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Valori dello sport. La lezione di Rachid: «Corro per andare incontro al futuro»

Sport non fa rima con corruzione, collusione, azzardo. Sport è disciplina, speranza, gioia. Ce lo spiega Rachid Benhamdane, un mito tra i podisti, che ricorda: «Per iniziare a fare atletica non ti serve nulla: solo un paio di scarpe e la tua volontà». Il 30 ottobre, anche lui sarà a Longiano per "Run to win", la prima corsa podistica nazionale contro l'azzardo

di Chiara Pracucci

Ha 29 anni, pesa 42kg, ed è di origine marocchina (Qued Zem). In Italia dal 2010, Rachid Benhamdane ha fatto il miglior tempo nazionale sulla maratona (2,22’’), attualmente corre nella Dinamo Sport da due anni, precedentemente Policiano (Arezzo) e Sidermec. Corre su strada da quando è in Italia. Ha vinto tantissime gare. Ha una compagna anche lei di origine marocchina che vive in Italia ed è una podista di alto livello.

Come hai iniziato a fare atletica
A 12 anni quando ero in Marocco, e mio fratello più grande mi ha detto che avevo il corpo magro adatto per l’atletica. Fino a 18 anni facevo solo cross e pista mai fatto la strada perché in quegli anni il muscolo era fresco. Nel 2010 sono venuto In Italia, avevo 23 anni, per alcuni anni ho avuto difficoltà col permesso di soggiorno e questo mi ha causato problemi per correre, perché non avevo documenti regolari. Ho avuto pazienza fino al 2012 quando è uscita una sanatoria, ho fatto la richiesta e dunque avevo i documenti in regola. Dal 2012 ho potuto correre con tessere UISP in regola. Ad Ancona ho fatto la prima maratona mi hanno detto “sei troppo magro tu non la finisci”, l’ho fatta in 2,25’’ e sono arrivato terzo.

Quante ore al giorno ti alleni?
Dipende dalle gare, per la maratona ad esempio mi alleno due ore al mattino e una a pomeriggio, per la preparazione alle maratone faccio 220 km a settimana. Da due anni ho lasciato la maratona faccio solo le mezze e i 10 km.

Perché dal Marocco sei venuto in Italia?
Perché prima è venuto mio fratello nel 2002 in cerca di una vita migliore, ora in Marocco si sta meglio è cambiato ma allora era difficile. Anche nell’atletica ora le gare hanno buoni premi come in Italia, e iniziano ad esserci buoni sponsor.

Qual è il tuo lavoro?
Oltre all’atletica faccio il pizzaiolo, l’anno scorso ho fatto il corso e ora quando mi chiamano faccio anche questo. Non mi scoccia fare altri lavori, l’atletica ha pochi sponsor e si sente la crisi. Correre sulla strada è più dura però, la strada ti mangia il corpo.

Per diventare bravo come te che cosa ci vuole?
L’atletica vuole sempre la pazienza, è la prima cosa. Poi ci vuole la testa, l’allenamento, bisogna dormire per riposare il muscolo e allenarsi ogni giorno. Ma la cosa più importante è la pazienza: l’allenamento che faccio oggi o in questo mese non è per la gara di questa settimana, mi aiuta a preparare la prestazioni e la forma fra tre o quattro mesi. Bisogna fare un programma giornaliero che ti darà la forma per l’anno successivo, oggi la mia prestazione è il frutto dell’allenamento dell’anno scorso, in questo senso la pazienza è la cosa più importante in questo Sport. Non puoi saltare un allenamento, devi farlo tutti i giorni.

Il 30 Ottobre si correrà Run to win In corsa contro l’azzardo, la corsa podistica che si terrà a Longiano (e di cui Vita è media partner) hai mai fatto questo tipo di “giochi”?
​Mai, non ho nemmeno il tempo, quando torno dal lavoro o mi alleno o mi riposo, se ho del tempo libero parlo con gli amici. Non vado mai al bar e non ho mai bevuto alcol, sono andato solo una volta in discoteca in sei anni.

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Ora come immagini il tuo futuro?
Per ora rimango qui, mio fratello è tornato in Marocco. Qui dove sono io la Moschea più vicina è a sei o sette km, in Marocco ce n’è una ogni 200 metri, non so quando riuscirò a tornare. Forse tre o quattro anni, il futuro dell’atletica in Italia è difficile, è difficile trovare sponsor sia per le squadre che per le gare. Io non ho problemi con l’Italia mi trovo bene, mi manca una cosa sola: la famiglia. La cosa che mi fa soffrire di più è non vedere mia mamma, mio padre è morto tanti anni fa. Ora peso 42 kg quando vado da mia mamma e rimango un mese, torno che peso 50 kg perché sono contento di stare con lei.

Credi sia il peso della felicità?
Esatto sono felice perché sono con lei.

Qual è il tuo sogno?
Trovare un buono sponsor e dedicarmi completamente all’atletica, io non ho la mia famiglia qui e devo mantenermi totalmente da solo, e in questo momento solo con l’atletica non è possibile.

Se tu dovessi parlare a dei ragazzini che devono scegliere quale Sport praticare, cosa gli diresti sul podismo?
L’atletica non è come gli altri sport, per iniziare basta un paio di scarpe (se le hai), molta pazienza , la testa e ascoltare l’allenatore poi non ti manca niente per andare incontro al tuo futuro.

Quindi per atletica ci vogliono un paio di scarpe, molta pazienza e allenamenti, cosa ti da di bello in cambio di questi sacrifici?
Il bello è che quando arrivi primo è merito tuo, se arrivi ultimo la responsabilità è tua. Quando hai bisogno di energia la devi trovare dentro di te. Ti misuri costantemente con te stesso e con le tue forze. Quando sono in gara cancello tutti i problemi, penso dalla partenza fino all’arrivo.

Riesci a rispettare il Ramadam e fare le gare?
Il Ramadam da cinque anni viene in estate quando non ci sono gare. Mi alleno soltanto e mangio dopo l’allenamento di sera, riesco in questo modo a rispettarlo. La mattina mi alleno senza mangiare e “mangio con il corpo” prendo l’energia da me stesso.


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