia»”, dice il cardinal Martino presentando Caritas in veritate. Il pezzo di Gian Guido vecchi mette in rilievo anche la posizione del teologo della liberazione Leonardo Boff, «che non ha particolare simpatia per Ratzinger», ma che si dice «sorpreso del taglio sociale dell’enciclica». Il CORRIERE poi intervista il banchiere e commentatore dell’Osservatore romano Ettore Gotti Tedeschi che per Benedettto XVI vorrebbe il nobel per l’economia: «Il comportamento etico è quello che produce la famosa fiducia. Questa enciclica si fonda sugli stessi principi delle altre, di una Rerum novarum, di una Populorum progressio, di una Centesimus annus e ha in sé la stessa dottrina dell’enciclica che verrà scritta nel 2100 sull’economia globale dominata dall’Asia».

SOLE24ORE – Molto basso sul G8 (l’impressione è che aspetti i primi risultati concreti del summit prima di pronunciarsi), amplissimo risalto invece per l’enciclica del papa, che occupa le prime tre pagine. A pagina due, ecco ampi stralci del testo, e a pagina tre un pezzo esplicativo del vaticanista Carlo Marroni che parla di «grammatica economico-sociale della Chiesa» che «lancia una sfida al mondo ricco: andare oltre il capitalismo» ma soprattutto «lancia il messaggio che sovrasta ogni altro: lavoro per tutti». Anche Emma Maregaglia, “editore” del giornale, dà la sua approvazione: «Sì al mercato ma senza eccessi, dignità sul lavoro, no al precariato: sono idee che noi condividiamo».

LA REPUBBLICA – Due pagine e un editoriale per la Caritas in veritate. L’analisi è di Marco Politi: “Se Ratzinger invoca un governo mondiale”. Il Papa «mostra un volto cristiano-social-democratico e persino verde. Forse una sorpresa per chi si attarda nello stereotipo del pontefice conservatore, ma certamente in linea con la robusta strategia elaborata dalla dottrina sociale della Chiesa». Una visione globale per un autentico sviluppo integrale. Redistribuzione delle ricchezze, delle risorse, dell’accesso alle energie, fiducia ed etica: sono i temi principali, cui si risponde anche con una Autorità politica mondiale. In appoggio intervista al premio Nobel Paul Samuelson: “Le follie di Reagan e Bush hanno creato un mostro il Papa ci riporta alla realtà”. Rende omaggio a Ratzinger l’economista: Benedetto XVI si schiera contro la deriva del capitalismo selvaggio, della mancanza di regole, dell’arroganza del potere finanziario, delle discrepanze tra ricchi e  poveri e della noncuranza della dignità umana. «Scrive di non affidarsi in modo prometeico ai prodigi della finanza per sostenere crescite innaturali e consumistiche: si tratta di applicare concetti antichi, basati su una logica della distribuzione delle ricchezze, alle esigenze reali del XXI secolo».

LA STAMPA – “Obama a Roma: Alleati con il Papa sui temi sociali”. Il presidente Usa vuole discutere con Benedetto XVI la nuova enciclica sociale, dalla quale è stato molto colpito, scrive il corrispondente da New York in trasferta a Mosca per seguire l’incontro con Medvedev. «Il presidente ha forti attese per l’incontro con il Santo Padre per l’impatto della Chiesa e dei suoi insegnamenti non solo nel mondo e negli Stati Uniti» ha dichiarato il viceconsigliere di Obama «ma in verità anche per la sua persona». L’enfasi che la Casa Bianca mette sull’incontro con il Pontefice «fa risaltare la cautela nell’approccio ai lavori del summit dell’Aquila» fa notare il corrispondene de LA STAMPA. «Ci trovimo a metà strada fra il G20 di Londra e il G20 di Pittsburg» ha detto ieri il portavoce di Obama «ci sono impegni che il presidente vuole verificare in vista del prossimo appuntamento», descrivendo il G8 come una tappa interlocutoria per far avanzare l’agenda su temi economici e finanziari così come sul fronte della «sicurezza alimentare».

