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Agricoltura sociale, un nuovo modello per l’inclusione

Ecco l'identikit delle mille aziende di agricoltura sociale. Il 17 giugno appuntamento alla Fattoria sociale di Montepacini a Fermo per la festa nazionale del Forum dell’Agricoltura sociale

di Mara Cinquepalmi

«Un ragazzo mi ha detto che aveva finalmente un motivo per cui alzarsi la mattina e in quelle parole c’era l’orgoglio di vedere il frutto del proprio lavoro». Daniela Pavoncello è una ricercatrice dell’Inapp che ha curato insieme ad altri colleghi un’indagine sul rapporto tra agricoltura sociale e disabilità. Centosessantotto delle circa mille aziende censite hanno partecipato restituendo una fotografia dell’agricoltura sociale in Italia.

«Dalla nostra indagine – spiega a Vita.it Daniela Pavoncello – è emerso che c’è maggiore condivisione, solidarietà e questo incide sul contesto sociale, al punto che si creano gruppi di acquisto solidale».

In queste settimane è in corso un aggiornamento della ricerca che ha ampliato a quasi 210 le aziende coinvolte. «Quello dell’agricoltura sociale oltre che essere un modello di innovazione sociale – continua Pavoncello – è anche un modello valoriale che dovrebbe essere trasmesso e diffuso alle comunità. Le migliori esperienze sono quelle con i disabili psichici che diventano soggetti attivi. Cresce il livello di autostima e di conseguenza diminuisce l’uso di psicofarmaci».

Secondo i dati del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, in Italia sono oltre mille le esperienze di agricoltura sociale con oltre 390 cooperative sociali che danno lavoro a 4 mila occupati e sviluppano più di 200 milioni di euro di fatturato. Le attività di agricoltura sociale sono rivolte nel 50% dei casi circa a persone con disabilità, cui seguono disoccupati con disagio, minori e studenti in alternanza scuola-lavoro.

La fattoria sociale di Montepacini a Fermo è una di queste e ospiterà il prossimo 17 giugno la Festa del Forum nazionale dell’Agricoltura sociale.

«La Festa – spiega la portavoce del Forum Ilaria Signoriello – rappresenta un momento di incontro tra le realtà impegnate in percorsi di agricoltura sociale, le istituzioni e le comunità locali, intorno ai valori della Carta dei Principi dell'Agricoltura Sociale, redatta in assemblea attraverso un percorso partecipato dalle centinaia di realtà aderenti al Forum».

L'edizione 2017 si svolgerà a Fermo perché l'esperienza di Montepacini è un importante punto di riferimento in Italia e in Europa.

«Il nostro – racconta Marco Marchetti della Fattoria – è un progetto costruito intorno alle persone, che ha saputo fare rete con le istituzioni e le associazioni tanto che nel corso degli anni sono state oltre 30 quelle coinvolte». Dal 2012 il comune di Fermo è proprietario dei 13 ettari di terreno, della casa colonica e dell’edificio che ospita il Centro Socio Educativo Riabilitativo per giovani adulti. «L’edificio – spiega Marchetti – è stato recuperato grazie al lavoro delle associazioni del volontariato e dei genitori». Il sisma che lo scorso anno ha colpito l'Italia Centrale ha danneggiato alcune strutture della Fattoria mettendo a rischio le attività riabilitative a favore dei ragazzi disabili accolti nella struttura. Grazie al lavoro della Fattoria e al contributo di una campagna di crowdfunding promossa dal Forum Nazionale Agricoltura Sociale, insieme a Dokita Onlus, le attività sono gradualmente ricominciate.

A Montepacini, però, il terremoto è stato anche un’opportunità per sviluppare ulteriori forme di accoglienza. La Fattoria, infatti, ospita due ragazzi che a Visso usufruivano di una borsa lavoro persa a causa del sisma e che ora sono entrati a far parte della grande famiglia di Montepacini.

«La ricostruzione – aggiunge Ilaria Signoriello – non può non tenere in considerazione il capitale d'innovazione insito nell'agricoltura sociale: coltiva diritti insieme ai prodotti, produce uno sviluppo sostenibile e permette alla società civile di contribuire alla ricostruzione».

Intanto, da qualche settimana si è insediato presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali l’Osservatorio nazionale dell'agricoltura sociale, presieduto dal ministro Maurizio Martina e dal vice ministro Andrea Olivero. Previsto dalla legge quadro sull'Agricoltura sociale, la 141 del 2015, all’Osservatorio partecipano i rappresentanti delle amministrazioni centrali e regionali, delle organizzazioni professionali agricole e delle organizzazioni e associazioni attivi nell'ambito dell'agricoltura sociale.

«L’agricoltura sociale – spiega Giulio Sparascio, presidente nazionale di Turismo Verde della Confederazione Italiana Agricoltori – è ormai un’attività sempre più richiesta dai territori. Le aziende si mettono a servizio della comunità. Per noi l’Osservatorio è un’occasione importante per confrontarsi, elaborare strategie e monitorare un settore in crescita, perché un progetto di agricoltura sociale non si costruisce da soli, è un progetto plurale che chiama in causa diverse professionalità».


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