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Nicola Lagioia: sui treni pendolari il volto e la voce inascoltata della realtà

Il disastro ferroviario riapre una questione: la vita minuta, concreta e reale dei cittadini italiani è sempre più distante dalla sua rappresentazione ad uso e consumo di classi dirigenti e intellettuali incapaci di venire ai ferri corti con la realtà

di Redazione

Tra le riflessioni di queste ore, merita attenzione quella di Nicola Lagioia pubblicata da Repubblica ("Su quei treni che viaggiano lenti storie e volti distanti dalla fictio"). Scrittore, pugliese nato a Bari, vincitore del Premio Strega dello scorso anno, Lagioia ha colto un punto a mio parere cruciale: il ritorno dei volti.

Scrive Lagioia: «che viaggiate a bassa velocità ad Andria come a Gallarate, avrete a che fare con uomini, donne, ragazze e ragazzi i cui volti sono totalmente diversi da quelli che potreste ritrovare in una fiction televisiva, in un reality, in un talent. Sono spesso i corpi e i volti di chi è stato lasciato indietro, di chi lotta con le unghie e con i denti per non essere sbattuto definitivamente fuori dal consesso sociale».

Le facce che credevamo estinte con la modernità avanzata stanno tornando, restituite ai nostri sguardi dai disagi, dalle sofferenze e dalle difficoltà a cui il secondo decennio del XXI secolo — questo nuovo, durissimo paradigma — sta sottoponendo milioni di individui e di famiglie. Se volete un bagno di realtà, veniteli a incontrare sui treni che viaggiano lenti.

Nicola Lagioia

Le facce ritornano e – scrive Lagioia – quelle facce «sono la realtà al quadrato». Sono la testimonianza «che Pier Paolo Pasolini aveva torto. La pialla dello sviluppo, che avrebbe dovuto rendere tutti uguali, ha avuto il più imprevedibile (e per certi sensi disastroso) degli arresti. Le facce che credevamo estinte con la modernità avanzata stanno tornando, restituite ai nostri sguardi dai disagi, dalle sofferenze e dalle difficoltà a cui il secondo decennio del XXI secolo — questo nuovo, durissimo paradigma — sta sottoponendo milioni di individui e di famiglie». Lagioia ha ragione: chi vuole un bagno di realtà, vada a incontrarla sui treni che viaggiano lenti.


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