IL GIORNALE – La nuova Enciclica di BenedettoXVI è in copertina e lo stralcio continua alle pagine 8 e 9. Andrea Tornielli firma l’editoriale “Una lezione sulla crisi”  dove considera: «Sarebbe fuorviante ridurre la portata  dal  nuovo documento papale alla richiesta di  un po’ più di etica nella finanza e in economia. L’approccio  del papa tiene presente il principio del cristianesimo dell’et-et cioè la capacità di includere tutti i fattori in gioco. Per questo nessuno dei problemi oggi dibattuto è rimasto escluso dalla Enciclica. Quindi papa Ratzinger chiede  un cambiamento di mentalità prima che di strutture, una conversione di cuori». Tornielli poi passa in rassegna i punti principali: i doveri dei paesi ricchi,  un no assoluto all’aborto, i rischi della finanza, i danni del fondamentalismo, si deve sapere donare, migrazioni globali, i pericoli della tecnica, il principio di sussidiarietà, il non profit, ambientalisti, attenti. Sempre Andrea Tornielli ricorda che questa lettera ai fedeli esce «in ritardo di due anni  a causa del crac finanziario. Ed è stato  fra i progetti con l’iter più travagliato e lungo». L’economista Ferruccio Marzano commenta : «Un’analisi lucida e realista contro gli eccessi della finanza». E conclude: «L’Enciclica è a favore del mercato  se orientato verso il bene comune. Il Papa esalta la libertà ma la coniuga con la responsabilità».


SPECULAZIONE
LA REPUBBLICA – Bel focus a firma Federico Rampini: “Così colpiscono gli squali del mercato”. Ovvero come la speculazione sta rialzando la testa: proprio mentre il G8 cerca nuove regole su trasparenza ed etica, in soli tre mesi emessi 41 miliardi di dollari di junk bond, ovvero obbligazioni ad alta probabilità d’insolvenza (l’81% in più del 2008; emessi dai soliti noti: J.P. Morgan Chase, Morgan Stanley, Goldman Sachs). Nel frattempo le grandi banche preparano anche per il 2009 ottimi super-bonus ai manager


UNIVERSITÀ
SOLE24ORE – Interessanti davvero le pagine 26/27 del SOLE: a sinistra c’è un articolo dall’inquietante titolo “Gli Mba disertano la finanza: per il 2009 dimezzati gli iscritti ai master e azzerate le offerte di lavoro”; a destra campeggia una pubblicità (mezza pagina) del Mba della Luiss, il cui slogan è “12 mesi in aula, 5 in azienda, e tutta la vita per goderti il tuo successo”. Chissà come saranno contenti gli inserzionisti, perché invece nell’articolo, come è intuitivo, si dice il contrario, anche se per la verità ci si riferisce agli Mba degli Usa frequentati da italiani. Il motivo della crisi (il 50% degli italiani in Usa sceglie di tornare a casa contro il 27% dell’anno scorso a causa delle scarsissime offerte di lavoro oltreoceano) è proprio il contraccolpo dei tanti crac finanziari, per cui – commenta il SOLE – «per la prima volta torna a crescere l’appeal dell’economia reale» anche per i freschi “masterizzati” dei più prestigiosi atenei del mondo.


IMMIGRAZIONE
AVVENIRE – Il quotidiano pubblica il documento sul problema migrazioni approvato ieri dai 10 vescovi della Conferenza episcopale lombarda riunita a Caravaggio sotto la presidenza del cardinale Dionigi Tettamanzi. Da qui, l’invito a favorire i diritti delle persone oneste, realizzando procedure praticabili. Accanto, un box con il fermo «no» di Maroni a un’eventuale sanatoria. Ma La Russa e Gasparri aprono a «interventi limitati». E come sempre, c’è la reazione delle associazioni: “«Il pacchetto è un attacco alle famiglie»”. Soprattutto quelle con disabili e anziani a carico (il 56,7% dei collaboratori familiari stranieri assiste proprio questi ultimi)». Questa è l’accusa che viene dalla Cisl. Anche la Caritas in prima linea in questa battaglia: «Noi non denunceremo i clandestini. Ne abbiamo parlato anche con il vicario episcopale della Curia e la nostra posizione è l’obiezione di coscienza». E l’Api-colf riprende le parole del segretario del Pontificio consiglio per la pastorale dei migranti, che ha definito il pacchetto sicurezza: «il peccato originale dietro il quale va tutto il resto». Al corso si unisce anche l’Associazione nazionale pensionati della Cia, che ha rivolto un appello al governo perché sani la regolarità della badanti. Mentre l’associazione sindacale Domina fa sapere che rispetto a 650mila contratti regolari registrati presso l’Inps, è possibile che siano «addirittura verso il milione le famiglie che necessitano di aiuto in casa e non avendo potuto regolarizzare si troverebbero esposte a denunce penali ed esproprio dell’abitazione».
 


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