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Corsa contro il tempo per salvare gli allevamenti

Per la Coldiretti è necessaria una corsa contro il tempo e il freddo invernale per salvare le 3mila aziende agricole a rischio, nelle zone colpite dal sisma. Priorità assoluta: garantire agli allevatori la possibilità di restare vicino al bestiame, con roulotte e container e offrire ripari sicuri agli animali

di Redazione

Sono circa 3mila le aziende agricole a rischio nei territori terremotati dei comuni di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, un sistema che offre lavoro a 10mila persone, basato sulla presenza di allevamenti con oltre 100mila animali tra mucche, pecore e maiali. Un’economia locale che rappresenta anche un patrimonio grastronomico e culturale ricchissimo, con alcune specialità tramandate da secoli, dalla lenticchia di Castelluccio al pecorino dei Sibillini, dal Vitellone Bianco Igp alla patata rossa di Colfiorito, dallo zafferano al tartufo, fino al prosciutto di Norcia Igp.

Un patrimonio messo in pericolo dalle scosse continue, che alimentano la paura non solo tra la popolazione ma ha un impatto negativo anche sugli animali, costretti a vivere all’aperto e, conseguentemente, sulla produzione agricola, basti pensare che la produzione di latte vaccino è diminuita del 30% dallo scorso 24 agosto, nelle zone colpite dal sisma.

Difficilissima anche la condizione degli allevatori, per i quali andarsene e cercare riparo lontano dai territori colpiti significherebbe abbandonare i propri animali.

E per loro, secondo Coldiretti, è necessaria una corsa contro il tempo, per permettere agli allevatori di restare vicino alle bestie, con container, roulotte o moduli abitativi.

Nuovi ricoveri sicuri sono necessari anche per il bestiame. Secondo il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, «l' emergenza e peggiorata e molte aziende oggi rischiano di chiudere per sempre se non si creano le condizioni per restare sul posto, garantendo vivibilita’ e operatività per accudire il bestiame e dare continuità alle attività produttive».

Nelle aziende agricole ed in quelle agroalimentari si contano danni strutturali ed anche ad impianti e strumenti mentre la presenza di frane e smottamenti sulle strade rurali impedisce la circolazione e la raccolta e consegna dei prodotti. Gli animali devono mangiare tutti i giorni e le mucche ed essere munte due volte al giorno e per questo gli allevatori – sottolinea la Coldiretti – non possono trasferirsi lontano da mandrie e greggi che senza vigilanza rischiano peraltro nelle montagne di essere preda dei lupi.

Positive, secondo la Coldiretti, le misure discusse nell’incontro tra il Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina e gli Assessori delle Regioni colpite che prevedono tra l’altro il montaggio delle stalle temporanee e dei moduli abitativi programmati a partire dalla prossima settimana, la copertura del mancato reddito delle imprese di allevamento stabilito in un aiuto a capo bovino di circa 400 euro con l’aumento degli stanziamenti da 1 a 10 milioni per gli allevatori colpiti, nonché anticipi sui contributi europei per far fronte alle esigenze di liquidità.

Oltre il 90% delle aziende agricole sono di tipo familiare condotte direttamente dal coltivatore con una forte presenza dell’agriturismo che – conclude la Coldiretti – è particolarmente presente nei comuni dell’Umbria dove tocca la percentuale del 33% sul totale delle aziende agricole presenti.

Foto: LBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images


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