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No slot: i Comuni lombardi in prima fila

Dopo Milano anche Pavia si dota di una “Disciplina comunale degli orari di esercizio delle sale giochi e delle slot”. Non è un caso, è nata infatti una rete di istituzioni locali (ci sono anche Lodi, Lecco, Bergamo e Cremona) che, sotto l'egida delle legge regionale, mettono alle strette il business del gioco d'azzardo. «Volgiamo dare un segnale forte», spiega la vicesindaco pavese Angela Gregorini

di Lorenzo Alvaro

Dopo l'iniziativa di Milano anche la Las Vegas italiana mette alle strette le macchinette. Varata in queste ore dal Comune di Pavia e immediatamente attiva,  la “Disciplina comunale degli orari di esercizio delle sale giochi e delle slot” (il testo dell'ordinanza in allegato). Come spiega a Vita la vicesindaco di Pavia, Angela Gregorini, «è imposta, su tutto il territorio comunale. Il frutto della collaborazione con gli altri comuni lombardi e con il Movimento No Slot»
 

Angela Gregorini, vicesindaco di Pavia

Il Comune di Pavia ha appena varato una “Disciplina comunale degli orari di esercizio delle sale giochi e delle slot”. In cosa consiste?
Il provvedimento limita gli orari di apertura di sale giochi e utilizzo delle slot machine all'interno di bar, ristoranti, tabaccherie ed esercizi commerciali in genere. Gli orari imposti prevedono solo 8 ore di apertura, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle ore 22.

Come avete scelto gli orari?
Grazie alla collaborazione con Asl e del Movimento no slot, cui ci siamo rivolti, che hanno effettuato un monitoraggio sul Gioco d'azzardo patologico nel Comune di Pavia. Un lavoro da cui è emerso che, se è vero come le persone maggiormente colpite sono adulte, lo è anche il fatto che il fenomeno riguarda in larga parte anche anziani e giovani. Due categorie che utilizzano in particolare la mattina e il pomeriggio inoltrato per giocare d'azzardo. Essendo considerate categorie deboli e che vanno protette ecco che si capisce il perché degli orari scelti. Un modo per disincentivare l'utilizzo delle slot il più possibile.

Ed è già esecutivo questo provvedimento?
Sì, a questo punto l'ordinanza è immediatamente esecutiva. Questo vuol dire che potremo partire con i controlli e, nel caso in cui sia necessario, con le sanzioni amministrative che possono arrivare fino ad un massimo di 500 euro.

Un regolamento che ricalca le azioni messe in campo da Milano. È un caso?
No, tutto questo lavoro è stato fatto in stretta collaborazione con Milano, ma anche con Lodi, Lecco, Bergamo e Cremona. Ci scambiamo ormai da tempo informazioni per fare in modo di condividere le buone pratiche e contrastare il fenomeno in tutta Lombardia. È intenzione di questi comuni coinvolgere più istituzioni locali possibili. È ora di dare un segnale forte.  

Uno sforzo che è reso possibile anche dalla legge regionale lombarda…
Facciamo seguito alla legge n.8 della Regione che combatte il Gap. Il nostro impegno va in questo senso. Questa legge ha messo in condizione il Consiglio di Stato di dare ragione, in caso di contenziosi, ai Comuni. Non è più una battaglia contro i mulini a vento. Permettendo così l'impegno congiunto e convinto delle istituzioni territoriali
 


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