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“Spreco zero” al supermercato: in arrivo una legge ad hoc

Presentati a Expo dal Banco Alimentare nuovi dati sullo spreco di cibo in Italia e una pdl in discussione alla Camera che permette ad aziende, gdo e tutti i soggetti della filiera alimentare di donare agli indigenti i prodotti commestibili che a fine giornata sarebbero buttati. Ecco il testo

di Gabriella Meroni

Una nuova legge antispreco che mira al recupero delle eccedenze alimentari, permettendo a tutti i soggetti della filiera alimentare a conferire gratuitamente i prodotti alimentari ancora commestibili ma ritirati dalla vendita alle organizzazioni che si occupano di distribuirli agli indigenti. È il pdl in discussione (scaricabile qui) alla Commissione Affari sociali della Camera che è stato al centro del convegno di ieri in Expo organizzato dalla Fondazione Banco Alimentare e dedicato proprio all’obiettivo “Spreco Zero”.

«La legge per facilitare e semplificare il recupero delle eccedenze alimentari procede veloce in commissione», assicura la relatrice e autrice, onorevole Maria Chiara Gadda (Pd). «Il Parlamento sta facendo la sua parte per raccogliere l’eredità politica di Expo, e anche se una singola legge non è mai risolutiva, può essere strumento utile per veicolare un comportamento episodico e rendere strutturale il circuito della donazione. Una buona legge», conclude, «riconosce i fatti sociali e li aiuta a crescere, è questo lo spirito che mi ha spinto a scrivere la proposta di legge e la modalità con cui procede la discussione in Parlamento».

Secondo il presidente della Fondazione, Andrea Giussani, questa legge permetterebbe di «recuperare in un anno 2 miliardi di euro di cibo, cioè 1 milione di tonnellate contro le attuali 500mila». Si tratterebbe, sempre secondo Giussani, di un provvedimento «a costo zero che armonizza il quadro normativo e semplifica il processo di donazione delle aziende». Ogni anno infatti finiscono nella spazzatura 5,1 milioni di tonnellate di cibo per un valore di quasi 13 miliardi di euro. Il 53% di questo spreco, quello generato dal settore primario fino ad arrivare alla ristorazione, potrebbe essere recuperato e destinato alle persone in stato di bisogno, oltre 4 milioni in Italia.

Non basta. Secondo l’indagine del Politecnico di Milano “Surplus Food Management. Against Food Waste. Il recupero delle eccedenze alimentari dalle parole ai fatti”, promossa dal Banco Alimentare, sono 5,6 milioni le tonnellate di cibo prodotte in eccedenza in un anno lungo la filiera agroalimentare italiana, dai campi al consumatore finale, di cui 5,1 milioni divengono spreco, per un valore di 12,6 miliardi di euro all’anno, 210 euro per persona. Lo spreco alimentare viene generato in parte (53%) dalle aziende della filiera e in parte dal consu­matore (47%). La notizia positiva è che crescono il recupero e la ridistribuzione delle eccedenze – passati dal 7,5% di 4 anni fa al 9% circa di oggi –, frutto di una maggiore attenzione e del diffondersi di best practice anche nel settore della GDO.


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