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L’Italia (segreta) dell’accoglienza

Le coste libiche, la traversata, lo sbarco e l'accoglienza. L'epopea dei migranti raccontata attraverso le testimonianze dirette dei protagonisti, dai migranti al sindaco di Lampedusa, da un capitano della Marina militare a Erri De Luca. Anteprima del magazine di giugno

di Giuseppe Frangi

Mare nostro, mare loro. È il titolo della copertina del numero di giugno di Vita. Un lungo e articolato servizio giornalistico che affronta l’emergenza nella sua progressione geografica. Nacy Porsia, freelance, racconta con una corrispondenza da Tripoli, la situazione delle decine di migliaia di migranti nei campi di raccolta e di detenzione libici.

A centinaia entrano ogni giorno da Sud o dai confini egiziano e tunisino. Vengono ammassatti in campi o casermoni. E diventano business per le verie milizie. Mentre la Guardia costiera è rimasta senza budget

Nancy Porsia

Una lunga parte è invece dedicata al racconto dell’esperienza della traversata: testimonianze dei migranti stessi, raccolte al Centro gestito da Fondazione Arca a Milano; ma anche testimonianze di chi in questi mesi si è prodigato nei soccorsi. Parlano due capitani di Marina, Berardino Amodio, che ha portato in salvo oltre 4500 migranti, e Catia Pellegrino; poi Vincenzo Billeci, pescatore a Lampedusa, 30 barconi portati in salvo in questi anni.

Vivo di mare anche quando ho paura di tirare la rete e trovare un corpo senza vita. Quando il centro d'accoglienza è stato pieno, ho ospitato i migranti a casa mia

Vincenzo Billeci

La parte finale del servivizio di copertina è dedicata a nove storie di ordinaria accoglienza: cioè esperienza di accoglinza dei migranti dal basso, con formule ogni volta diversa, dalle famiglie che aprono le porte di casa, all’hotel che cambia la propria mission… In tutti questi mesi quel che le autorità non hanno saputo fare, spesso lo ha fatto la gente comune. Ciascuno facendo del suo, ad ogni livello.

È quello che abbiamo voluto documentare nelle pagine del magazine che troverete in edicola da sabato, per raccontare un Paese che ancora una volta si dimostra migliore e molto più organizzato di quanto i suoi detrattori non vogliano far credere. È un Paese schierato in tutti i ruoli, dai suoi poeti, come Erri De Luca, che ha rilasciato a Vita un’intenssima intervista a partire dalla poesia che aveva dedicato alle vittime del grande naufragio del 20 aprile.

Stiamo nutrendo i pesci del Mediterraneo coi corpi dei viaggiatori, ci nutriamo di loro in seconda battuta, cannibali di seconda mano

Erri De Luca

Fino al sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, che rilancia l’idea dei corridoi umanitari come sola soluzione credibile all’emergenza, e al semplice albergatore di Bormio o alle reti di famiglie, che in ogni angolo d’Italia si sono inventati modelli d’accoglienza dal basso.

A dimostrazione che davanti a questo dramma, ognuno può fare qualcosa.

Il nuovo numero in edicola da venerdì 5 giugno 2015
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